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Diritto di sopraelevazione: quando si trasferisce?

La Corte di Cassazione chiarisce che il diritto di sopraelevazione, se riservato dal venditore originario, non si trasferisce automaticamente all’acquirente di un piano dell’edificio. Per il trasferimento è necessaria un’esplicita menzione nell’atto di vendita. La Corte ha inoltre respinto le domande di usucapione in quanto proposte contro soggetti non titolari del diritto, ribadendo principi fondamentali in materia di proprietà immobiliare e procedura civile.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Il Diritto di Sopraelevazione: Un Diritto Reale che Non Viaggia Sempre con l’Immobile

L’acquisto di un immobile, specialmente di un piano all’interno di un edificio, porta con sé una serie di diritti e doveri. Uno degli aspetti più complessi riguarda il diritto di sopraelevazione, ovvero la facoltà di costruire nuovi piani sopra l’ultimo esistente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su come questo diritto viene trasferito e su chi detiene la titolarità in assenza di patti chiari. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le implicazioni pratiche per chi acquista o vende un immobile.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria, durata decenni, trae origine da una serie di atti di compravendita e donazione riguardanti un edificio. Negli anni ’50, l’originaria proprietaria di un suolo edificabile lo vendette, riservando per sé la proprietà dell’area soprastante al piano terreno che sarebbe stato costruito, con il diritto di edificarvi sopra senza corrispondere alcuna indennità.

Successivamente, la stessa proprietaria vendette ai medesimi acquirenti il primo piano del fabbricato nel frattempo realizzato. Crucialmente, in questo secondo atto non vi era alcun riferimento al trasferimento o alla rinuncia del suo residuo diritto di costruire ulteriormente. Negli anni a seguire, una nuova costruzione fu effettivamente realizzata sopra questo primo piano, dando vita a un contenzioso tra gli eredi di tutte le parti coinvolte per stabilire chi fosse il legittimo proprietario di questa nuova elevazione e del relativo diritto di costruire.

La Gestione del Diritto di Sopraelevazione nei Primi Gradi di Giudizio

Il Tribunale prima, e la Corte d’Appello poi, hanno dovuto districare una complessa matassa di rivendicazioni. La Corte d’Appello, in particolare, aveva stabilito che gli eredi degli acquirenti del primo piano non erano diventati titolari di alcun diritto reale sull’immobile costruito successivamente. La ragione era semplice ma fondamentale: il diritto di sopraelevazione, che l’originaria venditrice si era riservata, era rimasto in capo a lei. L’atto di vendita del primo piano non menzionava in alcun modo il trasferimento di tale diritto, che quindi non poteva considerarsi passato agli acquirenti. La Corte d’Appello aveva anche respinto le domande di usucapione (acquisto della proprietà per possesso prolungato) perché erano state erroneamente proposte contro gli eredi degli acquirenti, anziché contro gli eredi della venditrice, unici e veri titolari del diritto contestato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, investita della questione, ha confermato la decisione d’appello, rigettando sia il ricorso principale degli eredi degli acquirenti, sia quello incidentale proposto da altre parti. Le motivazioni sono un compendio di principi fondamentali del diritto immobiliare.

La Titolarità del Diritto di Sopraelevazione

Il punto centrale della decisione è che il diritto di superficie e il conseguente diritto di sopraelevazione non si esauriscono con la prima costruzione. Salvo che l’atto originario non ponga limiti di altezza, il titolare del diritto di superficie mantiene la facoltà di costruire ulteriormente. Quando viene venduto un piano dell’edificio, il lastrico solare (e il connesso diritto di costruirvi sopra) non si trasferisce automaticamente. Per cedere questo diritto, è necessaria una specifica ed esplicita pattuizione nell’atto di compravendita. Nel caso di specie, mancando tale pattuizione nella vendita del primo piano, il diritto era rimasto in capo all’originaria venditrice.

Usucapione e Legittimazione Passiva

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili i motivi di ricorso relativi alla mancata acquisizione per usucapione. La decisione si basa su un principio procedurale cardine: una domanda giudiziale deve essere rivolta al soggetto che è l’effettivo titolare del diritto che si contesta. In questo caso, la domanda di usucapione era stata intentata contro soggetti (gli eredi degli acquirenti) che, come accertato, non erano proprietari del diritto di sopraelevazione. L’azione avrebbe dovuto essere promossa nei confronti degli eredi dell’originaria venditrice. Aver citato in giudizio le persone sbagliate ha reso la domanda improponibile, senza nemmeno la necessità di esaminare le prove del possesso.

L’Impossibilità di Introdurre Nuove Domande in Cassazione

Infine, i ricorrenti avevano tentato di introdurre per la prima volta in Cassazione una nuova argomentazione: l’estinzione del diritto di superficie per non uso ventennale. La Corte ha prontamente dichiarato inammissibile questa tesi, ribadendo che il giudizio di Cassazione serve a controllare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti, non a esaminare domande o fatti nuovi. La causa petendi, ovvero il fondamento della richiesta, non può essere modificata in ultima istanza.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ribadisce con forza alcuni principi cruciali per chiunque operi nel settore immobiliare. Innanzitutto, la chiarezza e la completezza degli atti di compravendita sono essenziali: ogni diritto che si intende trasferire, come il diritto di sopraelevazione, deve essere esplicitamente menzionato. In secondo luogo, le azioni legali a tutela della proprietà devono essere indirizzate con precisione chirurgica contro il legittimo titolare del diritto, pena l’improponibilità della domanda. Questa decisione serve da monito: nel diritto immobiliare, ciò che non è scritto o è indirizzato male, rischia di non avere alcun valore legale.

Se acquisto un appartamento all’ultimo piano, acquisto automaticamente anche il diritto di sopraelevazione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il diritto di sopraelevazione non si trasferisce automaticamente con la vendita di un piano, anche se è l’ultimo. Tale diritto, se precedentemente riservato dal venditore originario, rimane in capo a quest’ultimo a meno che non sia esplicitamente menzionato e ceduto nell’atto di compravendita.

È possibile vincere una causa di usucapione se si cita in giudizio la persona sbagliata?
No. La domanda di accertamento dell’usucapione deve essere proposta nei confronti di chi risulta essere il legittimo proprietario del bene. Se l’azione viene intentata contro un soggetto che non è il titolare del diritto, la domanda viene respinta per difetto di legittimazione passiva, senza che il giudice entri nel merito della prova del possesso.

Si può cambiare la motivazione della propria richiesta legale per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione?
No. Il giudizio in Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Non è possibile introdurre nuove domande o modificare il fondamento giuridico della propria pretesa (causa petendi) rispetto a quanto discusso nei precedenti gradi di giudizio. Nel caso specifico, la richiesta di accertare l’estinzione del diritto per non uso non poteva essere esaminata perché mai proposta prima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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