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Diritto Civile

Prescrizione bollette: quando decorre il termine?

Un utente ha contestato una bolletta per consumi pregressi, eccependo la prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando la decisione di merito secondo cui la prescrizione bollette non decorre se il ritardo nella fatturazione è causato dalla mancata collaborazione dell’utente nel permettere la lettura del contatore. Il termine, infatti, inizia a decorrere solo da quando il fornitore può concretamente accertare il consumo e far valere il proprio diritto.

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Luce irregolare: quando un'apertura non è veduta

La Corte di Cassazione interviene in una disputa tra vicini, chiarendo i criteri per distinguere una “veduta” da una “luce irregolare”. L’ordinanza stabilisce che un’apertura non può essere considerata veduta se l’affaccio sul fondo del vicino non è esercitabile in condizioni di sufficiente comodità e sicurezza. Di conseguenza, una luce irregolare non può essere acquisita per usucapione e il vicino ha sempre il diritto di chiederne la regolarizzazione.

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Responsabilità solidale appalto e pagamento diretto

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiude un contenzioso in cui un ente committente, a fronte di un decreto ingiuntivo, aveva pagato direttamente i dipendenti dell’impresa appaltatrice inadempiente. I giudici di merito avevano stabilito che la responsabilità solidale appalto non autorizza il committente a sospendere i pagamenti verso l’appaltatore. La lite si è conclusa con un accordo e l’estinzione del procedimento prima della decisione finale della Cassazione.

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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20776/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione tra il 1982 e il 1994. Il caso verteva sulla questione della prescrizione del diritto. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato, secondo cui il termine decennale di prescrizione per queste richieste di risarcimento decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Poiché i ricorrenti non hanno interrotto la prescrizione entro il 2009, il loro diritto è stato considerato estinto.

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Frazionamento del credito: quando è legittimo?

Un’impresa di noleggio ponteggi ha ottenuto due decreti ingiuntivi distinti contro un cliente per canoni non pagati maturati in periodi diversi dello stesso contratto. Il cliente ha contestato la seconda azione come un illegittimo frazionamento del credito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il frazionamento del credito è legittimo quando il creditore ha un ‘apprezzabile interesse’. In questo caso, i canoni della seconda azione erano maturati dopo l’avvio della prima, giustificando una richiesta separata e rendendo la condotta del creditore non abusiva.

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Azione revocatoria: credito anteriore alla sentenza

La Corte di Cassazione conferma la revoca di una vendita immobiliare tra coniugi. Una ex datrice di lavoro aveva venduto un bene al marito dopo la fine del rapporto con una dipendente, la quale vantava crediti retributivi. La Corte stabilisce che ai fini dell’azione revocatoria, il credito del lavoratore sorge con il rapporto di lavoro e non con la sentenza che lo accerta, rendendo l’atto di vendita posteriore e quindi revocabile.

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Danno da esecuzione materiale: la giurisdizione è civile

La Corte di Cassazione, in un caso di danno da esecuzione materiale di un ordine di demolizione, ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario. La richiesta di risarcimento non contestava l’atto amministrativo, ma le modalità lesive dell’operazione, configurando un illecito civile.

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Rimborso appalto pubblico: la Cassazione decide

Il caso analizza una disputa sul rimborso in un appalto pubblico per servizi di vigilanza in regime emergenziale. Una società, che aveva saldato i debiti verso i fornitori, ha richiesto il pagamento diretto alla Pubblica Amministrazione. La Corte di Cassazione ha negato l’esistenza di un obbligo di pagamento diretto verso un soggetto non contraente, ma ha accolto il ricorso su un altro punto, chiarendo che una domanda di manleva, se formulata all’inizio, può essere quantificata in seguito senza essere considerata tardiva. La sentenza definisce i limiti del rimborso nell’appalto pubblico e la corretta individuazione dei soggetti contrattuali.

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Transazione novativa: come supera il giudicato

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso in cui una precedente transazione novativa ha reso inefficace una successiva sentenza passata in giudicato che dichiarava nullo un contratto di compravendita. L’ordinanza chiarisce che se le parti sostituiscono il rapporto litigioso con un nuovo accordo, la successiva decisione giudiziale sul rapporto originario non ha più valore. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per motivi procedurali, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva riconosciuto la piena efficacia della transazione.

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Azione revocatoria parziale: donazione inefficace

La Corte di Cassazione affronta un caso di azione revocatoria parziale su un immobile in comproprietà. I creditori avevano agito per revocare una donazione fatta da un debitore e dalla sua coniuge, comproprietaria non debitrice. La Corte ha stabilito che la revocatoria può colpire solo la quota del debitore (50%). La Cassazione ha confermato questo principio, precisando che accogliere la domanda per una quota minore non costituisce un vizio di ultrapetizione. Ha inoltre cassato la sentenza per omessa pronuncia sulla richiesta di cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale per la quota della coniuge non debitrice, decidendo la questione nel merito.

