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Deroga art 1957 cc: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha stabilito che la norma sulla decadenza della fideiussione (deroga art 1957 cc) può essere modificata contrattualmente. Se le parti lo prevedono, anche implicitamente, una semplice richiesta di pagamento stragiudiziale inviata al garante è sufficiente per impedire l’estinzione della garanzia, senza la necessità per il creditore di avviare un’azione legale entro sei mesi dalla scadenza del debito principale. La decisione sottolinea la libertà delle parti di modellare gli obblighi della garanzia e l’importanza dell’interpretazione della loro volontà concreta da parte del giudice.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Deroga art 1957 cc: Basta una Lettera per Salvare la Fideiussione?

La fideiussione è uno strumento cruciale nel mondo del credito, ma nasconde insidie sia per il creditore che per il garante. Una delle norme più discusse è l’art. 1957 del codice civile, che impone al creditore di agire in giudizio entro sei mesi dalla scadenza del debito per non perdere la garanzia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un punto fondamentale: la possibilità di una deroga all’art. 1957 cc. La Corte ha confermato che le parti possono accordarsi per rendere sufficiente una semplice richiesta di pagamento stragiudiziale, senza la necessità di un’azione legale.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso da un istituto bancario nei confronti di alcuni fideiussori, garanti per i debiti di una società. I garanti si sono opposti al decreto, sostenendo, tra le altre cose, che la banca fosse decaduta dal suo diritto perché non aveva iniziato un’azione legale contro il debitore principale entro i sei mesi previsti dall’art. 1957 c.c.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione ai garanti, annullando il decreto ingiuntivo. La Corte d’Appello, tuttavia, ha ribaltato parzialmente la decisione, ritenendo che le parti avessero contrattualmente derogato alla necessità di un’azione giudiziaria. I garanti hanno quindi proposto ricorso in Cassazione, insistendo sul fatto che una tale deroga avrebbe alterato ingiustamente gli equilibri contrattuali, lasciandoli esposti a tempo indeterminato.

La Questione sulla Deroga all’Art. 1957 c.c.

Il cuore della controversia ruotava attorno all’interpretazione del contratto di fideiussione. I ricorrenti sostenevano che, trattandosi di una fideiussione tipica e non di un contratto autonomo di garanzia, l’art. 1957 c.c. dovesse trovare piena applicazione. Secondo la loro tesi, consentire al creditore di interrompere la decadenza con una semplice diffida avrebbe significato imporre un onere arbitrario ai garanti, lasciando indefinito il termine per l’azione giudiziale.

La Corte d’Appello, invece, aveva interpretato la volontà delle parti in modo diverso. Analizzando le clausole contrattuali, aveva concluso che l’intenzione era quella di consentire la sospensione del termine di decadenza non solo con atti giudiziali, ma anche con semplici atti stragiudiziali, come una richiesta di pagamento. La questione posta alla Cassazione era quindi se tale interpretazione fosse legittima e se una deroga all’art. 1957 cc potesse spingersi fino a questo punto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo importanti chiarimenti. I giudici hanno anzitutto ribadito un principio consolidato: l’art. 1957 c.c. non tutela interessi di ordine pubblico e, di conseguenza, è una norma derogabile dalla volontà delle parti.

La deroga può essere sia esplicita che implicita, desumibile dall’interpretazione complessiva del contratto. La Corte ha spiegato che lo scopo della norma è proteggere il garante da un’inerzia prolungata del creditore, che potrebbe rendere più difficile il recupero del credito nei confronti del debitore principale. Tuttavia, le parti sono libere di modellare diversamente questa tutela.

Nel caso specifico, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente esercitato il suo potere di interpretazione del contratto. Attraverso un’analisi dei fatti e delle clausole, il giudice di merito aveva concluso che la volontà delle parti era quella di considerare sufficiente una richiesta stragiudiziale di adempimento per evitare la decadenza della garanzia. Tale valutazione, essendo un accertamento di fatto adeguatamente motivato, non è sindacabile in sede di legittimità. La Cassazione ha citato precedenti conformi (es. Cass. n. 9455/2012, Cass. n. 13078/2008), consolidando l’orientamento secondo cui l’impegno del fideiussore a garantire l’adempimento può essere interpretato come un’implicita rinuncia al beneficio della preventiva azione giudiziaria entro sei mesi.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ha rilevanti implicazioni pratiche. Da un lato, offre maggiore flessibilità ai creditori, che possono preservare le loro garanzie attraverso atti meno onerosi e più rapidi di un’azione legale, a condizione che ciò sia previsto dal contratto. Dall’altro, rappresenta un monito per i fideiussori: è fondamentale analizzare con estrema attenzione le clausole dei contratti di garanzia prima di firmarli.

Clausole che prevedono il pagamento “a semplice richiesta scritta” o altri impegni simili possono essere interpretate come una deroga all’art. 1957 cc. Ciò significa che il garante potrebbe rimanere obbligato anche se il creditore si limita a inviare una lettera di messa in mora, senza intraprendere alcuna azione legale per un lungo periodo. Questa pronuncia ribadisce la centralità dell’autonomia contrattuale e l’importanza di una redazione chiara e consapevole delle clausole, per evitare future contestazioni sull’effettiva volontà delle parti.

È possibile derogare all’articolo 1957 del codice civile in un contratto di fideiussione?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che l’art. 1957 c.c. non tutela interessi di ordine pubblico e, di conseguenza, può essere derogato dalle parti. La deroga può essere esplicita o implicita, desumibile dall’interpretazione complessiva del contratto.

Per evitare la decadenza della garanzia, è sempre necessario che il creditore inizi un’azione giudiziaria entro sei mesi?
No, non sempre. Se le parti hanno pattuito una deroga all’art. 1957 c.c., può essere sufficiente un atto stragiudiziale, come una semplice richiesta di pagamento rivolta al fideiussore, per impedire la decadenza della garanzia.

La clausola “a prima richiesta” trasforma automaticamente una fideiussione in un contratto autonomo di garanzia?
No. La Corte chiarisce che tale clausola non è di per sé determinante per qualificare il contratto. Spetta al giudice di merito interpretare la volontà concreta delle parti per stabilire se essa comporti una deroga parziale alla disciplina dell’art. 1957 c.c. (come nel caso di specie) o se configuri un contratto autonomo di garanzia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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