Una società correntista ha citato in giudizio un istituto di credito per l’applicazione di anatocismo bancario, commissioni indeterminate e tassi usurari sul proprio conto corrente. Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente le domande. La Corte d’Appello, in riforma della sentenza, ha riesaminato il rapporto contrattuale. Ha ritenuto valida la clausola anatocistica originaria fino al 2014, escludendo l’usura sulla base di una nuova consulenza tecnica che ha corretto il metodo di calcolo. La Corte ha inoltre distinto l’azione di accertamento del saldo, ritenuta ammissibile, dall’azione di ripetizione dell’indebito, dichiarata inammissibile poiché il conto era ancora aperto. Di conseguenza, il saldo del conto è stato rideterminato, accertando un debito inferiore per il correntista rispetto a quello calcolato dalla banca, e le spese legali sono state compensate tra le parti.
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