I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione. Gli archivi non possono essere smembrati. In particolare sono subordinati ad autorizzazione del Ministero: a) la demolizione delle cose costituenti beni culturali, anche con successiva ricostituzione; […]
         
                
	
	
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            I beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il  loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione.  Gli archivi non possono essere smembrati.  In particolare sono subordinati ad autorizzazione del Ministero:  a) la demolizione delle cose costituenti beni culturali, anche con successiva ricostituzione;  b) lo spostamento, anche temporaneo, dei beni culturali;  c) lo smembramento di collezioni, serie e raccolte;  d) lo scarto dei documenti degli archivi pubblici e degli archivi privati per i quali sia  intervenuta la dichiarazione di interesse culturale;  e) il trasferimento ad altre persone giuridiche di complessi organici di documentazione di  archivi pubblici, nonché di archivi di soggetti giuridici privati.  Lo spostamento di beni culturali, dipendente dal mutamento di dimora o di sede del detentore, è  preventivamente denunciato al soprintendente, che, entro trenta giorni dal ricevimento della  denuncia, può prescrivere le misure necessarie perché i beni non subiscano danno dal trasporto.  Lo spostamento degli archivi correnti dello Stato e degli enti ed istituti pubblici non è soggetto  ad autorizzazione.  Anche l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente.  L’autorizzazione è resa su progetto o, qualora sufficiente, su descrizione tecnica dell’intervento,  presentati dal richiedente, e può contenere prescrizioni.  La suddetta autorizzazione sia per relativa ad interventi in materia di edilizia pubblica e privata è rilasciata entro il termine di centoventi giorni dalla ricezione della richiesta da parte della soprintendenza.  Qualora la soprintendenza chieda chiarimenti o elementi integrativi di giudizio, il termine  indicato è sospeso fino al ricevimento della documentazione richiesta.  Ove la soprintendenza proceda ad accertamenti di natura tecnica, dandone preventiva  comunicazione al richiedente, il termine indicato è sospeso fino all’acquisizione delle  risultanze degli accertamenti d’ufficio e comunque per non più di trenta giorni.  Decorso inutilmente il termine imposta da legge il richiedente può diffidare  l’amministrazione a provvedere. La richiesta di autorizzazione si intende accolta ove  l’amministrazione non provveda nei trenta giorni successivi al ricevimento della diffida.
            
                
                    
                        
                            
                                 
                            
                         
                        La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di
Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.
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