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Regolamento condominiale: limiti all'uso delle parti comuni

Una società immobiliare ha citato in giudizio due condomini per aver installato un cancello aggiuntivo, violando il regolamento condominiale che limitava le modifiche estetiche. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il giudice di merito ha errato nel non applicare le specifiche e più restrittive norme del regolamento condominiale, limitandosi a valutare l’intervento secondo i principi generali sull’uso della cosa comune (art. 1102 c.c.). La sentenza è stata cassata con rinvio.

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Simulazione donazione: onere della prova in eredità

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un complesso caso di divisione ereditaria, al centro del quale vi era l’accusa di simulazione di donazione. Gli eredi ricorrenti sostenevano che alcune compravendite fossero in realtà donazioni dissimulate a favore di un altro erede, lesive della loro quota. La Corte ha rigettato il ricorso, ribadendo un principio fondamentale: la valutazione delle prove sulla simulazione spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Poiché la Corte d’Appello aveva ritenuto le prove della simulazione insufficienti, la sua decisione è stata confermata, così come la divisione dei beni e la condanna alle spese per la parte soccombente.

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Doppia conforme: ricorso inammissibile in Cassazione

Un acquirente contesta l’acquisto di un’auto diversa da quella promessa. I tribunali di primo e secondo grado respingono la domanda. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso basato su presunti fatti omessi, applicando il principio della doppia conforme, poiché le due sentenze di merito erano concordi nel merito della questione.

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Compensazione spese legali: quando è inammissibile

Una subappaltatrice, dopo aver perso in primo grado le sue domande contrattuali e risarcitorie, ricorre in Cassazione lamentando la mancata compensazione spese legali. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che la compensazione è una facoltà discrezionale del giudice e non un diritto della parte, specialmente se soccombente su capi di domanda passati in giudicato.

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Contratti Pubblica Amministrazione: La Forma Scritta

Un fornitore di servizi sanitari ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale per il mancato pagamento di prestazioni e per i danni derivanti dal ricorso al credito bancario. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo due principi fondamentali: la necessità della forma scritta per la validità dei contratti con la pubblica amministrazione e l’onere per il creditore di provare il nesso causale tra il ritardo nel pagamento e il danno subito. La mancanza di contratti firmati per alcuni anni e l’assenza di una prova rigorosa del danno hanno determinato l’esito della controversia.

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Compensazione spese legali: quando è legittima?

Un debitore, parzialmente soccombente in primo grado, si vede rigettare l’appello della controparte ma il giudice compensa le spese legali. La Corte di Cassazione conferma la decisione, ritenendo che la compensazione spese legali sia giustificata sia dalla preesistente soccombenza parziale, sia dalla condotta processuale passiva e acquiescente tenuta in appello, che integra un motivo grave ed eccezionale.

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Specificità motivi appello: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati contro una sentenza di Corte d’Appello che aveva confermato l’inefficacia di alcuni atti di disposizione patrimoniale. La decisione si fonda sulla violazione del principio di specificità motivi appello, poiché i ricorrenti non hanno adeguatamente indicato e trascritto negli atti le censure mosse alla decisione impugnata, rendendo impossibile per la Corte valutarne la fondatezza.

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Onere della prova nella ripetizione di indebito

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21340/2025, ha chiarito i principi sull’onere della prova nell’azione di ripetizione di indebito. Nel caso esaminato, un’erede chiedeva la restituzione di somme versate dalla defunta a dei parenti. Questi ultimi sostenevano che i pagamenti fossero giustificati, ad esempio come restituzione di un prezzo immobiliare simulato. La Corte ha stabilito che spetta al convenuto, che riceve il pagamento, dimostrare l’esistenza di una causa giustificativa. L’attore deve solo provare il pagamento e allegare la mancanza di causa. La semplice allegazione di una giustificazione da parte del convenuto non è sufficiente a invertire l’onere della prova. La sentenza della Corte d’Appello è stata cassata per aver erroneamente applicato questo principio.

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Compenso avvocato difesa personale: la Cassazione fa

Un avvocato, dopo aver assistito un cliente con gratuito patrocinio, si opponeva alla liquidazione del proprio compenso. Il Tribunale, pur accogliendo l’opposizione, negava il pagamento per l’attività di opposizione stessa, poiché l’avvocato si era difeso personalmente. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il compenso all’avvocato in difesa personale è sempre dovuto, in quanto costituisce un’attività professionale a tutti gli effetti, che merita di essere retribuita secondo le tariffe forensi.

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Ricorso inammissibile: Cassazione e limiti al riesame

Una società fornitrice di servizi si oppone a un decreto ingiuntivo per il mancato pagamento di una fattura. Dopo la sconfitta in primo e secondo grado, ricorre in Cassazione. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio per riesaminare i fatti o le prove, ma solo di verificare la corretta applicazione della legge. La decisione chiarisce i limiti del sindacato di legittimità, in particolare riguardo la valutazione delle prove e l’interpretazione dei contratti.

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