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Difetto di giurisdizione: tutela brevetto e appalti

La Cassazione conferma il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in una controversia su un appalto pubblico. Il caso riguardava una società titolare di un brevetto che contestava un bando di gara, sostenendo violasse i suoi diritti di esclusiva. La Corte ha stabilito che la pretesa sostanziale non era la legittimità dell’atto amministrativo, ma la tutela del diritto di proprietà industriale, materia di competenza del giudice ordinario.

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Difetto di giurisdizione: la tutela dei brevetti negli appalti pubblici spetta al giudice ordinario

Un’importante ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione chiarisce i confini tra giurisdizione ordinaria e amministrativa in materia di appalti pubblici e tutela della proprietà industriale. La pronuncia stabilisce un principio fondamentale: se la vera causa del contendere è la presunta violazione di un brevetto, la competenza a decidere spetta al giudice ordinario, anche se la controversia nasce dall’impugnazione di un bando di gara. Questo caso evidenzia il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo quando la domanda, pur formalmente diretta contro un atto della P.A., mira in sostanza a tutelare un diritto soggettivo come la privativa industriale.

I fatti del caso

Una società tecnologica, titolare di un brevetto per sistemi di diagnostica avanzata, impugnava davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) un bando di gara indetto da un grande ente ferroviario nazionale. L’appalto aveva ad oggetto la fornitura e manutenzione di veicoli speciali per la diagnostica della rete ferroviaria.
La società ricorrente sosteneva che l’oggetto della gara fosse illecito e impossibile, in quanto le tecnologie richieste sarebbero state coperte dalla sua privativa industriale. Di conseguenza, essa si riteneva l’unica legittimata a fornire tali prestazioni, chiedendo di fatto l’annullamento della procedura di gara.
L’ente ferroviario si difendeva eccependo, in via pregiudiziale, il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, sostenendo che la questione rientrasse nella competenza del giudice ordinario. Mentre il TAR respingeva l’eccezione, il Consiglio di Stato, in appello, la accoglieva, dichiarando inammissibile il ricorso originario per mancanza di giurisdizione. La questione giungeva così dinanzi alle Sezioni Unite della Cassazione.

La decisione delle Sezioni Unite e il difetto di giurisdizione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società tecnologica, confermando la decisione del Consiglio di Stato e dichiarando la giurisdizione del giudice ordinario.
Il fulcro della decisione si basa sul principio del petitum sostanziale. Le Sezioni Unite hanno guardato oltre la forma della domanda (l’impugnazione del bando) per individuare la sua vera sostanza. L’obiettivo reale della società non era contestare la legittimità dell’esercizio del potere amministrativo, ma ottenere l’accertamento della violazione del proprio brevetto e la tutela del conseguente diritto di esclusiva.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si articolano su punti chiari e distinti.

In primo luogo, la domanda della società, sebbene presentata come un’impugnazione per illegittimità del bando, mirava a far accertare un’asserita usurpazione della sua proprietà intellettuale. Tale accertamento non costituiva un mero presupposto incidentale per la valutazione della legittimità dell’atto amministrativo, ma rappresentava il cuore della pretesa. La controversia, quindi, non verteva su un interesse legittimo (l’interesse alla corretta azione della Pubblica Amministrazione), bensì su un diritto soggettivo assoluto, quale è il diritto derivante da un brevetto.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato come la pretesa della società fosse di natura prettamente civilistica. L’azione era strumentale a far emergere una potenziale responsabilità risarcitoria dell’ente appaltante per la violazione della privativa industriale. A conferma di ciò, la stessa società aveva parallelamente avviato un’azione civile dinanzi al tribunale specializzato in materia di imprese per l’accertamento della violazione del brevetto e per ottenere un’inibitoria.

Infine, le Sezioni Unite hanno precisato che la questione non rientrava neppure nell’ambito della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, poiché mancava l’intimo collegamento tra diritti soggettivi e interessi legittimi che caratterizza tale tipo di giurisdizione. Il diritto di privativa industriale fatto valere era del tutto distinto e autonomo rispetto all’interesse legittimo a partecipare a una gara pubblica, interesse che, peraltro, la società non aveva manifestato non avendo nemmeno presentato un’offerta.

Le conclusioni

La sentenza stabilisce un confine netto: le controversie che, pur scaturendo da un procedimento amministrativo come un appalto pubblico, hanno come oggetto principale la tutela di un diritto di proprietà industriale, appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario. Il giudice amministrativo non può essere adito per ottenere, in via principale, l’accertamento di una violazione di brevetto. La pronuncia ribadisce l’importanza del criterio del petitum sostanziale per risolvere le questioni di giurisdizione, garantendo che ogni giudice si occupi delle materie che gli sono proprie e che la tutela dei diritti soggettivi, come quelli derivanti da un brevetto, trovi la sua sede naturale nel processo civile.

Quando un bando di gara pubblico viola un brevetto, quale giudice è competente a decidere?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza spetta al giudice ordinario. La controversia, infatti, non riguarda la legittimità dell’azione amministrativa, ma la tutela di un diritto soggettivo di proprietà industriale, che è materia di natura civilistica.

Cosa si intende per ‘petitum sostanziale’ nella determinazione della giurisdizione?
Il ‘petitum sostanziale’ è il vero oggetto della richiesta di tutela avanzata da una parte, al di là della sua formulazione formale. La Corte analizza la sostanza della pretesa per capire se si tratta della protezione di un diritto soggettivo (competenza ordinaria) o di un interesse legittimo (competenza amministrativa).

Una società può impugnare un bando di gara davanti al TAR sostenendo che esso lede un suo diritto di esclusiva derivante da un brevetto?
No, se l’obiettivo principale è l’accertamento della violazione del brevetto. La Corte ha stabilito che tale azione configura un difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, poiché la questione è di competenza del giudice ordinario, anche se formalmente viene impugnato un atto amministrativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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