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Dies a quo pubblicazione elenchi: la Cassazione decide

Un lavoratore agricolo si è visto negare il diritto a rimanere iscritto negli elenchi previdenziali a causa di una presunta tardività del suo ricorso. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni dei giudici di merito, ha chiarito un principio fondamentale sul dies a quo per la pubblicazione degli elenchi. La Corte ha stabilito che il termine per l’impugnazione non decorre dal primo, ma dall’ultimo giorno di pubblicazione telematica degli elenchi sul sito dell’ente previdenziale, garantendo così il pieno diritto di difesa del cittadino. La sentenza è stata cassata con rinvio alla Corte d’Appello.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Dies a quo pubblicazione elenchi: la Cassazione stabilisce la data di partenza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per la tutela dei diritti dei lavoratori agricoli: la corretta individuazione del dies a quo per la pubblicazione degli elenchi, ovvero il giorno da cui partono i termini per impugnare la cancellazione da tali liste. La decisione chiarisce che il calcolo deve partire dall’ultimo giorno di pubblicazione online, e non dal primo, salvaguardando il diritto di difesa.

I fatti del caso

Un lavoratore agricolo aveva impugnato il provvedimento con cui l’ente previdenziale lo aveva cancellato dai propri elenchi. Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano dichiarato il ricorso inammissibile per decadenza. Secondo le corti di merito, il termine per agire era decorso perché calcolato a partire dal primo giorno di pubblicazione del provvedimento di disconoscimento sul sito internet dell’ente (13 dicembre 2012). Di conseguenza, il successivo ricorso giudiziale, presentato il 7 agosto 2013, era stato ritenuto tardivo.

Il lavoratore, ritenendo errato tale calcolo, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il termine avrebbe dovuto essere calcolato a partire dall’ultimo giorno di pubblicazione (27 dicembre 2012).

L’errato calcolo del dies a quo nella pubblicazione degli elenchi

Il ricorrente ha basato la sua difesa su un’interpretazione sistematica delle norme che regolano la materia. Gli elenchi in questione erano stati pubblicati dall’ente per un periodo di quindici giorni consecutivi. Secondo la tesi difensiva, il termine di trenta giorni per proporre il ricorso amministrativo doveva necessariamente decorrere dalla fine del periodo di pubblicazione. Se così fosse, il ricorso amministrativo sarebbe stato tempestivo e, di conseguenza, anche il successivo ricorso giudiziario, avviato dopo il silenzio-rigetto dell’amministrazione.

La normativa di riferimento

La Corte di Cassazione ha analizzato la normativa applicabile, tra cui l’art. 12 del R.D. 1949/1940 e le successive modifiche introdotte con il D.L. n. 98 del 2011, che hanno spostato la pubblicazione degli elenchi dagli albi comunali al sito internet dell’ente previdenziale. Viene richiamata anche la circolare interna dell’ente, che specificava come gli elenchi di variazione dovessero rimanere in pubblicazione ‘per quindici giorni consecutivi’.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, definendo il motivo fondato. I giudici hanno stabilito un principio di diritto chiaro: il dies a quo per la pubblicazione degli elenchi, e quindi per l’impugnazione, deve essere fissato all’ultimo giorno di pubblicazione telematica.

La Corte ha spiegato che la modalità di notificazione, sebbene cambiata nel tempo (passando dalla pubblicazione fisica a quella online), non modifica il regime generale del calcolo dei termini. Far decorrere il termine dal primo giorno di pubblicazione costituirebbe una palese violazione del diritto di difesa del cittadino, poiché gli sottrarrebbe di fatto parte del tempo utile per preparare il proprio ricorso. La pubblicazione per un periodo continuato di tempo ha lo scopo di garantire la massima conoscibilità dell’atto. Pertanto, solo alla sua conclusione si può considerare perfezionata la notifica e far scattare il termine per l’impugnazione.

La Corte d’Appello ha quindi commesso un errore nel calcolare la decadenza. Avrebbe dovuto, in primo luogo, accertare la durata effettiva della pubblicazione sul sito dell’ente e, successivamente, fissare il dies a quo all’ultimo giorno di tale periodo per verificare la tempestività del ricorso.

Le conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Lecce in diversa composizione. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto enunciato: per calcolare i termini di impugnazione contro i provvedimenti di cancellazione dagli elenchi dei lavoratori agricoli, il ‘dies a quo’ corrisponde all’ultimo giorno di pubblicazione degli elenchi stessi sul sito internet dell’ente previdenziale. Questa decisione rafforza le garanzie difensive dei lavoratori e fornisce un’interpretazione univoca sulla decorrenza dei termini procedurali nell’era della digitalizzazione degli atti amministrativi.

Da quale giorno si calcola il termine per fare ricorso contro la cancellazione dagli elenchi dei lavoratori agricoli?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine per presentare ricorso (sia amministrativo che giudiziario) si calcola a partire dall’ultimo giorno di pubblicazione telematica degli elenchi sul sito internet dell’ente previdenziale.

Il passaggio dalla pubblicazione fisica a quella online ha cambiato le regole per il calcolo dei termini?
No, la Corte ha specificato che la diversità nelle modalità di notificazione (pubblicazione sul sito Internet invece che presso gli uffici comunali) non modifica il regime generale secondo cui, ai fini del calcolo dei termini, rileva l’ultimo giorno di pubblicazione.

Cosa succede se un giudice calcola erroneamente il dies a quo per un ricorso?
Se un giudice calcola erroneamente il dies a quo e dichiara un ricorso tardivo sulla base di tale errore, la sua pronuncia può essere impugnata. Come in questo caso, la Corte di Cassazione può cassare la sentenza e rinviare la causa al giudice precedente affinché applichi il corretto principio di diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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