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Diritto Bancario

Decreti tassi soglia: il giudice deve conoscerli

Una banca ha contestato la parziale reiezione del suo credito in una procedura fallimentare. Durante il processo, è stato omologato un concordato e il debitore è tornato solvibile. La banca ha riassunto la causa, ma il debitore ha sollevato un’eccezione di usura. La Corte di Cassazione ha stabilito che il tribunale ha errato sia nel condannare il debitore al pagamento (invece di decidere solo sulla distribuzione dei fondi accantonati), sia nell’addossare al debitore l’onere di produrre i decreti ministeriali sui tassi soglia. La Corte ha ribadito che i decreti tassi soglia sono atti normativi che il giudice è tenuto a conoscere e applicare.

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Ricorso inammissibile: come impugnare dopo il filtro

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile promosso da un mutuatario contro un istituto di credito. Il caso nasceva da contestazioni su anatocismo e usura in un mutuo con ammortamento alla francese. La Corte d’Appello aveva dichiarato l’appello inammissibile per mancanza di ragionevole probabilità di accoglimento (c.d. “filtro in appello”). La Cassazione ha chiarito che, in questi casi, il ricorso deve essere proposto contro la sentenza di primo grado, non contro l’ordinanza dell’appello, rendendo così il ricorso del mutuatario proceduralmente errato.

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Clausola fideiussione consumatore: nullità e tutele

La Corte di Cassazione conferma la nullità della clausola di deroga all’art. 1957 c.c. in una fideiussione stipulata da un consumatore. Tale clausola fideiussione consumatore è ritenuta vessatoria perché crea un significativo squilibrio a danno del garante. La pronuncia estingue la garanzia e, di conseguenza, determina il rigetto di un’azione revocatoria basata sul medesimo credito, ormai dichiarato inesistente con efficacia di giudicato.

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Buoni postali fruttiferi: tassi e timbri sul retro

Un risparmiatore possedeva due buoni postali fruttiferi serie Q/P, emessi su moduli della precedente serie P. Un timbro aggiornava i tassi per i primi 20 anni, ma lasciava visibili i vecchi tassi, più vantaggiosi, per l’ultimo decennio. I tribunali di primo e secondo grado avevano dato ragione al risparmiatore. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che le condizioni economiche sono determinate dal decreto ministeriale vigente al momento dell’emissione, che si integra automaticamente nel contratto, prevalendo su quanto stampato sul titolo. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello.

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Trasparenza bancaria: TAN assente, contratto valido?

La Corte di Cassazione ha stabilito che un contratto di finanziamento è valido anche se non indica esplicitamente il TAN (Tasso Annuo Nominale), a condizione che siano presenti il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) e un piano di ammortamento. Secondo la Corte, questi elementi sono sufficienti per garantire la trasparenza bancaria, poiché permettono al mutuatario di determinare con facilità il TAN e di comprendere l’intero costo del finanziamento.

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Estinzione del giudizio: accordo e rinuncia in Cassazione

Una controversia su un’azione revocatoria per un fondo patrimoniale si conclude in Cassazione con l’estinzione del giudizio. A seguito della rinuncia all’impugnazione da parte dei ricorrenti e dell’accettazione della controparte, con accordo sulla compensazione delle spese, la Corte ha dichiarato il processo estinto, senza pronunciare sulle spese.

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Costi mutuo e usura: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per la verifica del superamento del tasso soglia antiusura, devono essere considerati tutti i costi del mutuo, ad eccezione di imposte e tasse. La sentenza analizza il caso di una mutuataria che aveva ricevuto una somma inferiore a quella pattuita, a causa di spese trattenute dalla banca. La Corte ha chiarito che la quietanza firmata nel rogito non impedisce di provare l’effettivo importo erogato. Di conseguenza, tutti i costi mutuo e usura devono essere conteggiati nel Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG), accogliendo il ricorso della cliente e rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Sale and lease back: quando è valido e non nullo?

Una società immobiliare ha impugnato un’operazione di sale and lease back, sostenendo che mascherasse un patto commissorio vietato. I giudici di primo e secondo grado hanno respinto la richiesta, non riscontrando gli indizi di illiceità come un debito preesistente o la sproporzione del prezzo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che non può riesaminare i fatti e applicando il principio della “doppia conforme”, dato che le due sentenze di merito erano giunte alla stessa conclusione con lo stesso percorso logico.

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Responsabilità banca modello 231: il caso in Cassazione

Il fallimento di una società ha citato in giudizio un istituto di credito, accusandolo di concorso negli illeciti commessi dai suoi ex amministratori per la violazione delle norme antiriciclaggio. Dopo il rigetto nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha riconosciuto la rilevanza della questione sulla responsabilità banca modello 231, rinviando il caso alla pubblica udienza per la mancanza di precedenti specifici e l’importanza di stabilire un principio di diritto.

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Prescrizione Buoni Postali: la data di scadenza esatta

Un risparmiatore ha cercato di riscuotere un buono postale fruttifero, ma l’ente emittente ha eccepito la prescrizione. I tribunali di primo e secondo grado hanno dato ragione al risparmiatore, calcolando la scadenza alla fine dell’anno solare. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha ribaltato la decisione, stabilendo che la prescrizione buoni postali, secondo la normativa recente, decorre dalla data esatta di scadenza del titolo (sette anni dopo la sottoscrizione) e non dalla fine dell’anno. Di conseguenza, il diritto alla riscossione è stato dichiarato prescritto.

