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Diritto di sopraelevazione: include la scala comune?

Due condomini, proprietari dell’ultimo piano, hanno esercitato il loro diritto di sopraelevazione per rendere abitabile un sottotetto. Per accedervi, hanno progettato di estendere la scala condominiale. La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto di sopraelevazione, se legittimamente esercitato, include implicitamente la facoltà di apportare le modifiche necessarie alle parti comuni, come il prolungamento delle scale, per rendere fruibile la nuova costruzione.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Diritto di Sopraelevazione: Quando si Può Modificare la Scala Condominiale?

Il diritto di sopraelevazione, disciplinato dall’articolo 1127 del Codice Civile, rappresenta una delle questioni più complesse e dibattute nel diritto condominiale. Chi possiede l’ultimo piano di un edificio ha la facoltà di costruire nuovi spazi, ma fin dove si estende questo diritto quando sono coinvolte le parti comuni? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un chiarimento cruciale, stabilendo che tale diritto include, implicitamente, la facoltà di prolungare le scale condominiali per rendere accessibile la nuova costruzione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla richiesta di due proprietari dell’ultimo piano di un condominio. Essi intendevano realizzare due nuove rampe di scale nel vano condominiale per collegare la loro abitazione a un locale sottotetto, precedentemente accessibile solo tramite una botola interna all’appartamento. Questo intervento si inseriva in un progetto più ampio di recupero abitativo del sottotetto, che aveva comportato un ampliamento della volumetria interna (una forma di sopraelevazione).

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte di Appello avevano respinto la domanda, qualificando la costruzione delle nuove scale come un'”innovazione” della cosa comune. Secondo i giudici di merito, l’opera avrebbe comportato una “immutazione della destinazione originaria dello spazio comune”, richiedendo quindi il consenso degli altri condomini, che in questo caso mancava.

Il Principio del Diritto di Sopraelevazione e le Parti Comuni

I proprietari hanno impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, lamentando un’errata applicazione delle norme in materia. Il loro unico motivo di ricorso si basava sull’idea che la Corte d’Appello avesse erroneamente considerato l’intervento un illecito asservimento della cosa comune a vantaggio esclusivo della loro proprietà.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando la prospettiva dei giudici di merito. Il punto centrale della decisione è il nesso inscindibile tra il diritto di sopraelevazione e la necessità di rendere la nuova costruzione funzionale e accessibile.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha affermato che la Corte d’Appello ha commesso un errore metodologico. Prima di qualificare l’intervento sulle scale come una semplice innovazione, avrebbe dovuto verificare se la sopraelevazione eseguita dai ricorrenti fosse legittima ai sensi dell’art. 1127 c.c. Questo articolo, nel consentire al proprietario dell’ultimo piano di elevare nuovi piani, gli conferisce implicitamente anche il diritto di estendere in senso verticale le parti comuni dell’edificio, comprese le scale.

Citando precedenti sentenze, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato: “Il condomino che ha diritto di sopraelevare ha facoltà di apportare le modifiche necessarie alla scala comune, mediante le indispensabili demolizioni e le successive ricostruzioni a livello più elevato”. Pertanto, il prolungamento delle scale non è un’innovazione fine a se stessa, ma un’opera accessoria e necessaria per l’esercizio di un diritto principale, quello di sopraelevare.

L’intervento può essere considerato lecito in quanto compreso implicitamente nella facoltà di sopraelevazione, essendo un’opera necessaria a rendere praticabile la nuova costruzione. Di conseguenza, è errato considerare tale opera una semplice modifica della destinazione d’uso dello spazio comune che richiede l’autorizzazione degli altri condomini.

Le Conclusioni

In definitiva, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Appello in diversa composizione. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto secondo cui la legittima sopraelevazione include la facoltà di modificare le parti comuni per garantirne l’accesso. Il giudice del rinvio dovrà comunque verificare, sulla base delle prove già acquisite, che il prolungamento delle scale non pregiudichi in concreto la stabilità, la sicurezza dell’edificio o la fruibilità delle parti comuni da parte degli altri condomini. Questa sentenza rafforza la posizione del proprietario dell’ultimo piano, chiarendo che il suo diritto di sopraelevazione non è una facoltà astratta, ma si estende a tutte le opere accessorie indispensabili per il suo concreto esercizio.

Il proprietario dell’ultimo piano che esercita il diritto di sopraelevazione può modificare la scala condominiale?
Sì. Secondo la sentenza, il diritto di sopraelevare, previsto dall’art. 1127 c.c., conferisce implicitamente al proprietario dell’ultimo piano il diritto di prolungare le parti comuni, incluse le scale, al fine di rendere la nuova costruzione accessibile e praticabile.

Costruire una nuova rampa di scale in uno spazio comune è sempre considerata un’innovazione vietata?
No. Se la costruzione della nuova rampa è un’opera necessaria per rendere fruibile una sopraelevazione legittima, non può essere considerata sic et simpliciter una modifica della destinazione originaria dello spazio comune, ma un’opera accessoria all’esercizio del diritto di sopraelevazione.

Qual era l’errore della Corte d’Appello secondo la Cassazione?
L’errore è stato qualificare il prolungamento della scala come una semplice modifica della destinazione dello spazio comune, senza prima verificare se la sopraelevazione a cui l’opera era funzionale fosse lecita ai sensi dell’art. 1127 c.c. La Corte d’Appello avrebbe dovuto riconoscere che la facoltà di modificare le scale è implicita e conseguente al legittimo esercizio del diritto di sopraelevare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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