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Diritto di critica: libro-intervista e diffamazione

Una holding finanziaria ha citato in giudizio una casa editrice e gli autori di un libro-intervista per diffamazione, sostenendo che il testo insinuasse origini illecite del suo patrimonio. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che l’opera rientrava nell’esercizio del diritto di critica. Secondo la Corte, un libro-intervista che non si limita a riportare fatti ma li analizza per stimolare un dibattito, è protetto dalla scriminante del diritto di critica, anche in presenza di inesattezze minori che non alterano la verità sostanziale dei fatti narrati.

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Pubblicato il 28 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Diritto di Critica e Diffamazione: La Cassazione sul Libro-Intervista

L’eterno dibattito tra libertà di espressione e tutela della reputazione trova una nuova, importante, chiave di lettura in una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda un libro-intervista che ha portato una nota holding finanziaria a citare per diffamazione la casa editrice e gli autori. La decisione dei giudici supremi offre chiarimenti fondamentali sui confini del diritto di critica, specialmente quando questo si intreccia con complesse vicende giudiziarie di interesse pubblico.

I Fatti del Caso

Una importante holding finanziaria ha intrapreso un’azione legale contro una casa editrice, i due giornalisti curatori di un libro-intervista e l’ex magistrato intervistato. L’accusa era di diffamazione. Secondo la società, il libro lasciava intendere che la sua fortuna economica derivasse da attività di riciclaggio di capitali illeciti, basandosi su indagini giudiziarie che, a detta della ricorrente, erano state smentite o superate da successivi sviluppi processuali. La società chiedeva un risarcimento danni, una riparazione pecuniaria e la pubblicazione della sentenza su diverse testate giornalistiche.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano rigettato la domanda, ritenendo che il contenuto del libro non fosse diffamatorio e rientrasse nell’esercizio legittimo del diritto di critica. La società ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Diritto di Critica

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della decisione è la distinzione tra il diritto di cronaca e il diritto di critica. Mentre la cronaca richiede una riproduzione fedele e asettica dei fatti, la critica si esprime in un giudizio e in una valutazione soggettiva. Il libro-intervista in questione è stato qualificato non come un’opera di cronaca giudiziaria, ma come un lavoro di approfondimento giornalistico con tesi di carattere politico, volto ad analizzare e criticare gli esiti processuali di vicende di grande interesse pubblico.

La “Verità Sostanziale” come Requisito Fondamentale

La Corte ha ribadito un principio cruciale: anche il diritto di critica deve fondarsi su un presupposto fattuale sostanzialmente vero. Nel caso di specie, la difesa della holding si basava su alcune inesattezze presenti nel libro, come l’ammontare esatto dei fondi sospetti. I giudici hanno ritenuto tali imprecisioni non rilevanti al punto da trasformare un fatto “vero” in uno “falso”. La differenza quantitativa, secondo la Corte, non stravolgeva il nucleo della narrazione, che rimaneva ancorata a fatti storici e procedimenti giudiziari realmente esistiti. Pertanto, il requisito della verità sostanziale era soddisfatto.

Libro-Intervista come Strumento di Dibattito

Un altro aspetto fondamentale evidenziato dalla Corte è la natura stessa del “libro-intervista”. Questo genere non è finalizzato a informare in modo neutro, ma a stimolare un dibattito. L’intreccio tra le domande, spesso già argomentate, dei giornalisti e le risposte dell’intervistato crea un’opera che, per sua natura, propone un ripensamento critico delle vicende. L’intento degli autori, come esplicitato nell’introduzione del libro, non era descrivere i fatti, ma proporre una loro rilettura, esprimendo un “dissenso verso la realtà fenomenica”.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla corretta applicazione dei principi giurisprudenziali in materia di diffamazione. La Corte ha stabilito che i giudici di merito avevano correttamente inquadrato l’opera nell’ambito del diritto di critica, riconoscendo che il suo scopo non era la mera cronaca, ma la stimolazione di un dibattito pubblico su eventi di rilevanza storica e politica. Si è sottolineato che, per esercitare legittimamente la critica, è sufficiente che il fatto presupposto corrisponda a verità sostanziale, non essendo necessario che ogni singolo dettaglio sia inattaccabile. La Corte ha considerato che le piccole inesattezze contestate non inficiavano il nucleo veritiero della narrazione e che la finalità critica dell’opera era palese e legittima. Di conseguenza, la valutazione dei giudici di merito è stata ritenuta logica, coerente e giuridicamente corretta, escludendo la sussistenza di un difetto di motivazione o di una violazione di legge.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rafforza la tutela della libertà di espressione, in particolare per quelle opere giornalistiche e saggistiche che non si limitano a riportare notizie, ma offrono un’interpretazione critica della realtà. La sentenza chiarisce che, per sfuggire a un’accusa di diffamazione, un’opera critica deve basarsi su una verità sostanziale dei fatti e avere lo scopo di alimentare il dibattito pubblico. Le imprecisioni marginali non sono sufficienti a rendere una pubblicazione diffamatoria se il suo impianto generale si fonda su eventi reali e il suo scopo è quello di esprimere un’opinione argomentata, anche se sgradita ai protagonisti delle vicende narrate.

Qual è la differenza tra diritto di cronaca e diritto di critica in un caso di diffamazione?
Il diritto di cronaca impone una narrazione fedele e oggettiva dei fatti, mentre il diritto di critica permette l’espressione di giudizi e opinioni soggettive. La critica, però, deve sempre basarsi su un nucleo di fatti sostanzialmente veri.

Un libro-intervista che riporta vicende giudiziarie è protetto dal diritto di critica?
Sì. Secondo la Corte, un libro-intervista che non si limita a riportare i fatti ma li analizza e li interpreta, con l’intento di stimolare un dibattito pubblico, rientra a pieno titolo nell’esercizio del diritto di critica, che gode di una tutela giuridica specifica.

Piccole inesattezze in una pubblicazione la rendono automaticamente diffamatoria?
No. La Corte ha stabilito che sono rilevanti le imprecisioni che stravolgono il fatto “vero” in maniera tale da renderlo offensivo. Differenze quantitative o errori su dettagli secondari, che non alterano la “verità sostanziale” del racconto, non sono sufficienti per configurare la diffamazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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