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Difetto di giurisdizione: rinvio alle Sezioni Unite

Una struttura sanitaria ha citato in giudizio un ente regionale per i danni derivanti dal ritardo nell’ottenimento dell’accreditamento. I tribunali di merito hanno dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice ordinario. La Corte di Cassazione, ravvisando una questione di giurisdizione nuova e di massima importanza relativa alla violazione della buona fede da parte della P.A., ha emesso un’ordinanza interlocutoria per rimettere la decisione alle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Difetto di Giurisdizione: la P.A. Viola la Buona Fede?

La Corte di Cassazione affronta un complesso caso di difetto di giurisdizione, sollevando un’importante questione sul confine tra la giustizia ordinaria e quella amministrativa. La vicenda riguarda la richiesta di risarcimento danni di una struttura sanitaria privata contro un ente regionale per il ritardo nel rilascio di un accreditamento. Questo caso mette in luce la delicata problematica della tutela dell’affidamento del privato nei confronti della Pubblica Amministrazione.

I Fatti di Causa

Una struttura sanitaria s.r.l. aveva avviato un contenzioso contro l’ente regionale competente, chiedendo il risarcimento dei danni subiti. La causa del danno era il notevole ritardo con cui l’ente aveva concesso l’accreditamento istituzionale: la domanda, presentata nel 1998, era stata accolta solo nel 2006. In subordine, la società aveva richiesto un indennizzo per arricchimento senza causa.

L’ente regionale si era difeso eccependo, in via preliminare, il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, sostenendo che la controversia dovesse essere decisa dal giudice amministrativo.

Il Percorso Giudiziario e il Difetto di Giurisdizione

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello hanno accolto l’eccezione dell’ente regionale, dichiarando il difetto di giurisdizione del giudice ordinario. Secondo i giudici di merito, la vera causa della richiesta di risarcimento (causa petendi) non risiedeva nella violazione dei principi di correttezza e buona fede, ma nell’asserita illegittimità dell’azione amministrativa, ovvero il mancato rilascio del provvedimento richiesto nei tempi dovuti. Poiché le controversie relative alla legittimità degli atti amministrativi rientrano nella giurisdizione del giudice amministrativo, il giudice ordinario non aveva il potere di decidere.

La Questione Rimessa alle Sezioni Unite

La struttura sanitaria ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Corte di Cassazione. Il motivo del ricorso si è concentrato proprio sulla violazione delle norme che regolano la giurisdizione. La ricorrente ha sostenuto che la sua domanda non contestava l’atto amministrativo in sé, quanto la condotta illecita dell’ente regionale. Tale condotta, violando gli obblighi di correttezza e buona fede, l’avrebbe indotta a confidare nel futuro accreditamento, spingendola a effettuare investimenti che altrimenti non avrebbe sostenuto.

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, esaminando il ricorso, ha ritenuto che la questione di giurisdizione sollevata fosse di particolare importanza e non ancora risolta dalle Sezioni Unite. Per questo motivo, ha deciso di non pronunciarsi nel merito, ma di trasmettere gli atti alla Prima Presidente affinché valuti l’assegnazione del caso alle Sezioni Unite per una decisione definitiva.

Le Motivazioni

La Terza Sezione della Corte Suprema ha riconosciuto che il fulcro del ricorso non era semplicemente il ritardo di un atto amministrativo, ma la presunta violazione dei principi di correttezza e buona fede da parte della Pubblica Amministrazione. La ricorrente sosteneva che il comportamento dell’Amministrazione avesse generato un legittimo affidamento sull’ottenimento dell’accreditamento, inducendola a compiere ingenti investimenti. Questa impostazione della domanda, incentrata su una condotta che viola principi generali del diritto civile piuttosto che sull’illegittimità di uno specifico atto amministrativo, solleva una complessa questione di difetto di giurisdizione. La Corte ha osservato che le Sezioni Unite non si erano ancora pronunciate su un caso analogo, rendendolo una questione di massima importanza. Pertanto, anziché decidere, ha optato per la rimessione del caso alla Prima Presidente per la potenziale assegnazione alle Sezioni Unite, ai sensi dell’art. 370 c.p.c., al fine di garantire una pronuncia definitiva e autorevole in materia.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non risolve il caso, ma evidenzia una cruciale zona grigia del diritto: dove finisce la giurisdizione del giudice amministrativo e dove inizia quella del giudice civile quando la condotta della Pubblica Amministrazione, pur all’interno di un procedimento amministrativo, lede il principio civilistico della buona fede? La decisione finale delle Sezioni Unite avrà implicazioni significative per tutte le imprese che interagiscono con la P.A., definendo l’ambito di tutela risarcitoria per i privati contro i danni causati da comportamenti della P.A. che generano legittimi affidamenti.

Perché i giudici di primo e secondo grado hanno dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice ordinario?
Perché hanno ritenuto che il fondamento della richiesta di risarcimento (la ‘causa petendi’) fosse l’asserita illegittimità dell’azione amministrativa, ovvero il ritardo nel rilascio dell’accreditamento, una materia di competenza esclusiva del giudice amministrativo.

Qual è la questione principale che la Corte di Cassazione ha deciso di rimettere alle Sezioni Unite?
La questione è stabilire a quale giudice spetti la giurisdizione quando una richiesta di risarcimento danni contro la Pubblica Amministrazione si fonda non sull’illegittimità di un atto, ma sulla violazione dei principi di correttezza e buona fede che hanno indotto un privato a fare affidamento su un futuro esito favorevole, subendo un danno.

Cosa significa che l’ordinanza è ‘interlocutoria’?
Significa che il provvedimento non decide la causa in modo definitivo, ma risolve una questione procedurale sorta durante il giudizio. In questo caso specifico, dispone la trasmissione del ricorso a un organo giudiziario superiore (le Sezioni Unite) per ottenere una pronuncia sulla questione di giurisdizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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