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Credito prededucibile: la Cassazione fa chiarezza

Un istituto di credito si è visto negare lo status di credito prededucibile per una somma vantata verso un’impresa in amministrazione straordinaria. Il credito era sorto durante una precedente fase di amministrazione giudiziaria antimafia. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della banca, stabilendo che non esiste continuità tra le due procedure, che hanno finalità diverse. Pertanto, lo status di credito prededucibile non si trasferisce automaticamente dall’una all’altra, e in assenza di un esplicito subentro del commissario nel contratto, il credito resta chirografario.

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Nullità contratto bancario: la forma scritta è essenziale

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un contratto bancario per il periodo in cui mancava la forma scritta, requisito richiesto per la validità stessa dell’atto. Secondo la Corte, né la successiva stipula di un contratto, né la produzione di estratti conto possono sanare la nullità originaria del rapporto. La decisione sottolinea come la forma scritta nei contratti bancari sia un elemento imprescindibile a tutela del cliente, respingendo il ricorso dell’istituto di credito.

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Rinuncia al ricorso: quando si estingue il giudizio

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso presentata dalla parte ricorrente. La decisione si fonda sulla conformità della rinuncia ai requisiti legali, senza alcuna pronuncia sulle spese processuali data l’assenza di difesa da parte dell’istituto di credito convenuto.

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Prescrizione buoni fruttiferi: stop senza foglio info?

Un risparmiatore si vede negare il rimborso di un buono fruttifero a causa della presunta prescrizione. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, sospende la decisione per attendere un’altra pronuncia su un caso simile, incentrato sulle conseguenze della mancata consegna del foglio informativo al momento della sottoscrizione. La questione chiave è se la prescrizione buoni fruttiferi possa decorrere senza che il cliente sia stato adeguatamente informato della scadenza.

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Opposizione atti esecutivi: vizio formale e prova

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di alcuni terzi proprietari che avevano proposto un’opposizione atti esecutivi lamentando la mancata apposizione della formula esecutiva sul titolo notificato. La Corte ha stabilito che, per i vizi formali, non è sufficiente lamentare l’irregolarità, ma è necessario allegare e dimostrare un concreto pregiudizio al diritto di difesa, cosa che i ricorrenti non avevano fatto. Ha inoltre chiarito i criteri per la prova della titolarità del credito in caso di cessioni in blocco.

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Obblighi informativi buoni postali: il punto della Corte

La Corte di Cassazione esamina un caso di responsabilità di un intermediario per la prescrizione di buoni postali fruttiferi, causata dalla mancata consegna ai risparmiatori del Foglio Informativo Analitico (F.I.A.). I giudici di merito avevano confermato la responsabilità dell’intermediario, ritenendo insufficiente la mera pubblicazione delle condizioni sulla Gazzetta Ufficiale. L’ordinanza interlocutoria della Suprema Corte non decide nel merito ma rinvia la causa, in attesa di una pronuncia su una questione identica e di rilevante valore nomofilattico pendente in un altro procedimento, relativa agli obblighi informativi buoni postali.

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Responsabilità amministratore: Cassazione su prospetti

La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione irrogata da un’autorità di vigilanza a un amministratore (Vice Presidente del CdA) di un istituto bancario per l’omissione di informazioni cruciali nei prospetti informativi. Il caso verteva sulla mancata indicazione del fenomeno del ‘capitale finanziato’, ovvero prestiti erogati dalla stessa banca per l’acquisto delle proprie azioni. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità dell’amministratore sussiste anche in assenza di deleghe operative specifiche, in virtù del dovere generale di agire informati e di vigilare attivamente. È stato inoltre confermato che, in questo tipo di illeciti, la colpa è presunta e spetta all’amministratore provare di aver agito con la dovuta diligenza.

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Responsabilità della SIM: illeciti del promotore

Un risparmiatore ha citato in giudizio una Società di Intermediazione Mobiliare (SIM) per la truffa subita dal suo promotore finanziario. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità della SIM, ritenendo che il legame tra le mansioni del promotore e l’illecito non fosse stato interrotto dalla condotta del cliente, pur se poco avveduta. Per escludere la responsabilità della SIM è necessaria la prova di una collusione o di una consapevole acquiescenza del cliente alla violazione delle regole, non essendo sufficiente la semplice negligenza.

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Cessione del credito: Gazzetta Ufficiale non basta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale in materia di cessione del credito in blocco. Se il debitore contesta l’avvenuta cessione, la sola pubblicazione dell’avviso in Gazzetta Ufficiale non costituisce prova sufficiente della titolarità del credito in capo al cessionario. Quest’ultimo deve fornire prove più concrete, come il contratto di cessione. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile l’intervento nel processo d’appello del nuovo creditore avvenuto dopo la precisazione delle conclusioni, cassando con rinvio la sentenza impugnata.

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Onere della prova: documenti per rimborso bancario

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un correntista contro un istituto di credito. La decisione si fonda sulla mancata dimostrazione del credito vantato, a causa della produzione di documentazione incompleta. La sentenza ribadisce il principio fondamentale secondo cui l’onere della prova spetta a chi agisce in giudizio per la ripetizione dell’indebito, il quale deve fornire tutti gli estratti conto necessari a ricostruire l’intero andamento del rapporto.

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