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Diritto di Superficie: la conversione in proprietà

Una società, titolare di un diritto di superficie gravato da un pignoramento trascritto anni prima, acquista la piena proprietà dell’area dal Comune. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che tale acquisto è inefficace nei confronti dei creditori procedenti. La facoltà di convertire il diritto di superficie in proprietà piena non è un diritto autonomo, ma accessorio al diritto principale. Pertanto, essendo il trasferimento del diritto di superficie inopponibile ai creditori, anche il successivo acquisto della proprietà è inefficace, e la facoltà di acquisto si trasferisce all’aggiudicatario del bene pignorato.

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Diritto di Superficie e Pignoramento: La Conversione in Proprietà non Salva dall’Esecuzione

Quando un diritto di superficie viene sottoposto a pignoramento, quali sono le sorti della facoltà di trasformarlo in piena proprietà? Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce che l’acquisto della proprietà, effettuato dal titolare del diritto superficiario dopo la trascrizione del pignoramento, non è opponibile ai creditori. Questo perché la facoltà di acquisto è un accessorio del diritto principale e ne segue le vicende.

I Fatti del Caso: Una Catena di Trasferimenti e Pignoramenti

La vicenda trae origine dalla cessione di un diritto di superficie su un’area di 1.300 mq da parte di un Comune a un privato nel 1988. Nel 2007, tale diritto viene trasferito a una società. Tra il 2009 e il 2011, a causa di debiti, il diritto di superficie viene sottoposto a tre distinti pignoramenti immobiliari.
Nonostante i pignoramenti già trascritti, nel 2014 avvengono due passaggi cruciali:
1. La società debitrice trasferisce il diritto di superficie a un’altra società collegata.
2. Pochi giorni dopo, questa nuova società stipula con il Comune un atto per l’acquisto della piena proprietà dell’area, trasformando il diritto di superficie in proprietà piena, ai sensi della Legge n. 662/1996.

La nuova proprietaria, quindi, si oppone all’esecuzione forzata, sostenendo di essere titolare di un bene (la piena proprietà) diverso e non più aggredibile rispetto a quello originariamente pignorato (il solo diritto di superficie).

La Tesi dell’Opponente sul Diritto di Superficie

L’argomentazione centrale della società opponente si basava sulla natura del diritto di trasformare la superficie in proprietà. Secondo la sua tesi, si tratterebbe di un “diritto potestativo di riscatto”, autonomo e personale, che una volta esercitato si “consuma”. Di conseguenza, l’acquisto della piena proprietà avrebbe creato un bene nuovo, non soggetto al vincolo del pignoramento precedente, che riguardava unicamente il diverso diritto di superficie. In sostanza, l’aggiudicatario dell’asta avrebbe potuto acquistare solo il diritto di superficie, mentre la piena proprietà sarebbe rimasta legittimamente in capo alla società opponente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente questa ricostruzione, fornendo una chiara interpretazione della normativa e dei principi che regolano il pignoramento immobiliare e il diritto di superficie.

La Natura della Facoltà di Acquisto

In primo luogo, la Corte ha chiarito che la legge non conferisce al privato un diritto potestativo. Al contrario, attribuisce al Comune un potere discrezionale di cedere in proprietà le aree già concesse in superficie. Il privato titolare del diritto superficiario non ha un diritto a cui corrisponde un obbligo del Comune, ma solo un interesse pretensivo: egli è il soggetto legittimato a diventare destinatario della cessione, qualora la Pubblica Amministrazione decida di esercitare tale potere.

Il Vincolo di Accessorietà

Fondamentale è il secondo punto: questa facoltà o interesse legittimo non è né autonoma né personale, ma è accessoria al diritto di superficie. Solo chi è titolare del diritto di superficie può beneficiare della cessione in proprietà. Di conseguenza, questa facoltà segue il destino del diritto principale a cui è collegata.

L’Inefficacia degli Atti Successivi al Pignoramento

Poiché il trasferimento del diritto di superficie dalla società debitrice alla nuova società è avvenuto nel 2014, ovvero anni dopo la trascrizione dei pignoramenti (2009-2011), tale trasferimento era inefficace e inopponibile ai creditori procedenti. Non essendo la nuova società la legittima titolare del diritto di superficie nei confronti dei creditori, essa non aveva nemmeno la legittimazione per esercitare la facoltà accessoria di acquisto della piena proprietà. L’atto stipulato con il Comune era, pertanto, anch’esso inefficace.

Le Conclusioni

La Corte Suprema conclude che la legittimazione ad acquistare la piena proprietà, essendo accessoria al diritto di superficie pignorato, si è trasferita, per effetto del pignoramento stesso, in capo ai potenziali aggiudicatari del bene. La procedura esecutiva, pertanto, ha correttamente previsto la possibilità per l’acquirente all’asta di divenire pieno proprietario dell’immobile.
Questa ordinanza riafferma un principio cardine del nostro ordinamento: gli atti di disposizione di un bene pignorato, se trascritti dopo il pignoramento, non hanno effetto in pregiudizio dei creditori. La decisione estende con coerenza questo principio anche a tutte le facoltà e i diritti accessori al bene principale, impedendo manovre elusive volte a svuotare di valore il bene sottoposto ad esecuzione.

L’acquisto della piena proprietà di un immobile, precedentemente concesso in diritto di superficie e già pignorato, è opponibile ai creditori?
No, non è opponibile. Secondo la Corte, poiché il trasferimento del diritto di superficie è avvenuto dopo la trascrizione del pignoramento, è inefficace verso i creditori. Di conseguenza, anche il successivo acquisto della piena proprietà da parte del nuovo titolare è inefficace, in quanto basato su una titolarità non opponibile alla procedura esecutiva.

Il diritto di trasformare un diritto di superficie in piena proprietà è un diritto autonomo e personale?
No. La Corte ha stabilito che non si tratta di un diritto potestativo autonomo, ma di una facoltà accessoria al diritto di superficie. Essa consiste in un interesse legittimo pretensivo ad essere il destinatario della cessione, qualora il Comune decida discrezionalmente di vendere la proprietà. Come tale, è indissolubilmente legato al diritto di superficie e ne segue le sorti.

Cosa succede alla facoltà di acquistare la piena proprietà quando il diritto di superficie viene pignorato?
La facoltà di acquistare la piena proprietà, essendo accessoria al diritto di superficie, viene anch’essa assoggettata all’esecuzione immobiliare. Pertanto, questa facoltà si trasferisce insieme al diritto principale ai potenziali aggiudicatari del bene all’asta, i quali potranno poi esercitarla per diventare pieni proprietari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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