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Diritto Civile

Onere della prova vandalismo: la Cassazione decide
Una carrozzeria, agendo come cessionaria del credito di un automobilista, ha citato in giudizio una compagnia assicurativa per ottenere il risarcimento dei danni subiti da un veicolo a seguito di atti vandalici. Le corti di primo e secondo grado hanno respinto la domanda, ritenendo non adeguatamente assolto l'onere della prova. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando vizi procedurali nella formulazione dei motivi d'appello, in particolare riguardo alla contestazione di una sentenza motivata "per relationem", e ribadendo i principi sull'onere della prova vandalismo a carico di chi richiede l'indennizzo.
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Gestione di affari altrui: la prova del pagamento
Un Comune ha anticipato spese funerarie per due cittadini deceduti, agendo in base al principio della gestione di affari altrui. Successivamente, ha richiesto il rimborso all'unica erede, la quale ha accettato l'eredità ma si è opposta al pagamento. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'erede, confermando la sua obbligazione, poiché i motivi di ricorso miravano a una rivalutazione delle prove, non consentita in sede di legittimità.
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Nullità notifica appello: le regole per l’avvocato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza del 28/10/2025, ha confermato l'inammissibilità di un appello a causa della nullità della notifica dell'atto. Il caso nasce da un sinistro stradale. L'appellante non ha rispettato i requisiti formali previsti dalla Legge n. 53/1994, omettendo dati essenziali nell'avviso di ricevimento. La Corte ha stabilito che tale omissione causa una nullità notifica appello insanabile in assenza della costituzione della controparte, rendendo l'impugnazione inammissibile.
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Legittimazione ad agire: eccezione non tardiva?
Un supercondominio cita in giudizio la propria compagnia assicurativa per un danno patrimoniale causato dalla negligenza dell'amministratore. La Cassazione chiarisce che la mancanza di legittimazione ad agire, intesa come titolarità del diritto, non è un'eccezione processuale soggetta a preclusioni, ma una questione di merito rilevabile in ogni stato e grado del processo. Il ricorso viene rigettato poiché la polizza copriva l'amministratore e non conferiva un'azione diretta al condominio danneggiato.
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Domanda risarcitoria: quando il giudicato la blocca?
Una società ha intentato una seconda causa per ottenere un risarcimento danni (interessi passivi e spese condominiali) maturati dopo un primo processo già concluso con una sentenza definitiva. La Corte di Cassazione ha dichiarato la nuova domanda risarcitoria inammissibile, affermando che tutti i danni derivanti da un singolo illecito devono essere richiesti in un unico giudizio. Il precedente giudicato copre non solo le pretese avanzate, ma anche quelle che si sarebbero potute avanzare, impedendo così la frammentazione delle azioni legali.
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Onere della prova indebito: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due coniugi che chiedevano la restituzione di una somma pagata con assegno, ritenendola non dovuta. La Corte ha ribadito un principio fondamentale sull'onere della prova indebito: spetta a chi ha effettuato il pagamento dimostrare non solo di averlo fatto, ma anche l'inesistenza di una causa giustificatrice. Non essendo stata fornita tale prova, il ricorso è stato respinto e i ricorrenti sono stati condannati per abuso del processo.
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Ripartizione spese lastrico solare: il danneggiato paga?
La Corte di Cassazione ha stabilito che il proprietario di un'unità immobiliare, danneggiata da infiltrazioni provenienti da un lastrico solare di uso esclusivo, deve comunque contribuire alle spese di riparazione. La sentenza chiarisce che l'obbligo di partecipazione alla spesa deriva non dalla colpa, ma dalla qualità di condomino che beneficia della copertura offerta dal lastrico. La ripartizione spese lastrico solare segue il criterio dell'art. 1126 c.c. (un terzo a carico dell'usuario esclusivo e due terzi a carico dei proprietari delle unità sottostanti, incluso il danneggiato per la sua quota).
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Prova presuntiva e azione revocatoria: il caso esaminato
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito che aveva dichiarato inefficace una compravendita immobiliare tramite azione revocatoria. La decisione è stata cassata perché basata su una prova presuntiva non valida: la precedente trascrizione di un sequestro conservativo, poi revocato e cancellato. La Suprema Corte ha chiarito che un singolo elemento indiziario, privo dei requisiti di gravità, precisione e concordanza, non è sufficiente a dimostrare la 'scientia fraudis' del terzo acquirente.
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Cessione del credito da rivalsa: è valida? La Cassazione
Una società utilizzatrice ha chiesto il rimborso di accise sull'energia elettrica versate indebitamente al proprio fornitore. Quest'ultimo aveva però ceduto i propri crediti a una società di factoring. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'azione di rimborso deve essere rivolta contro la società di factoring, in quanto la cessione del credito di rivalsa è pienamente valida. Tale credito, infatti, ha natura commerciale e privatistica, non tributaria, e può essere liberamente trasferito.
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Termine lungo impugnazione: quando non si applica
Un'imprenditrice ha perso il diritto di ricorrere in Cassazione perché il suo appello è stato depositato oltre il termine lungo impugnazione di sei mesi. La Corte ha chiarito che nelle cause di opposizione all'esecuzione non si applica la sospensione feriale dei termini, rendendo il ricorso tardivo e inammissibile.
