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Deroga giurisdizione agente: indennità indisponibile

La Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola di deroga giurisdizione agente in favore di un arbitro estero è nulla se la controversia riguarda l’indennità di fine rapporto. Questo diritto è considerato indisponibile ai sensi della Legge 218/1995 e, pertanto, la giurisdizione italiana non può essere esclusa, confermando la competenza del tribunale italiano.

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Deroga Giurisdizione Agente: l’Indennità di Fine Rapporto Resta in Italia

Nel contesto dei contratti di agenzia internazionale, la questione della giurisdizione competente è cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite chiarisce i limiti della deroga giurisdizione agente, specialmente quando sono in gioco diritti considerati irrinunciabili. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: l’indennità di fine rapporto, prevista dall’art. 1751 c.c., è un diritto indisponibile, rendendo nulla qualsiasi clausola che tenti di sottrarre la relativa controversia al giudice italiano.

I Fatti di Causa

Una società italiana, operante come agente, citava in giudizio una multinazionale estera, sua preponente, davanti a un tribunale italiano. L’agente richiedeva il pagamento dell’indennità di fine rapporto e di provvigioni non corrisposte, basandosi su un contratto di agenzia stipulato nell’anno 2000.

La multinazionale estera si difendeva eccependo il difetto di giurisdizione del giudice italiano. A suo dire, il contratto del 2000 era stato sostituito da un nuovo accordo nel 2013. Quest’ultimo, stipulato con una società capogruppo straniera, conteneva una clausola compromissoria che devolveva tutte le controversie a un arbitrato unico con sede negli Stati Uniti.

L’agente italiano contestava tale ricostruzione, sostenendo che il contratto del 2013 fosse stato siglato con un soggetto giuridico diverso e, in ogni caso, che la clausola arbitrale fosse invalida perché relativa a diritti indisponibili, come l’indennità di fine rapporto.

Il tribunale di primo grado dava ragione all’agente, affermando la propria giurisdizione. La questione approdava così in Cassazione per il regolamento di giurisdizione.

La Nullità della Deroga Giurisdizione Agente per Diritti Indisponibili

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società estera, confermando la giurisdizione italiana. Il cuore della decisione si basa sull’interpretazione dell’articolo 4 della Legge n. 218/1995, che regola il diritto internazionale privato italiano.

Questa norma consente alle parti di derogare convenzionalmente alla giurisdizione italiana, ma a due condizioni fondamentali:
1. La deroga deve essere provata per iscritto.
2. La controversia deve vertere su diritti disponibili.

Il punto focale diventa quindi stabilire la natura del diritto all’indennità di fine rapporto dell’agente.

Le motivazioni

La Corte Suprema ha qualificato l’indennità prevista dall’art. 1751 del codice civile come un diritto indisponibile. Questa qualificazione deriva dalla sua funzione di tutela dell’agente, considerato la parte debole del rapporto. La normativa, frutto del recepimento di una direttiva comunitaria (86/653/CEE), mira a impedire che l’agente possa essere privato di una tutela minima attraverso clausole contrattuali svantaggiose.

L’inderogabilità della disciplina sull’indennità, a svantaggio dell’agente, rende il diritto stesso indisponibile. Di conseguenza, viene a mancare il presupposto essenziale per la validità di una clausola di deroga alla giurisdizione. Qualsiasi patto che tenti di spostare la controversia su tale indennità a un giudice straniero o a un arbitro estero è da considerarsi nullo.

I giudici hanno ritenuto irrilevante accertare se il contratto del 2013 avesse effettivamente sostituito quello del 2000. Anche se così fosse stato, la clausola di deroga giurisdizione agente contenuta in esso sarebbe stata comunque inefficace per le pretese relative all’indennità, data la natura indisponibile del diritto.

Le conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza la protezione degli agenti commerciali che operano in Italia, anche quando la controparte è una società straniera. Il principio affermato è chiaro: le tutele previste dalla legge italiana, come l’indennità di fine rapporto, non possono essere aggirate attraverso clausole contrattuali che spostano la competenza giudiziaria all’estero. La giurisdizione italiana rimane ferma a presidio dei diritti considerati fondamentali e irrinunciabili per la parte più debole del contratto.

È possibile inserire in un contratto di agenzia una clausola che affida le controversie a un giudice o arbitro straniero?
Sì, è possibile, ma solo se la controversia riguarda diritti disponibili. Secondo la Corte di Cassazione, una clausola di deroga alla giurisdizione è nulla se ha per oggetto diritti indisponibili, come l’indennità di fine rapporto per l’agente prevista dall’art. 1751 c.c.

Perché l’indennità di fine rapporto dell’agente è considerata un diritto “indisponibile”?
È considerata un diritto indisponibile perché la normativa che la disciplina (art. 1751 c.c., come modificato in attuazione di direttive europee) è posta a tutela dell’agente, quale parte contrattualmente più debole. Lo scopo è impedire che l’agente possa rinunciare a questa tutela minima, garantendogli una protezione inderogabile.

Cosa succede se un contratto successivo, stipulato tra parti parzialmente diverse, contiene una clausola di deroga alla giurisdizione?
Secondo la sentenza, la questione diventa secondaria se la causa verte su diritti indisponibili. Poiché la clausola di deroga sarebbe comunque nulla per l’oggetto della controversia (l’indennità), la Corte non ha ritenuto necessario stabilire se il nuovo contratto fosse efficace tra le parti originarie, in quanto la nullità della clausola assorbe ogni altra questione sulla sua applicabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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