LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Difetto assoluto di giurisdizione: il caso politico

Una cittadina ha citato in giudizio lo Stato, sostenendo che l’adesione all’Unione Europea e l’adozione dell’euro rappresentassero una cessione illegittima di sovranità. La Corte di Cassazione ha dichiarato il difetto assoluto di giurisdizione, affermando che i tribunali non possono giudicare le scelte di natura puramente politica del Parlamento e del Governo, come la ratifica di trattati internazionali, in virtù del principio di separazione dei poteri.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Difetto assoluto di giurisdizione: quando i giudici non possono decidere

L’ordinamento giuridico stabilisce confini precisi tra i poteri dello Stato. Ma cosa succede quando un cittadino chiede a un tribunale di giudicare una scelta prettamente politica, come l’adesione a un trattato internazionale? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito i limiti del potere giudiziario, introducendo il concetto di difetto assoluto di giurisdizione in un caso che mette in discussione la sovranità nazionale e il ruolo dell’Unione Europea.

I Fatti del Caso: La Sovranità Nazionale in Tribunale

Una cittadina ha avviato una causa contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e altri ministeri, chiedendo l’accertamento di una presunta violazione dei principi costituzionali sulla sovranità popolare. Secondo la ricorrente, la ratifica dei trattati europei, in particolare quello di Maastricht, e l’adozione della moneta unica avrebbero comportato un’illegittima cessione di sovranità economica e monetaria da parte dello Stato italiano. Questa cessione, a suo dire, le avrebbe causato un danno non patrimoniale, per il quale chiedeva un risarcimento.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto la domanda. I giudici di merito avevano stabilito che le limitazioni di sovranità erano consentite dall’art. 11 della Costituzione e che la ratifica dei trattati è un atto legislativo, espressione di una scelta politica non sindacabile dall’autorità giudiziaria, in ossequio al principio di separazione dei poteri. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e il difetto assoluto di giurisdizione

La Corte di Cassazione, accogliendo l’eccezione delle Amministrazioni statali, ha dichiarato il difetto assoluto di giurisdizione. Con questa decisione, la Corte ha stabilito che la domanda della ricorrente non poteva essere esaminata nel merito da nessun giudice, né ordinario né amministrativo. La sentenza impugnata è stata quindi annullata senza rinvio, ponendo fine alla controversia in modo definitivo.

Le Motivazioni: Perché i Giudici non Possono Sindacare gli Atti Politici

La Corte ha fondato la sua decisione su principi cardine dell’ordinamento costituzionale.

Il Principio di Separazione dei Poteri

Il fulcro della motivazione risiede nel principio di separazione dei poteri. La domanda della ricorrente non mirava a tutelare un diritto soggettivo specifico (come una violazione del diritto di voto), ma a ottenere una valutazione giudiziaria su scelte politiche fondamentali dello Stato. Scelte come l’adesione a organizzazioni sovranazionali e la definizione della politica monetaria appartengono alla sfera di discrezionalità del Potere Legislativo ed Esecutivo.

Consentire a un giudice di sindacare il ‘quando’ e il ‘come’ di tali decisioni significherebbe invadere la sfera di competenza di altri poteri dello Stato, sovvertendo l’equilibrio costituzionale. L’attività legislativa, essendo libera nei fini, non può essere considerata fonte di un illecito civile.

I Precedenti Giurisprudenziali sul difetto assoluto di giurisdizione

La Corte ha richiamato una consolidata giurisprudenza secondo cui il difetto assoluto di giurisdizione si configura quando una domanda giudiziaria non è conoscibile da alcun giudice, in quanto pretende un intervento in materie riservate ad altri poteri. Questo si verifica quando si contesta la configurazione stessa dello Stato, le sue scelte di politica internazionale o l’esercizio di funzioni sovrane.

In sostanza, la pretesa della cittadina è stata qualificata come un tentativo di sindacato su un ‘atto politico’, che per sua natura sfugge al controllo giurisdizionale. La controversia non verteva sulla tutela di un interesse protetto, ma su una valutazione della politica costituzionale dello Stato italiano.

Conclusioni: Le Implicazioni della Sentenza

Questa ordinanza riafferma con forza un principio fondamentale: esistono aree dell’azione statale che sono impermeabili al sindacato giurisdizionale. Le grandi scelte di indirizzo politico, come la partecipazione al processo di integrazione europea, sono espressione della sovranità popolare attraverso i suoi organi rappresentativi (Parlamento e Governo) e non possono essere messe in discussione nelle aule di tribunale.

La decisione chiarisce che il ruolo del giudice è quello di applicare la legge per tutelare diritti e interessi legittimi, non di sostituirsi agli organi politici nella valutazione della convenienza e dell’opportunità delle loro scelte sovrane. Per i cittadini, ciò significa che le contestazioni relative a tali scelte devono essere veicolate attraverso gli strumenti della partecipazione democratica e politica, non attraverso l’azione giudiziaria.

Può un cittadino chiedere a un giudice di valutare la legittimità delle scelte politiche dello Stato, come l’adesione all’Unione Europea?
No, secondo questa ordinanza, un cittadino non può chiedere a un giudice di sindacare scelte di alta politica, come la ratifica di trattati internazionali o l’adesione a organizzazioni sovranazionali. Tali atti sono considerati ‘atti politici’ e rientrano nella sfera di competenza esclusiva del potere legislativo ed esecutivo, non di quello giudiziario.

Cos’è il ‘difetto assoluto di giurisdizione’?
È la situazione che si verifica quando una domanda giudiziale non può essere esaminata da nessun giudice dell’ordinamento (né ordinario, né amministrativo). Ciò accade perché la materia del contendere è totalmente estranea alla funzione giurisdizionale e riservata ad altri poteri dello Stato.

La cessione di sovranità monetaria viola i principi costituzionali secondo questa ordinanza?
L’ordinanza non si pronuncia sulla questione di merito, ovvero se la cessione di sovranità violi o meno la Costituzione. Anzi, dichiara proprio di non poterlo fare. La decisione si ferma a un livello precedente, affermando che la valutazione di tale questione non spetta all’autorità giudiziaria ma rientra nell’ambito delle scelte politiche dello Stato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati