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Difetto di giurisdizione: risarcimento e P.A.

Una struttura sanitaria ha citato in giudizio una Regione per ottenere il risarcimento dei danni dovuti al grave ritardo nel rilascio di un accreditamento. I giudici di merito hanno dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, ritenendo la controversia di competenza del giudice amministrativo. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto che il caso sollevi una questione di giurisdizione di fondamentale importanza e non ancora risolta, decidendo di rimettere gli atti alle Sezioni Unite per una pronuncia definitiva.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Difetto di Giurisdizione: Quando il Giudice Ordinario può giudicare la Pubblica Amministrazione?

Il confine tra giustizia ordinaria e amministrativa è uno dei temi più complessi del nostro ordinamento. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione riaccende i riflettori su questo argomento, in particolare riguardo alle richieste di risarcimento danni contro la Pubblica Amministrazione. Il caso analizzato riguarda il difetto di giurisdizione sollevato in una causa per il ritardo nel rilascio di un accreditamento a una struttura sanitaria, una questione ora al vaglio delle Sezioni Unite.

I Fatti di Causa

Una casa di cura privata citava in giudizio l’amministrazione regionale per ottenere il risarcimento dei danni subiti. La struttura lamentava che la sua istanza di accreditamento, presentata nel 1998, era stata accolta solo nel 2006. Questo ritardo, secondo la ricorrente, le aveva causato un notevole pregiudizio economico, derivante dall’impossibilità di operare a pieno regime e dagli investimenti effettuati in previsione dell’accreditamento.

Le Decisioni dei Giudici di Merito e il Difetto di Giurisdizione

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la domanda, dichiarando il proprio difetto di giurisdizione. Secondo i giudici di merito, la controversia non poteva essere decisa dal giudice ordinario. La motivazione si basava sulla causa petendi, ovvero la ragione giuridica della richiesta. La Corte territoriale ha specificato che il danno lamentato non derivava dalla violazione generica dei doveri di correttezza e buona fede, ma dall’asserita illegittimità dell’azione amministrativa, cioè dal mancato rilascio del provvedimento di accreditamento. Di conseguenza, la competenza a giudicare spettava al giudice amministrativo, l’unico a poter valutare la legittimità degli atti della Pubblica Amministrazione.

Il Ricorso in Cassazione e la Violazione della Buona Fede

La struttura sanitaria ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione. La sua difesa si è incentrata su un punto cruciale: la richiesta di risarcimento non mirava a contestare la legittimità del provvedimento amministrativo finale, ma a sanzionare la condotta complessiva della Regione. Tale condotta, secondo la ricorrente, aveva violato gli obblighi di correttezza e buona fede, inducendola a confidare in un imminente accreditamento e a sostenere ingenti costi. Questa prospettiva sposta il focus dall’atto amministrativo al comportamento della P.A., un’area che, secondo la tesi difensiva, rientra a pieno titolo nella giurisdizione del giudice ordinario.

Le Motivazioni dell’Ordinanza

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, esaminando il ricorso, ha riconosciuto la delicatezza e la novità della questione. Il Collegio ha osservato che la domanda di risarcimento, basata sulla violazione dei doveri di buona fede da parte della P.A. durante un procedimento amministrativo, solleva un problema di difetto di giurisdizione su cui le Sezioni Unite non si sono ancora pronunciate in modo definitivo. Si tratta di stabilire se una pretesa risarcitoria, fondata non sulla illegittimità di un atto, ma sulla slealtà comportamentale dell’ente pubblico, possa essere giudicata dal giudice civile. Data l’importanza della questione per l’uniformità del diritto e per la certezza dei rapporti tra cittadini e amministrazione, la Corte ha ritenuto necessario trasmettere gli atti alla Prima Presidente affinché valuti l’assegnazione del caso alle Sezioni Unite.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non decide la controversia, ma la pone nelle mani dell’organo supremo della giurisprudenza italiana. La futura sentenza delle Sezioni Unite avrà un impatto fondamentale: chiarirà una volta per tutte i confini della giurisdizione in materia di responsabilità della Pubblica Amministrazione. Se le Sezioni Unite dovessero riconoscere la giurisdizione del giudice ordinario in casi come questo, si aprirebbe una nuova via di tutela per imprese e cittadini che subiscono danni a causa di comportamenti scorretti della P.A., anche a prescindere dalla legittimità formale degli atti emanati. Si attende quindi una pronuncia che potrebbe ridefinire significativamente il rapporto tra potere pubblico e diritti dei privati.

Qual è il motivo principale del contendere tra la struttura sanitaria e la Regione?
La struttura sanitaria chiede il risarcimento dei danni per il notevole ritardo con cui la Regione ha concesso un accreditamento istituzionale, ritardo che ha causato un grave pregiudizio economico.

Perché i giudici di primo e secondo grado hanno dichiarato il loro difetto di giurisdizione?
Perché hanno ritenuto che la causa della richiesta di risarcimento fosse l’asserita illegittimità dell’azione amministrativa (il mancato rilascio del provvedimento), una materia di competenza esclusiva del giudice amministrativo e non di quello ordinario.

Perché la Corte di Cassazione ha rimesso la decisione alle Sezioni Unite?
La Corte ha ritenuto che la questione — se il giudice ordinario possa decidere su un risarcimento per violazione della buona fede da parte della P.A. durante un procedimento amministrativo — sia una questione di giurisdizione nuova e di fondamentale importanza, sulla quale non esiste ancora una pronuncia delle Sezioni Unite. La rimessione serve a garantire una decisione autorevole e uniforme.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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