LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto di asilo: l’obbligo di informazione è cruciale

Un cittadino straniero, soccorso in mare, riceve un ordine di respingimento senza essere stato informato sulla possibilità di chiedere protezione internazionale. La Corte di Cassazione stabilisce che la mancata informazione preliminare invalida il provvedimento, sottolineando come la tutela del diritto di asilo imponga alle autorità questo dovere fondamentale. La decisione del giudice di merito viene annullata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Diritto di Asilo: L’Obbligo di Informazione è un Dovere Preliminare Ineludibile

L’esercizio del diritto di asilo rappresenta un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico e del diritto internazionale. Affinché tale diritto possa essere effettivamente esercitato, è indispensabile che chi arriva nel nostro Paese, specialmente in condizioni di vulnerabilità, sia messo a conoscenza della possibilità di richiederlo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, stabilendo che l’omessa informazione preliminare sulla facoltà di chiedere protezione internazionale rende illegittimo il conseguente decreto di respingimento.

I Fatti del Caso: Dal Salvataggio in Mare al Decreto di Respingimento

La vicenda riguarda un cittadino straniero soccorso in mare dalla marina militare italiana e sbarcato a Lampedusa. Dopo le prime operazioni di identificazione presso l’hotspot dell’isola, veniva condotto presso la Questura di un’altra provincia, dove gli veniva notificato un decreto di respingimento. Il provvedimento si basava sul fatto che era entrato nel territorio nazionale sottraendosi ai controlli di frontiera.
Successivamente, per non aver ottemperato a tale ordine, veniva emesso nei suoi confronti un decreto di espulsione e disposto il trattenimento presso un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR). Solo in quella sede, durante l’udienza di convalida del trattenimento, manifestava formalmente la volontà di chiedere protezione internazionale in Italia.

L’impugnazione e la decisione del Giudice di Pace

Il cittadino straniero impugnava il primo decreto di respingimento, lamentando di non aver mai ricevuto alcuna informativa sulla possibilità di richiedere protezione internazionale. Il Giudice di Pace, tuttavia, rigettava il ricorso. La sua motivazione si fondava su un’affermazione contenuta nel provvedimento impugnato, secondo cui il ricorrente “non ha inteso avvalersi della possibilità di richiedere la protezione internazionale”. Per il giudice, tale dichiarazione, provenendo da un atto pubblico, godeva di fede privilegiata e non poteva essere messa in discussione.

La Violazione del Diritto di Asilo: Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha completamente ribaltato la decisione di primo grado, accogliendo il ricorso. Il ragionamento della Suprema Corte si concentra su un punto cruciale: l’obbligo di informazione non è un mero adempimento formale, ma un dovere preliminare e imprescindibile che grava sulle autorità italiane.

Il Dovere di Informazione come Presupposto di Legittimità

I giudici hanno chiarito che, secondo la normativa europea (Direttiva 2013/32/UE) e nazionale (in particolare l’art. 10-ter del Testo Unico sull’Immigrazione), lo straniero rintracciato alla frontiera o soccorso in mare deve essere informato sulla procedura di protezione internazionale. Questa informazione deve essere fornita sin dal primo contatto con le forze di polizia, ad esempio presso gli hotspot. L’obbligo non è subordinato a una esplicita richiesta dello straniero, ma scatta in automatico, essendo funzionale a garantire l’effettività di un diritto fondamentale.

La Corte ha specificato che l’errore del Giudice di Pace è stato quello di confondere due aspetti diversi: da un lato, l’adempimento del dovere di informazione da parte dell’autorità; dall’altro, la manifestazione di volontà dello straniero. Il ricorso non contestava il fatto di non aver espresso la volontà di chiedere asilo (cosa che non poteva fare, non conoscendone la possibilità), ma denunciava proprio l’omissione a monte dell’informativa.

Le Conclusioni della Corte e le Implicazioni Pratiche

La Cassazione ha concluso che la violazione dell’obbligo di preliminare informativa comporta la nullità del provvedimento di respingimento. L’informazione sulla possibilità di attivare le procedure di asilo è strumentale ad assicurare al cittadino straniero l’effettivo diritto di avvalersene. Privarlo di questa conoscenza equivale a ostacolare l’accesso a una tutela fondamentale, come peraltro già affermato in passato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Di conseguenza, il provvedimento impugnato è stato cassato con rinvio al Giudice di Pace di Trapani per un nuovo esame. Questa ordinanza rafforza un principio di garanzia essenziale: non può esserci un legittimo respingimento se prima non è stato scrupolosamente adempiuto il dovere di informare la persona sui suoi diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto di chiedere asilo.

È valido un decreto di respingimento se lo straniero non è stato prima informato sulla possibilità di chiedere protezione internazionale?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata preliminare informazione sulla possibilità di richiedere protezione internazionale rende nullo il provvedimento di respingimento, in quanto viola un obbligo di legge fondamentale.

L’obbligo di fornire informazioni sul diritto di asilo si applica anche a chi viene soccorso in mare?
Sì, la normativa (in particolare l’art. 10-ter del T.U. Immigrazione) prevede esplicitamente che l’informazione sulla procedura di protezione internazionale sia assicurata anche agli stranieri giunti in Italia a seguito di operazioni di salvataggio in mare, già presso gli “hotspot”.

La dichiarazione nel decreto che lo straniero “non ha inteso avvalersi” del diritto di asilo è sufficiente a provare che l’informativa è stata data?
No, non è sufficiente. La Corte ha chiarito che il punto centrale non è se la persona abbia manifestato la volontà di chiedere asilo, ma se l’autorità abbia adempiuto al suo obbligo preventivo di informarla su tale diritto. L’omissione di questo dovere informativo è un vizio che invalida l’atto a monte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati