La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 243/2025, interviene su un caso di contratto preliminare di compravendita immobiliare la cui efficacia era legata a una condizione mista, ovvero l'ottenimento di un finanziamento da parte del promissario acquirente. Annullando la decisione della Corte d'Appello, la Suprema Corte stabilisce che in presenza di una condizione posta nell'interesse di entrambe le parti, la controversia non può essere risolta applicando il principio generale sull'onere della prova. Il giudice deve invece accertare, in base al principio di buona fede, quale delle due parti abbia tenuto un comportamento che ha impedito l'avveramento della condizione.
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