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Disconoscimento firma: l’onere della prova sui contratti

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di una società di eventi contro un Comune, chiarendo le regole sul disconoscimento firma. Se un ente pubblico contesta l’autenticità di un documento, come un telefax, spetta a chi lo presenta dimostrarne la veridicità. In assenza di un contratto scritto valido, la pretesa di pagamento è infondata, riaffermando il rigoroso requisito della forma scritta per i contratti della Pubblica Amministrazione.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Disconoscimento Firma: Onere della Prova e Contratti con la P.A.

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i principi fondamentali che regolano i contratti con la Pubblica Amministrazione e le conseguenze del disconoscimento firma su un documento. La vicenda, che vede contrapposti una società organizzatrice di eventi e un Comune, offre spunti cruciali sull’importanza della forma scritta e sulla ripartizione dell’onere della prova.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine da un decreto ingiuntivo ottenuto da una società di eventi contro un Comune per il pagamento di un concerto svoltosi nel 2012. La prova del credito era un telefax che, secondo la società, recava la firma del sindaco. L’ente pubblico si opponeva al decreto, contestando la validità del documento.

Il Tribunale, in prima istanza, pur revocando il decreto ingiuntivo, condannava il Comune a pagare una somma anche superiore a quella inizialmente richiesta. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione, accoglieva l’appello del Comune e revocava definitivamente il decreto ingiuntivo, liberando l’ente da ogni obbligo di pagamento. La società, ritenendo ingiusta la sentenza, proponeva quindi ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno ritenuto infondati tutti i motivi di ricorso, fornendo importanti chiarimenti sul valore probatorio dei documenti e sui requisiti necessari per vincolare economicamente un ente pubblico.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Suprema Corte si fonda su alcuni pilastri giuridici fondamentali, analizzati punto per punto.

L’efficacia del disconoscimento firma da parte di un ente pubblico

Il punto centrale della controversia era il valore del telefax. La Corte ha stabilito che, una volta che l’ente pubblico ha operato il disconoscimento firma, il documento perde la sua efficacia probatoria. A questo punto, l’onere di dimostrare l’autenticità della firma e del documento si sposta sulla parte che intende avvalersene, in questo caso la società di eventi. Quest’ultima avrebbe dovuto avviare un procedimento specifico, chiamato ‘verificazione’, per provare che il telefax proveniva effettivamente dal sindaco e ne esprimeva la volontà. Non avendolo fatto, il documento è stato correttamente ritenuto privo di valore.

La Corte ha inoltre precisato che, per un ente pubblico, il disconoscimento non deve necessariamente provenire dalla persona fisica che avrebbe apposto la firma, ma può essere validamente espresso dall’organo che rappresenta l’ente in giudizio.

La forma scritta come requisito essenziale per i contratti della P.A.

Il secondo motivo di rigetto riguarda la natura dei contratti con la Pubblica Amministrazione. La legge impone che qualsiasi obbligazione di spesa per un ente pubblico debba risultare da un contratto in forma scritta. Questo rigore formale è posto a garanzia della trasparenza e del corretto uso delle risorse pubbliche. Nel caso di specie, mancando un contratto scritto valido e formale, nessuna obbligazione poteva considerarsi sorta a carico del Comune.

La Corte ha specificato che principi come la buona fede e la correttezza contrattuale, pur importanti, non possono sanare la nullità di un contratto per difetto di forma, né possono sostituire la prova scritta richiesta dalla legge.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un monito per tutte le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione. La decisione riafferma due principi chiave:

1. Onere della prova: In caso di disconoscimento firma su una scrittura privata da parte di un ente pubblico, spetta all’impresa creditrice l’onere di dimostrarne l’autenticità attraverso il procedimento di verificazione. Non è sufficiente produrre un documento informale come un telefax.
2. Forma scritta ‘ad substantiam’: Qualsiasi impegno di spesa da parte di un ente pubblico richiede inderogabilmente un contratto formale e scritto. L’assenza di tale forma determina la nullità del contratto e l’impossibilità di pretendere il pagamento, salvo esperire, se ne ricorrono i presupposti, l’azione di indebito arricchimento.

Cosa succede se una Pubblica Amministrazione contesta la firma su un documento?
Se un ente pubblico effettua il disconoscimento firma, il documento perde la sua efficacia probatoria. Spetta alla parte che ha prodotto il documento (il creditore) l’onere di avviare un procedimento di verificazione per dimostrarne l’autenticità. In mancanza, il documento è considerato come mai prodotto.

Un telefax è una prova sufficiente per ottenere un pagamento da un ente pubblico?
No. Un telefax, specialmente se disconosciuto dall’ente, non è una prova sufficiente. Per impegnare un ente pubblico a una spesa è sempre necessaria la forma scritta del contratto, che garantisce la tracciabilità e la legittimità dell’obbligazione.

Chi paga le spese legali se il ricorso in Cassazione viene respinto?
Secondo il principio della soccombenza, la parte il cui ricorso viene respinto (la parte soccombente) è condannata a pagare le spese legali sostenute dalla controparte per difendersi nel giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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