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Diritto Civile

Responsabilità del vettore: prova del furto incerta
Una banca ha citato in giudizio una società di corrieri per la scomparsa del contenuto di due plichi contenenti valuta. I plichi sono stati ritrovati vuoti presso un hub della società convenuta. La Corte di Cassazione ha rigettato la domanda della banca, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La ragione principale del rigetto è stata la mancata prova da parte della banca su dove, quando e da chi fosse stato commesso il furto. Questa incertezza ha reso impossibile attribuire la responsabilità del vettore alla società di corrieri.
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Exceptio non adimpleti contractus: quando non si applica
Una conduttrice sospendeva il pagamento del canone a causa di gravi vizi dell'immobile, noti fin dall'inizio del rapporto e per i quali aveva pattuito di eseguire le riparazioni. La Cassazione ha negato l'applicabilità dell'exceptio non adimpleti contractus, ritenendo più grave l'inadempimento della conduttrice che, pur continuando a godere dell'immobile, aveva interrotto totalmente i pagamenti. La Corte ha confermato la risoluzione del contratto a suo carico.
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Rigetto Ricorso Cassazione: Conseguenze e Costi
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello, disponendo il rigetto del ricorso in Cassazione presentato da una società cooperativa agricola contro un privato. La decisione comporta per la ricorrente l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, come previsto dalla normativa vigente in caso di impugnazione infondata.
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Regolamentazione NCC: Stop a norme discriminatorie
Una società di noleggio con conducente ha contestato delle sanzioni emesse da un importante Comune italiano, basate su una regolamentazione locale che limitava l'accesso al proprio territorio acquatico (ZTL) ai soli operatori NCC con licenza rilasciata da altri comuni. La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità di tale regolamentazione NCC, stabilendo che i Comuni non possono creare barriere discriminatorie basate sulla provenienza della licenza, in quanto ciò eccede le loro competenze e viola i principi di concorrenza. La Corte ha rigettato il ricorso del Comune, disapplicando la normativa locale e annullando le sanzioni.
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Indennità fine rapporto agente: no se mancano i target
Un'agenzia commerciale si è vista negare l'indennità di fine rapporto agente a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita. La Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che un inadempimento grave e persistente agli obiettivi contrattuali può giustificare la risoluzione per giusta causa del contratto di agenzia, escludendo il diritto all'indennità.
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Ricorso per cassazione: i requisiti di ammissibilità
Una società che gestiva un parcheggio ha citato in giudizio un Comune per ottenere il risarcimento dei danni derivanti dalla rovina di un edificio comunale che aveva bloccato una via d'accesso. La richiesta è stata respinta sia in primo grado che in appello. La società ha quindi presentato ricorso alla Corte di Cassazione, la quale lo ha dichiarato inammissibile. La Corte ha ribadito i rigorosi requisiti di ammissibilità del ricorso per cassazione, sottolineando l'importanza del principio di autosufficienza e della corretta formulazione dei motivi, specialmente per quanto riguarda la presunta errata valutazione delle prove e la motivazione 'per relationem' della sentenza d'appello.
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Licenza NCC: Stop a restrizioni comunali illegittime
La Corte di Cassazione ha stabilito che un Comune non può imporre restrizioni discriminatorie agli operatori con licenza NCC rilasciata da altri comuni, giudicando illegittima un'ordinanza del Comune di Venezia che limitava l'accesso a una zona a traffico limitato (ZTL) acquea. La Corte ha ritenuto tale provvedimento un eccesso di potere, in violazione dei principi di concorrenza. Al contempo, ha chiarito che le norme del Codice della Strada, come la pre-segnalazione degli autovelox, non si applicano per analogia alla navigazione, che è regolata da un corpus normativo speciale e autonomo.
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Danni da vibrazioni: quando la CTU è valida?
Una proprietaria di un immobile chiede il risarcimento per i danni da vibrazioni causati dal transito di treni. La società ferroviaria risponde con una domanda riconvenzionale per la demolizione di una parte dell'edificio. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso della proprietaria, chiarendo importanti principi sulla validità della consulenza tecnica d'ufficio (CTU) e sulla tardività delle eccezioni processuali, come la prescrizione. La decisione sottolinea che la relazione di un CTU revocato è irrilevante e che le critiche di merito alla perizia non possono essere esaminate in sede di legittimità.
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Licenza NCC: Stop a restrizioni ZTL del Comune
Una società di trasporto persone con motoscafo, titolare di una licenza NCC rilasciata da un comune esterno, è stata multata per aver operato nella Zona a Traffico Limitato (ZTL) di Venezia. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, annullando le sanzioni. Ha stabilito che l'ordinanza comunale, che imponeva restrizioni diverse agli operatori a seconda del comune che aveva rilasciato la licenza NCC, è illegittima perché discriminatoria, viola la concorrenza e supera i poteri regolamentari del Comune.
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Trattamento dati biometrici: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'uso di software di proctoring per gli esami universitari online costituisce trattamento dati biometrici, anche se la valutazione finale è umana. Ha inoltre annullato la decisione di merito che riteneva legittimo il trasferimento di dati verso gli USA basato su clausole contrattuali standard generiche, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Responsabilità sub-vettore: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione affronta un caso di responsabilità sub-vettore per la perdita di un carico. Una società di logistica, condannata a risarcire il proprietario della merce, aveva agito in rivalsa contro il sub-vettore da lei incaricato. Quest'ultimo aveva a sua volta affidato il trasporto a un terzo soggetto, che si era appropriato indebitamente del carico. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso del sub-vettore, confermando la sua responsabilità contrattuale per l'operato del soggetto da lui scelto, a prescindere da eventuali negligenze della società di logistica.
