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Difetti costruttivi: quando scatta la prescrizione?

Un acquirente di un immobile ha citato in giudizio l’impresa costruttrice per difetti costruttivi manifestatisi con forte rumorosità. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito. La Corte ha stabilito che, in caso di difetti immediatamente percepibili, il termine di prescrizione decorre dalla loro scoperta, senza necessità di attendere perizie tecniche che ne accertino la causa e la gravità. Inoltre, non è stata fornita la prova del danno effettivo.

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Difetti Costruttivi: la Percepibilità del Vizio Fa Scattare la Prescrizione

L’acquisto di un immobile può talvolta riservare spiacevoli sorprese, come la scoperta di difetti costruttivi che ne compromettono il godimento. Ma cosa succede quando questi vizi sono immediatamente evidenti? La recente ordinanza della Corte di Cassazione, n. 34441 del 2024, offre chiarimenti cruciali su come e quando agire, focalizzandosi sui termini di prescrizione e decadenza. La Corte ha stabilito che la decorrenza dei termini per la denuncia non può essere posticipata a tempo indeterminato in attesa di perizie tecniche, specialmente se il difetto è percepibile fin da subito.

I Fatti di Causa

Un cittadino, dopo aver acquistato un appartamento tramite una procedura esecutiva, riscontrava gravi problemi di rumorosità. Convinto che il disagio fosse causato da difetti costruttivi strutturali, decideva di citare in giudizio sia l’impresa costruttrice che il direttore dei lavori per ottenere il risarcimento dei danni.

Le parti convenute si difendevano eccependo l’intervenuta prescrizione e decadenza dell’azione, sia ai sensi dell’art. 1669 c.c. (responsabilità decennale dell’appaltatore) sia dell’art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito). Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello respingevano la domanda dell’acquirente. Secondo i giudici di merito, il vizio (la rumorosità) era di immediata percezione sin dal primo momento in cui l’acquirente aveva preso possesso dell’immobile. Di conseguenza, egli non aveva fornito la prova di una denuncia tempestiva. Inoltre, non era stata dimostrata né l’esistenza di un danno concreto né il nesso di causalità tra il disagio lamentato e la presunta condotta illecita del costruttore.

Il Ricorso in Cassazione

Contro la sentenza d’appello, l’acquirente presentava ricorso in Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:
1. Un’errata applicazione delle norme sulla conoscenza del vizio, sostenendo che solo accertamenti tecnici avrebbero potuto rivelare la reale natura e gravità del difetto.
2. La violazione delle norme sulla responsabilità extracontrattuale, poiché le condotte del costruttore andavano valutate anche sotto tale profilo.

L’Analisi della Corte e i Termini per i Difetti Costruttivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la linea dei giudici di merito. Il punto centrale della decisione riguarda il momento in cui inizia a decorrere il termine per denunciare i difetti costruttivi.

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: il termine per l’azione legale può essere posticipato solo se sono effettivamente necessari accertamenti tecnici per comprendere la gravità del difetto e il nesso causale. Tuttavia, quando un problema è di “immediata percezione” nella sua entità e nelle sue possibili cause – come una rumorosità anomala e persistente – il termine inizia a decorrere fin dal suo primo manifestarsi. In questi casi, non si può attendere l’esito di approfondimenti tecnici per far valere i propri diritti. Spettava all’acquirente, che aveva percepito il problema fin da subito, l’onere di dimostrare di aver agito tempestivamente.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha ritenuto il primo motivo di ricorso inammissibile perché, di fatto, mirava a una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità. La ricostruzione della Corte d’Appello è stata giudicata logica e plausibile. Inoltre, i giudici hanno invocato il principio della “doppia conforme”, che impedisce di contestare in Cassazione l’omesso esame di un fatto quando le decisioni di primo e secondo grado si basano sullo stesso iter logico-argomentativo.

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte d’Appello aveva correttamente rilevato che l’appellante non aveva fornito alcuna prova né del danno concreto subito né del nesso causale. La Cassazione ha inoltre richiamato un altro importante principio: il diritto al risarcimento per un danno a un bene spetta a chi ne era proprietario al momento dell’evento dannoso. Tale diritto è autonomo rispetto alla proprietà e non si trasferisce automaticamente con la vendita dell’immobile, salvo patto contrario. Di conseguenza, l’acquirente non poteva far valere pretese per danni potenzialmente subiti dal precedente proprietario.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione sottolinea due implicazioni pratiche di grande rilevanza per chi acquista un immobile:
1. Tempestività dell’azione: In presenza di vizi palesi e immediatamente percepibili, è fondamentale agire con prontezza. Attendere l’esito di perizie tecniche prima di denunciare il difetto può comportare la decadenza dall’azione legale e la prescrizione del diritto al risarcimento.
2. Prova del danno: Non è sufficiente lamentare un difetto. Per ottenere un risarcimento, è indispensabile fornire la prova rigorosa del danno concreto subito e del legame diretto tra il difetto e il danno lamentato.

Questa ordinanza serve da monito: la percezione di un difetto grave impone al proprietario un onere di diligenza e un’azione tempestiva per non vedere sfumare la possibilità di tutela.

Quando inizia a decorrere il termine per denunciare i difetti costruttivi di un immobile?
Secondo la Corte, se il difetto è di ‘immediata percezione’ sia nella sua reale entità sia nelle sue possibili cause (come una forte rumorosità), il termine di prescrizione e decadenza inizia a decorrere fin dal suo primo manifestarsi, senza dover attendere l’esito di approfondimenti tecnici.

È sempre necessaria una perizia tecnica per far valere i propri diritti in caso di vizi di costruzione?
No. La Corte ha chiarito che il rinvio della decorrenza dei termini all’esito di accertamenti tecnici è giustificato solo quando questi sono indispensabili per comprendere la gravità del difetto e il nesso causale. Per vizi evidenti, la denuncia deve essere tempestiva a prescindere da una perizia.

Se acquisto un immobile, posso chiedere il risarcimento per danni preesistenti causati dal costruttore?
Generalmente no. Il diritto al risarcimento dei danni subiti da un bene spetta a chi ne era proprietario al momento del verificarsi dell’evento dannoso. Questo diritto è autonomo rispetto alla proprietà e non si trasferisce con la vendita, a meno che non sia stato esplicitamente pattuito tra venditore e acquirente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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