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Diritto uso parcheggio: la Legge Ponte prevale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18686/2024, ha riaffermato la prevalenza del diritto uso parcheggio per i condomini, stabilito dalla L. 765/1967 (Legge Ponte), sul diritto di prelazione vantato dal locatario di tali aree. La Corte ha stabilito che il vincolo pubblicistico di destinazione a parcheggio rende parzialmente nullo qualsiasi contratto, come una locazione, che sottragga tali spazi al loro uso pertinenziale, impedendo così la nascita di un valido diritto di prelazione in capo al conduttore.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Diritto Uso Parcheggio: La Legge Ponte Prevale sul Diritto di Prelazione

L’acquisto di un’abitazione in un condominio di nuova costruzione solleva spesso interrogativi sui diritti accessori, primo fra tutti il diritto uso parcheggio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 18686/2024) ha fatto chiarezza su un punto cruciale: la prevalenza del vincolo di destinazione dei posti auto, imposto dalla cosiddetta ‘Legge Ponte’ (L. 765/1967), rispetto ad altri diritti preesistenti, come la prelazione del conduttore. Questa decisione consolida un principio fondamentale a tutela dei proprietari di appartamenti.

Il Caso: Un Conflitto tra Residenti e Attività Commerciale

La vicenda giudiziaria nasce dalla compravendita di alcuni appartamenti da parte di un ente pubblico. Gli acquirenti, al momento dell’acquisto, si aspettavano di ottenere anche i relativi posti auto situati nel piano interrato dell’edificio, come previsto dalla normativa urbanistica. Tuttavia, l’intera area destinata a parcheggio era stata da tempo locata a un’officina meccanica, il cui contratto di locazione prevedeva un diritto di prelazione in caso di vendita.

Quando l’ente ha messo in vendita gli immobili, l’officina ha comunicato l’intenzione di esercitare il proprio diritto di prelazione sull’area da essa occupata. Si è così generato un conflitto: da un lato, i nuovi proprietari degli appartamenti che rivendicavano il loro diritto reale d’uso sui parcheggi; dall’altro, l’officina che sosteneva la prevalenza del suo diritto di prelazione, nato da un contratto di locazione anteriore alla vendita degli appartamenti.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Ragione alla Riforma

In primo grado, il Tribunale aveva dato ragione ai proprietari degli appartamenti. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva ribaltato la decisione, applicando un criterio puramente temporale. Secondo i giudici di secondo grado, il diritto di prelazione dell’officina, sorto con il contratto di locazione del 1979, era antecedente al diritto degli acquirenti, che si era concretizzato solo con l’acquisto degli immobili nel 2000. Di conseguenza, il diritto dell’officina doveva prevalere.

L’Analisi della Cassazione e il diritto uso parcheggio

I proprietari hanno presentato ricorso in Cassazione, che ha accolto le loro ragioni, cassando la sentenza d’appello. La Suprema Corte ha basato la sua decisione sulla natura imperativa e inderogabile della normativa sui parcheggi.

La Natura Imperativa della Legge Ponte

Il cuore della motivazione risiede nell’articolo 18 della Legge 765/1967 (che ha introdotto l’art. 41-sexies nella Legge Urbanistica del 1942). Questa norma, dettata da interessi pubblicistici, impone che nelle nuove costruzioni siano riservati appositi spazi per parcheggi in misura proporzionale alla volumetria dell’edificio. Questo vincolo di destinazione crea un diritto reale di uso in favore dei proprietari delle singole unità immobiliari. Tale diritto sorge nel momento stesso in cui l’edificio viene costruito e si trasferisce automaticamente con la proprietà dell’appartamento, costituendone una pertinenza necessaria.

La Nullità del Contratto di Locazione e la Conseguente Inesistenza della Prelazione

La Corte ha chiarito che qualsiasi atto o contratto che violi questo vincolo, sottraendo gli spazi obbligatori alla loro destinazione, è da considerarsi parzialmente nullo per contrarietà a norma imperativa, ai sensi dell’art. 1418 del codice civile.

Di conseguenza, il contratto di locazione stipulato tra l’ente proprietario e l’officina era nullo nella parte in cui includeva gli spazi di parcheggio che per legge dovevano essere destinati ai residenti. Un contratto nullo non può produrre effetti giuridici validi, incluso il diritto di prelazione. Pertanto, la pretesa dell’officina di acquistare l’area era giuridicamente infondata fin dall’origine, poiché basata su un titolo invalido.

le motivazioni
La Suprema Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato secondo cui il vincolo previsto dall’art. 18 della L. 765/1967 è una norma imperativa e inderogabile che opera non solo nei rapporti con la pubblica amministrazione, ma anche nei rapporti privatistici. Tale vincolo impone una destinazione d’uso specifica per gli spazi a parcheggio, creando un diritto reale a favore dei proprietari delle unità immobiliari. Questo diritto non può essere soppresso o limitato da accordi privati. Il contratto di locazione che destinava tali aree a un uso esclusivo di un terzo, sottraendole alla loro funzione pertinenziale, si poneva in diretto contrasto con questa norma imperativa. La sua nullità parziale, limitatamente alla parte relativa ai parcheggi obbligatori, è una conseguenza diretta di tale violazione. Essendo il titolo (il contratto di locazione) nullo in quella parte, non poteva sorgere alcun diritto di prelazione valido a favore del conduttore.

le conclusioni
In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa ad altra sezione della stessa Corte per un nuovo giudizio. Il principio di diritto affermato è chiaro: il diritto reale d’uso sui parcheggi, garantito dalla legge, prevale su qualsiasi altro diritto di natura obbligatoria, come la prelazione, derivante da un contratto che viola il vincolo pubblicistico di destinazione. Questa pronuncia rafforza la tutela degli acquirenti di immobili, garantendo loro il godimento di uno spazio essenziale come il posto auto, considerato pertinenza inscindibile dell’abitazione.

Il diritto di uso sui parcheggi condominiali previsto dalla Legge Ponte può essere limitato da un precedente contratto di locazione con diritto di prelazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il vincolo di destinazione a parcheggio è una norma imperativa. Qualsiasi contratto che violi tale vincolo, come una locazione che sottragga gli spazi ai residenti, è parzialmente nullo per la parte relativa a tali spazi. Un contratto nullo non può generare un valido diritto di prelazione.

Quando sorge il vincolo di destinazione a parcheggio per le unità immobiliari di un edificio?
Il vincolo di destinazione e il conseguente diritto reale d’uso a favore dei proprietari sorgono al momento della costruzione dell’immobile. Questo diritto è antecedente a qualsiasi successivo atto di disposizione, come una locazione o una vendita separata, che tenti di modificare tale destinazione.

Un acquirente di un appartamento può agire direttamente contro il terzo che occupa illegittimamente il parcheggio pertinenziale?
Sì. Il diritto reale d’uso sui parcheggi ha natura assoluta e può essere fatto valere direttamente nei confronti di chiunque ne contesti l’esistenza o l’efficacia, inclusi i terzi a cui il costruttore originario abbia illegittimamente alienato o concesso in uso tali aree.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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