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Inadempimento contrattuale reciproco: chi prevale?
Una recente sentenza della Corte d'Appello analizza un caso di inadempimento contrattuale reciproco in un contratto agricolo. La Corte ha stabilito che il totale mancato pagamento del corrispettivo costituisce un inadempimento più grave rispetto alle presunte mancanze della controparte, portando alla risoluzione del contratto per colpa del debitore e alla sua condanna al risarcimento del danno, pari all'intero importo pattuito.
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Onere della prova: natante affondato e assicurazione
Un'imbarcazione da diporto affonda e la compagnia assicurativa nega l'indennizzo, adducendo un difetto di manutenzione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, chiarisce la ripartizione dell'onere della prova in materia, confermando che se l'assicuratore dimostra concretamente il fatto che esclude la copertura (in questo caso, la vetustà e la carente manutenzione), il rigetto della domanda dell'assicurato è legittimo. La Corte ha ritenuto inammissibili le censure sulla valutazione delle prove, ribadendo che tale attività è riservata al giudice di merito.
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Rimborso accise energia: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un'azienda a ottenere il rimborso accise energia relative all'addizionale provinciale sulla fornitura elettrica. Il caso vedeva un'azienda utente richiedere la restituzione delle somme versate a una società di factoring, la quale aveva acquistato i crediti dal fornitore di energia. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del fornitore, allineandosi a un orientamento consolidato che sancisce l'illegittimità di tale addizionale e il conseguente diritto alla restituzione per l'utente finale.
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Legittimazione passiva: chi rimborsa l’indebito?
La Corte di Cassazione chiarisce la questione della legittimazione passiva in un caso di richiesta di rimborso per un'imposta non dovuta. Un'azienda aveva pagato un'addizionale sull'energia elettrica, successivamente rivelatasi illegittima, a una società di factoring a cui la fornitrice di energia aveva ceduto il credito. La Corte ha stabilito che l'azione di restituzione deve essere rivolta esclusivamente contro chi ha materialmente ricevuto il pagamento (l'accipiens), ovvero la società di factoring, e non contro il fornitore originale del servizio, che difetta di legittimazione passiva.
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Legge elettorale: la Cassazione esamina la sua legittimità
Un gruppo di cittadini ha contestato la costituzionalità dell'attuale legge elettorale, nota come 'Rosatellum', sostenendo che essa viola il diritto di voto e la sovranità popolare a causa delle soglie di sbarramento, del voto congiunto obbligatorio e dell'iter di approvazione. Dopo che i tribunali di primo e secondo grado hanno respinto le loro istanze, la Corte di Cassazione, riconoscendo l'elevata complessità delle questioni, ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Con tale provvedimento, la Corte ha sospeso il giudizio per richiedere una relazione approfondita al proprio Ufficio del Massimario, al fine di analizzare l'intero meccanismo della legge elettorale alla luce dei principi costituzionali.
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Risarcimento Danno Inerzia PA: Giudice Ordinario
Un cittadino ha citato in giudizio una Regione per ottenere il risarcimento del danno derivante dalla mancata attuazione di progetti per il lavoro, lamentando la lesione dei suoi diritti fondamentali. La Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione spetta al giudice ordinario, poiché la domanda riguarda un'omissione illecita della Pubblica Amministrazione e non la legittimità di un provvedimento amministrativo. La decisione chiarisce che il risarcimento danno da inerzia PA che lede diritti soggettivi rientra nella competenza civile.
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Giurisdizione Corte dei Conti: imposta di soggiorno
Una società di gestione alberghiera contesta la giurisdizione della Corte dei Conti riguardo al mancato versamento dell'imposta di soggiorno. La Corte di Cassazione, applicando il principio della perpetuatio iurisdictionis, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La giurisdizione si determina al momento della domanda giudiziale e le modifiche legislative successive, che qualificano il gestore come responsabile d'imposta, non possono revocarla retroattivamente.
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Cessazione materia del contendere: appello inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato da alcuni fideiussori contro una banca. A seguito di un accordo transattivo tra tutte le parti coinvolte, è venuto meno l'interesse a proseguire il giudizio, portando alla cessazione della materia del contendere e alla conseguente chiusura del procedimento senza una decisione nel merito.
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Chiamata in garanzia: la notifica in appello è d’obbligo
Una residente cita in giudizio un condominio per i danni subiti a causa di una caduta. Il condominio effettua una chiamata in garanzia nei confronti dell'impresa costruttrice. Dopo il rigetto in primo grado, la danneggiata appella la sentenza notificando l'atto solo al condominio. La Cassazione chiarisce che la chiamata in garanzia determina l'inscindibilità della causa, rendendo obbligatoria la notifica dell'appello anche al terzo garante, pena la nullità del procedimento. La sentenza d'appello è stata quindi cassata con rinvio.
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Responsabilità avvocato: la scelta strategica errata
La Corte di Cassazione ha affermato la responsabilità dell'avvocato che, per tutelare la quota di legittima di un erede, ha intrapreso un'azione cautelare basandosi su un orientamento giurisprudenziale obsoleto, invece di utilizzare il rimedio corretto e consolidato dell'azione di riduzione. La Corte ha stabilito che ignorare il 'diritto vivente' costituisce colpa professionale, ribaltando la decisione della Corte d'Appello che aveva assolto il legale.
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