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Licenza NCC: Stop alle restrizioni del Comune di Venezia
La Corte di Cassazione ha annullato le sanzioni amministrative emesse dal Comune di Venezia contro una società di trasporto acqueo e un operatore individuale. La controversia riguardava le restrizioni imposte agli operatori con licenza NCC rilasciata da altri comuni per la circolazione nelle acque interne di Venezia. La Corte ha ritenuto l'ordinanza comunale illegittima per eccesso di potere, in quanto creava una discriminazione ingiustificata, violando i principi di libera concorrenza e libera circolazione dei servizi. Di conseguenza, le multe sono state annullate.
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Mancato avveramento condizione: chi paga i danni?
La Corte di Cassazione analizza un caso di compravendita immobiliare in cui un pagamento aggiuntivo era legato all'esproprio di un terreno. A causa del mancato avveramento condizione, dovuto a scelte della Pubblica Amministrazione, la Corte ha stabilito che nessuna colpa può essere attribuita all'acquirente, che aveva adempiuto ai suoi obblighi iniziali. Il ricorso della venditrice è stato rigettato, chiarendo i principi sull'onere della prova in queste circostanze.
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Rivendica di beni mobili: la prova in liquidazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12958/2024, si è pronunciata sulla rivendica di beni mobili da parte di terzi nel contesto della liquidazione di un'associazione. Gli eredi del fondatore di un ente culturale rivendicavano la proprietà di opere d'arte e libri presenti nella sede, ma la loro domanda è stata respinta per carenza di prova. La Corte ha ribadito la necessità di una prova rigorosa, la cosiddetta "doppia prova" scritta, escludendo di norma la testimonianza, per superare la presunzione di appartenenza dei beni all'ente in liquidazione.
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Domanda riconvenzionale: limiti e ammissibilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12936/2024, ha rigettato i ricorsi relativi a una controversia nata dalla fornitura di tende difettose. Il caso verteva su una domanda riconvenzionale per risarcimento danni, presentata tardivamente dal committente. La Corte ha confermato che la decisione di merito in primo grado non impedisce al giudice d'appello di dichiarare l'inammissibilità della domanda per tardività. Viene ribadito il principio secondo cui non si forma un 'giudicato implicito' sull'ammissibilità, consolidando un importante orientamento processuale.
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Restituzione frutti possessore: quando cessa l’obbligo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un erede che chiedeva la restituzione dei frutti di un immobile da parte di una società di leasing. La Corte ha confermato la decisione di merito, basata su una ragione giuridica non contestata dal ricorrente: la società di leasing aveva perso il possesso del bene molti anni prima della sua effettiva restituzione, a seguito di un atto del curatore fallimentare della società utilizzatrice. Di conseguenza, è venuto meno il presupposto per l'obbligo di restituzione frutti del possessore, previsto dall'art. 1148 c.c., che è strettamente legato alla qualifica di possessore.
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Tariffa di depurazione: il rimborso è di 10 anni
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12879/2024, ha confermato un importante principio a tutela degli utenti del servizio idrico. Anche in presenza di un impianto di depurazione funzionante, se questo non rispetta gli standard qualitativi previsti dalla legge (ad esempio, fornendo solo un trattamento primario), il servizio si considera come non reso. Di conseguenza, l'utente ha diritto al rimborso della specifica quota della tariffa di depurazione versata. La Corte ha inoltre ribadito che il termine di prescrizione per richiedere tale rimborso è di dieci anni, non cinque.
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Cessione di cubatura: venditore non responsabile
Una società edile acquista un terreno con annessa cessione di cubatura, ma il Comune nega il permesso di costruire a causa di una modifica delle norme urbanistiche successiva al contratto. La Corte di Cassazione ha stabilito che il venditore non è responsabile per inadempimento, poiché la causa del diniego è un "factum principis" (un atto della pubblica autorità) e non una sua colpa. Il contratto rimane valido e la responsabilità per le modifiche normative ricade sull'acquirente.
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Extrabudget sanitario: limiti al pagamento ASL
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12873/2024, ha stabilito che un'azienda sanitaria non può applicare un'ulteriore decurtazione non prevista contrattualmente per prestazioni in extrabudget sanitario, se l'aggregato economico provinciale per l'anno di riferimento risultava sufficiente a coprire tali spese. Il ricorso dell'azienda sanitaria è stato rigettato, confermando la decisione della Corte d'Appello che aveva ritenuto illegittimo il taglio, in quanto estraneo ai rapporti contrattuali e basato su una presunta incapienza di fondi non dimostrata.
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Servitù altius non tollendi: un patto è per sempre?
Una società immobiliare demolisce un vecchio edificio per costruirne uno nuovo e molto più alto. I vicini si oppongono, citando un accordo del 1972 che limitava l'altezza di costruzione. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12906/2024, ha stabilito che un patto di questo tipo, configurando una servitù altius non tollendi, costituisce un diritto reale sulla proprietà e non una semplice obbligazione personale. Di conseguenza, la Corte d'Appello aveva errato nel sottovalutarne la portata. La sentenza è stata annullata e il caso rinviato per una nuova valutazione alla luce di questo principio.
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