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Diritto di ritenzione: quando è legittimo e come

Un cantiere navale esercita il diritto di ritenzione su un’imbarcazione per canoni di rimessaggio non pagati. La Corte di Cassazione chiarisce che tale diritto sussiste anche se il credito non è ancora definito nel suo ammontare. Inoltre, stabilisce che il termine di prescrizione per il compenso del contratto di rimessaggio è decennale, non quinquennale, e definisce i limiti della responsabilità del custode per il deterioramento del bene nel tempo.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Diritto di Ritenzione e Contratto di Rimessaggio: La Cassazione Fa Chiarezza

Il diritto di ritenzione è uno strumento cruciale per chi custodisce beni altrui, come un cantiere navale. Permette di trattenere il bene fino al saldo del compenso dovuto. Ma quali sono i suoi esatti confini? E quale prescrizione si applica ai crediti per un servizio continuativo come il rimessaggio? Un’ordinanza della Corte di Cassazione offre risposte fondamentali, delineando con precisione i requisiti per l’esercizio di questo diritto e i limiti della responsabilità del custode.

I fatti del caso

La vicenda riguarda il proprietario di un’imbarcazione che ne chiedeva la restituzione a un cantiere navale dove era stata depositata quasi vent’anni prima da un terzo soggetto. Il cantiere si opponeva, esercitando il diritto di ritenzione a garanzia di un ingente credito per le spese di custodia e rimessaggio accumulate nel tempo. Il proprietario, a sua volta, lamentava i gravi danni subiti dall’imbarcazione a causa della presunta negligenza del cantiere.
Nei primi due gradi di giudizio, le corti avevano parzialmente accolto le ragioni di entrambe le parti, applicando però una prescrizione di cinque anni al credito del cantiere e ritenendolo responsabile per il deterioramento del natante. La questione è così giunta all’attenzione della Corte di Cassazione.

La decisione della Corte sul diritto di ritenzione e altri principi

La Suprema Corte ha accolto i motivi di ricorso del cantiere, cassando la sentenza d’appello e stabilendo tre principi di diritto fondamentali che chiariscono aspetti controversi del contratto di deposito e del diritto di ritenzione.

Prescrizione del compenso: decennale, non quinquennale

Il primo punto affrontato riguarda la prescrizione del credito per il servizio di rimessaggio. La Corte d’Appello aveva applicato il termine breve di cinque anni, previsto per le prestazioni periodiche. La Cassazione ha corretto questa impostazione, affermando che il contratto di rimessaggio genera una prestazione unitaria e continuativa, che matura giorno per giorno.
Di conseguenza, in assenza di uno specifico accordo tra le parti per pagamenti periodici (es. canoni mensili o annuali), il termine di prescrizione applicabile è quello ordinario di dieci anni, non quello quinquennale. L’emissione di fatture annuali da parte del cantiere era stata considerata una mera modalità di calcolo, non un’indicazione di pagamenti periodici pattuiti.

Requisiti del diritto di ritenzione: basta l’esistenza del credito

Un altro snodo cruciale riguarda i requisiti per esercitare legittimamente il diritto di ritenzione. I giudici di merito avevano negato tale diritto al cantiere, sostenendo che il credito non fosse ‘certo, liquido ed esigibile’.
La Cassazione ha ribaltato questa visione, specificando che, ai fini della ritenzione prevista dagli articoli 2756 e 2761 del codice civile, è sufficiente la mera esistenza di un credito connesso alla conservazione del bene. Non è necessario che l’importo sia già stato precisamente quantificato o accertato giudizialmente. Negare la ritenzione in attesa della liquidazione del credito ne svuoterebbe la funzione di garanzia. Inoltre, la Corte ha precisato che al depositario spetta un compenso anche per tutto il periodo in cui esercita legittimamente la ritenzione, poiché la prestazione di custodia prosegue a favore del proprietario.

Limiti della responsabilità del custode

Infine, la Corte ha definito i confini della responsabilità del custode. La Corte d’Appello aveva ritenuto il cantiere responsabile anche del degrado naturale subito dall’imbarcazione in quasi diciotto anni di fermo.
La Suprema Corte ha invece chiarito che l’obbligo del depositario è quello di proteggere il bene da eventi dannosi esterni e di preservarne la funzionalità di base. Tale obbligo non si estende fino a dover contrastare il naturale deterioramento dovuto al semplice trascorrere del tempo, un fattore che è al di fuori della sfera di controllo del custode e che non può essergli addebitato.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’attenta interpretazione della natura dei contratti di deposito e della funzione del diritto di ritenzione. Per quanto riguarda la prescrizione, i giudici hanno distinto tra prestazioni realmente periodiche (come un affitto) e prestazioni continuative (come la custodia), il cui compenso, se non diversamente pattuito, diventa esigibile solo al termine del rapporto. Per il diritto di ritenzione, la Corte ha sottolineato la sua natura di garanzia, che sarebbe vanificata se si richiedesse una preventiva liquidazione del credito. Infine, sulla responsabilità, la Corte ha applicato un principio di ragionevolezza: non si può chiedere al custode di annullare gli effetti del tempo, ma solo di adoperarsi con diligenza per preservare il bene da danni esterni e prevedibili.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre importanti strumenti operativi per tutti coloro che operano nel settore della custodia di beni, come cantieri navali, officine e depositi. In sintesi:
1. Il credito per un servizio di rimessaggio si prescrive in dieci anni, salvo diverso accordo per pagamenti periodici.
2. Il diritto di ritenzione può essere esercitato anche se il credito non è ancora stato quantificato in modo definitivo, essendo sufficiente che esso esista.
3. La responsabilità del custode non copre il deterioramento naturale del bene causato dal lungo periodo di deposito, ma si limita alla protezione da danni esterni e al mantenimento della funzionalità essenziale.

Quando un cantiere può legittimamente rifiutarsi di restituire un’imbarcazione?
Un cantiere può esercitare il diritto di ritenzione e rifiutare la restituzione quando vanta un credito per le prestazioni di custodia e conservazione del bene. Secondo la Corte, non è necessario che l’importo esatto del credito sia già stato definito o liquidato; è sufficiente la sua esistenza.

Qual è il termine di prescrizione per i canoni di rimessaggio non pagati?
Se le parti non hanno espressamente concordato pagamenti periodici (es. canone annuale), il contratto di rimessaggio genera una prestazione continuativa. Pertanto, il diritto al compenso si prescrive nel termine ordinario di dieci anni e non in quello breve di cinque anni.

Fino a che punto il custode è responsabile del deterioramento di un bene depositato per molti anni?
La responsabilità del custode (nel caso di specie, il cantiere) è limitata alla protezione del bene da eventi dannosi esterni e al mantenimento della sua funzionalità essenziale. Non si estende al naturale deterioramento dovuto al mero trascorrere del tempo, poiché si tratta di un evento inevitabile e al di fuori della sua sfera di controllo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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