Una cittadina, caduta a causa di un avvallamento vicino a un tombino nel cimitero comunale, ha citato in giudizio l’ente per ottenere il risarcimento dei danni. La sua richiesta è stata respinta in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione si fonda sulla piena consapevolezza della donna dello stato dei luoghi, ben illuminati e con un ostacolo perfettamente visibile, e su gravi vizi procedurali del ricorso, come la mancata trascrizione dei capitoli di prova testimoniale. L’ordinanza sottolinea come la condotta del danneggiato possa integrare il ‘caso fortuito’, interrompendo il nesso causale ed escludendo la responsabilità per cose in custodia del Comune.
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