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Diritto di opzione: no senza pagamenti regolari

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della figlia di un conduttore che intendeva acquistare un immobile pubblico. La Corte ha stabilito che la regolarità nel pagamento dei canoni di locazione è un presupposto essenziale per l’esercizio del diritto di opzione, non una semplice condizione per il trasferimento finale. La morosità, anche se relativa a una sola mensilità precedente l’esercizio dell’opzione, preclude l’acquisto.

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Diritto di opzione e immobili pubblici: senza pagamenti regolari, l’acquisto è impossibile

L’esercizio del diritto di opzione per l’acquisto di un immobile di proprietà di un ente pubblico è un’opportunità importante per molti conduttori e i loro familiari. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: la regolarità nei pagamenti del canone di locazione non è una mera formalità, ma un presupposto costitutivo del diritto stesso. L’assenza di tale regolarità, anche per una sola mensilità, può vanificare l’intera operazione.

I fatti di causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda la richiesta della figlia convivente della conduttrice di un immobile di proprietà di un ente previdenziale. La richiedente, avvalendosi del diritto di opzione previsto dalla normativa sulla dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, aveva manifestato la volontà di acquistare l’appartamento.

La sua domanda, tuttavia, era stata respinta dalla Corte d’Appello. Il motivo? La morosità nel pagamento dei canoni di locazione, accumulata prima dal padre e poi dalla madre, succeduta nel contratto. La Corte territoriale aveva accertato che il mancato pagamento di alcune mensilità risaliva a un periodo antecedente alla stessa comunicazione di esercizio dell’opzione, rendendo di fatto illegittima la pretesa di acquisto.

La parte soccombente ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo, tra le altre cose, che la regolarità dei pagamenti dovesse essere valutata solo al momento del trasferimento e non prima, e che l’ente proprietario non avesse mai contestato tempestivamente la morosità.

Il diritto di opzione e il requisito della regolarità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione d’appello e fornendo un’interpretazione rigorosa dei requisiti per l’esercizio del diritto di opzione. I giudici hanno chiarito che, nel contesto della normativa sulla dismissione degli immobili pubblici, la regolarità nel pagamento dei canoni non è una condizione sospensiva che incide solo sull’efficacia del trasferimento finale. Al contrario, essa costituisce un presupposto fondamentale, un elemento costitutivo del diritto stesso.

Questo significa che il diritto di acquistare l’immobile non sorge affatto se il conduttore (o il familiare avente diritto) non è in regola con i pagamenti nel momento in cui intende avvalersi di tale facoltà. Non è sufficiente regolarizzare la propria posizione in un secondo momento, ad esempio prima della stipula del rogito. La legge richiede che la condizione di regolarità esista già quando si manifesta la volontà di acquistare.

L’irrilevanza dell’inerzia del proprietario

La ricorrente aveva anche lamentato che la Corte d’Appello non avesse considerato l’inerzia dell’ente proprietario nel richiedere i canoni arretrati. Anche questo motivo è stato giudicato infondato. La Suprema Corte ha sottolineato che l’obbligo di pagare il canone è un dovere primario del conduttore e non viene meno a causa del mancato sollecito da parte del locatore. La morosità, fino al momento del trasferimento di proprietà, preclude il completamento della procedura di dismissione, poiché il bene rimane di proprietà pubblica e il godimento deve essere compensato dal canone.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha ribadito un principio consolidato: il procedimento di acquisto tramite diritto di opzione è una “fattispecie a formazione progressiva”. Inizia con la proposta irrevocabile dell’ente, prosegue con l’accettazione del conduttore e si conclude con il trasferimento di proprietà. La regolarità dei pagamenti è un requisito che deve persistere lungo tutto questo percorso, in quanto presupposto per la legittimazione stessa dell’acquirente. I giudici hanno specificato che la legge, nel concedere questo beneficio, ha inteso tutelare i conduttori meritevoli, e la regolarità dei pagamenti è l’indicatore principale di tale meritevolezza.

Inoltre, la Corte ha escluso l’applicabilità delle norme speciali (art. 7 bis del D.L. 203/2005) invocate dalla ricorrente, che consentono una sanatoria per i conduttori morosi. Tali norme, infatti, si applicano a casi specifici (come gli occupanti senza titolo) e richiedono procedure particolari (come la rinuncia a ogni azione legale) che nel caso di specie non erano state soddisfatte.

Conclusioni

La decisione della Cassazione rappresenta un monito importante per tutti coloro che intendono esercitare il diritto di opzione su immobili pubblici. La regolarità nel pagamento dei canoni di locazione è un requisito non negoziabile. Anche un piccolo arretrato, se esistente prima dell’esercizio dell’opzione, può compromettere irrimediabilmente la possibilità di acquistare l’immobile. È quindi fondamentale mantenere una posizione debitoria impeccabile non solo al momento del rogito, ma anche e soprattutto quando si decide di avviare la procedura di acquisto.

È possibile esercitare il diritto di opzione per l’acquisto di un immobile pubblico se si è in ritardo con il pagamento del canone?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la regolarità nel pagamento dei canoni è un presupposto essenziale e un elemento costitutivo del diritto stesso. La morosità, anche se relativa a periodi precedenti l’esercizio dell’opzione, ne impedisce la valida insorgenza.

La regolarità dei pagamenti del canone deve esistere solo al momento della firma del contratto di acquisto?
No. La regolarità deve esistere già al momento in cui il conduttore intende avvalersi dei diritti attribuiti dalla legge, ovvero quando esercita l’opzione. Inoltre, tale regolarità deve persistere fino al trasferimento definitivo della proprietà, poiché l’acquisto è una fattispecie a formazione progressiva.

La legge speciale che permette ai conduttori morosi di sanare la propria posizione (art. 7 bis del DL 203/2005) si applica in ogni caso?
No. La Corte ha chiarito che tale normativa si applica a fattispecie specifiche e a determinate condizioni, come quella degli occupanti senza titolo o previo accordo di definizione bonaria che includa la rinuncia a qualsiasi azione legale. Non è una sanatoria applicabile automaticamente a tutti i casi di morosità nel contesto del diritto di opzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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