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Diritto di precedenza: No per lavoro autonomo

Un musicista con contratti di lavoro autonomo pluriennali con una Fondazione Lirica ha visto respinta la sua richiesta di diritto di precedenza per future assunzioni. La Cassazione ha confermato che tale diritto, previsto dal CCNL di settore, è riservato solo ai lavoratori subordinati, escludendo i collaboratori autonomi e respingendo l’appello basato sul principio di affidamento.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Diritto di Precedenza: la Cassazione esclude i Lavoratori Autonomi

Il diritto di precedenza nelle assunzioni è un’importante tutela per i lavoratori, ma la sua applicazione è strettamente legata alla natura del rapporto di lavoro. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito che questo diritto, previsto dal Contratto Collettivo Nazionale per le Fondazioni Lirico-Sinfoniche, non si estende ai collaboratori con contratti di lavoro autonomo, anche se il rapporto è continuativo e pluriennale. Analizziamo insieme questa importante decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: La Collaborazione Pluriennale e la Richiesta del Musicista

Il caso riguarda un musicista, docente di conservatorio, che per molti anni ha collaborato con una prestigiosa Fondazione lirica in qualità di professore d’orchestra. La collaborazione è avvenuta attraverso una serie di contratti di lavoro autonomo a tempo determinato. Dopo aver superato diverse selezioni e aver lavorato consecutivamente per circa sette anni, il musicista ha visto diminuire progressivamente il suo coinvolgimento, fino a diventare solo occasionale.
Ritenendo di aver maturato un diritto di precedenza per le future assunzioni a termine, ha citato in giudizio la Fondazione per ottenere il risarcimento del danno derivante dal mancato reclutamento.

Il Diritto di Precedenza nel CCNL: l’Analisi della Corte

La questione centrale ruotava attorno all’interpretazione dell’art. 1 del CCNL di settore. Tale articolo stabilisce che il personale artistico che partecipa con successo alle selezioni per tre anni consecutivi e viene assunto, matura un diritto di precedenza per le stagioni successive. La Corte di Appello, e successivamente la Cassazione, hanno stabilito che questa norma è inapplicabile ai rapporti di lavoro autonomo.
La Corte ha evidenziato come il testo del CCNL utilizzi termini inequivocabilmente legati al lavoro subordinato, come ‘assunzione’, ‘libretto di lavoro’, ‘periodo di prova’ e ‘livello di inquadramento’. Questi elementi sono incompatibili con la natura di un contratto di collaborazione autonoma.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del musicista inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito sulla base di diverse argomentazioni.

Distinzione tra Lavoro Subordinato e Autonomo

Il punto cruciale della decisione è la netta distinzione tra le due tipologie di rapporto. Il diritto di precedenza, così come disciplinato dal CCNL, è una tutela pensata per la stabilità del lavoratore dipendente. I giudici hanno sottolineato che lo stesso ricorrente era un docente di conservatorio e, in quanto dipendente pubblico, non avrebbe potuto legalmente stipulare un contratto di lavoro subordinato con la Fondazione, a causa dei divieti di cumulo di impieghi pubblici. Di conseguenza, non poteva rivendicare un diritto (la precedenza) legato a una tipologia contrattuale che gli era preclusa per legge.

Il Principio di Affidamento non Crea Nuovi Diritti

Il musicista aveva anche invocato il principio di buona fede e del legittimo affidamento, sostenendo che la prassi consolidata di reclutamento per sette anni consecutivi avesse generato in lui l’aspettativa di essere richiamato. La Corte ha respinto questa tesi, chiarendo che il principio di affidamento può tutelare una parte contro l’esercizio abusivo o tardivo di un diritto già esistente, ma non può essere la fonte per creare un diritto dal nulla. Poiché il diritto di precedenza non era applicabile al suo contratto autonomo, non poteva sorgere alcun affidamento tutelabile in tal senso.

Vizi Procedurali: L’Importanza della Specificità del Ricorso

Infine, la Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile anche per vizi procedurali. I motivi presentati erano confusi, mescolando censure di violazione di legge (error in iudicando) con errori procedurali (error in procedendo). Inoltre, la questione della violazione della buona fede era stata introdotta tardivamente nel corso del primo grado di giudizio, configurandosi come una domanda nuova e, pertanto, inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: le tutele previste per il lavoro subordinato non possono essere estese automaticamente ai rapporti di lavoro autonomo, a meno che non sia espressamente previsto dalla legge o dalla contrattazione collettiva. La natura del rapporto, e non solo la sua durata, è determinante per stabilire i diritti e gli obblighi delle parti. Per i professionisti e gli artisti che operano con contratti di collaborazione, questa sentenza sottolinea l’importanza di definire chiaramente nei contratti individuali eventuali clausole di preferenza o di futura collaborazione, non potendo fare affidamento su tutele nate in contesti normativi differenti.

Il diritto di precedenza nelle assunzioni si applica anche ai lavoratori autonomi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il diritto di precedenza previsto dall’art. 1 del CCNL Fondazioni Lirico-Sinfoniche è una tutela specifica per i lavoratori subordinati, come dimostrano i riferimenti testuali a ‘assunzione’, ‘periodo di prova’ e ‘libretto di lavoro’, e non può essere esteso ai contratti di collaborazione autonoma.

Una collaborazione lavorativa continuativa per molti anni può generare un legittimo affidamento a essere richiamati?
No, non al punto da creare un diritto che non esiste. La Corte ha chiarito che il principio del legittimo affidamento non può far nascere un diritto (come quello di precedenza) che la legge o il contratto collettivo non prevedono per quella specifica tipologia di rapporto. L’affidamento tutela l’esercizio di un diritto esistente, non ne crea di nuovi.

Perché il ricorso del musicista è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due ragioni principali: la prima, di merito, perché la pretesa si basava su una norma inapplicabile al lavoro autonomo; la seconda, di carattere procedurale, perché i motivi del ricorso erano formulati in modo generico e confuso, e perché alcune argomentazioni, come la violazione della buona fede, erano state introdotte tardivamente nel processo, configurandosi come domande nuove non ammesse.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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