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Diritto all’informativa: Cassazione annulla trattenuto

Un cittadino straniero, giunto in Italia via mare, veniva trattenuto in un CPR sulla base di un decreto di respingimento. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento di convalida del trattenimento perché al cittadino non era stato garantito il fondamentale diritto all’informativa sulla possibilità di richiedere protezione internazionale. La mancanza di tale informativa rende illegittimo il provvedimento presupposto e, di conseguenza, la stessa misura restrittiva della libertà personale.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Diritto all’Informativa: La Cassazione Annulla il Trattenimento in CPR

Il diritto all’informativa sulla possibilità di richiedere protezione internazionale è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento e del diritto europeo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, annullando la convalida del trattenimento di un cittadino straniero proprio perché questo diritto era stato violato. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un cittadino di nazionalità tunisina sbarcava in Italia a seguito di un’operazione di soccorso in mare. All’arrivo, gli veniva notificato un decreto di respingimento con contestuale ordine di trattenimento presso un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR). Durante l’udienza di convalida davanti al Giudice di Pace, l’uomo dichiarava di non aver mai ricevuto alcuna informazione riguardo alla sua facoltà di presentare domanda di protezione internazionale.

Nonostante questa eccezione, il Giudice di Pace convalidava il trattenimento, motivando la decisione sulla base della sussistenza del ‘pericolo di fuga’, desunto dal possesso di documenti di identità e dalla presenza di un parente in un’altra città italiana. Contro questo provvedimento, il cittadino straniero proponeva ricorso in Cassazione, lamentando proprio la violazione del suo diritto fondamentale a essere informato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando senza rinvio l’ordinanza del Giudice di Pace. La decisione si fonda su un punto cruciale: la manifesta illegittimità del decreto di respingimento, che funge da presupposto per il trattenimento, a causa della mancata informativa.

Le Motivazioni: Il Diritto all’Informativa come Pilastro Fondamentale

La Corte di Cassazione ha articolato le sue motivazioni sottolineando diversi aspetti di cruciale importanza.

In primo luogo, ha definito la motivazione del Giudice di Pace come ‘stereotipata e standardizzata’, in quanto non aveva fornito alcuna risposta concreta all’opposizione sollevata dal ricorrente circa la violazione del dovere di informativa previsto dall’art. 10-ter del Testo Unico sull’Immigrazione.

In secondo luogo, e questo è il cuore della decisione, la Corte ha affermato che il diritto all’informativa è un adempimento preliminare ed essenziale. Non è sufficiente che l’amministrazione dichiari genericamente di aver informato la persona. Quando tale circostanza viene contestata, deve emergere dagli atti la prova concreta di come, quando e in che lingua l’informativa sia stata fornita, preferibilmente con l’ausilio di un mediatore culturale o di un interprete.

La semplice sottoscrizione di un ‘foglio notizie’ con traduzione in arabo non è considerata prova sufficiente, se il testo stesso non contiene le specifiche informazioni sul diritto a chiedere asilo.

Infine, la Corte ha ribadito un principio consolidato, rafforzato dalla giurisprudenza europea: il giudice che deve convalidare una misura restrittiva della libertà personale, come il trattenimento, ha il dovere di rilevare, anche d’ufficio, la manifesta illegittimità degli atti amministrativi che ne costituiscono il presupposto. La violazione di un diritto fondamentale come quello all’informazione rientra pienamente in questa casistica.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza la tutela dei diritti fondamentali delle persone che arrivano sul territorio nazionale, specialmente in condizioni di vulnerabilità come dopo un soccorso in mare. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Onere della prova sull’Amministrazione: Spetta all’autorità dimostrare di aver fornito un’informativa completa, effettiva e comprensibile.
2. Controllo giudiziario attivo: I giudici non possono limitarsi a una verifica formale, ma devono esercitare un controllo sostanziale sulla legittimità degli atti che limitano la libertà personale, indagando su eventuali violazioni dei diritti fondamentali.
3. Nullità a cascata: La violazione del diritto all’informativa inficia la legittimità del provvedimento di respingimento o espulsione, rendendo di conseguenza illegittimo anche il successivo trattenimento. Per lo straniero, essere messo nelle condizioni di poter esercitare i propri diritti è il primo passo per un giusto procedimento.

È legittimo trattenere uno straniero in un CPR se non è stato prima informato sulla possibilità di chiedere protezione internazionale?
No. Secondo la Corte, la mancata, completa ed effettiva informativa sulla possibilità di richiedere protezione internazionale rende manifestamente illegittimo il decreto di respingimento e, di conseguenza, anche il successivo provvedimento di trattenimento.

Come deve essere fornita l’informativa sul diritto d’asilo per essere considerata valida?
L’informativa deve essere completa ed effettiva. Non è sufficiente una generica indicazione negli atti. L’amministrazione deve essere in grado di dimostrare i tempi e le modalità con cui è stata somministrata, specificando la lingua utilizzata e la presenza di un interprete o mediatore culturale.

Il giudice che convalida il trattenimento deve verificare d’ufficio se lo straniero è stato correttamente informato?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice, in sede di convalida, ha il dovere di rilevare, anche di propria iniziativa, la manifesta illegittimità del provvedimento presupposto, come la violazione del diritto fondamentale all’informazione, prima di convalidare la misura restrittiva della libertà personale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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