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Deposito veicoli abbandonati: chi paga i costi?

Una società che gestisce un deposito di veicoli abbandonati ha citato in giudizio un’amministrazione provinciale per ottenere il pagamento dei costi di giacenza prolungata di alcuni veicoli. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che il compito del custode non è la mera custodia, ma la demolizione del veicolo entro 60 giorni. Di conseguenza, il diritto al compenso e la relativa prescrizione decorrono da tale termine, escludendo il diritto a un risarcimento per l’inerzia successiva.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Deposito Veicoli Abbandonati: Doveri del Custode e Termini di Prescrizione

La gestione del deposito veicoli abbandonati solleva complesse questioni legali, specialmente riguardo ai costi di giacenza e alle responsabilità dei centri di raccolta. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto luce sui doveri del custode e sui termini di prescrizione del relativo credito, stabilendo principi chiari che limitano il diritto al compenso per la custodia prolungata. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa: Una Lunga Attesa per la Demolizione

La titolare di un’impresa che gestisce un centro di raccolta, custodia e demolizione di veicoli per conto della pubblica amministrazione ha citato in giudizio un’amministrazione provinciale. La richiesta era di ottenere il pagamento del corrispettivo per il deposito di nove veicoli abbandonati, affidati al centro tra il 2000 e il 2002. Tali veicoli erano rimasti in giacenza per anni a causa del mancato compimento, da parte degli enti competenti, delle formalità necessarie per la loro demolizione.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda, condannando la Provincia al pagamento delle spese di custodia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado hanno accolto l’eccezione di prescrizione sollevata dalla Provincia, ritenendo prescritti i crediti maturati oltre dieci anni prima dell’inizio della causa. Secondo la Corte d’Appello, l’impresa depositaria avrebbe dovuto attivarsi per richiedere i dati necessari alla demolizione, imputando a lei l’eccessiva durata della giacenza.

Il Ruolo del Custode nel Deposito Veicoli Abbandonati

La questione centrale portata all’attenzione della Cassazione riguardava la natura degli obblighi del centro di raccolta. L’impresa ricorrente sosteneva che il suo ruolo fosse principalmente quello di custode e che la procedura di demolizione potesse iniziare solo su impulso degli organi di polizia. Di conseguenza, il credito per la custodia non poteva prescriversi finché i veicoli rimanevano fisicamente nel deposito.

La Suprema Corte ha respinto questa interpretazione, procedendo a una ricostruzione sistematica della normativa di riferimento (in particolare il D.M. 460/1999). Secondo i giudici, l’incarico conferito al gestore del centro di raccolta non si limita alla custodia, ma consiste nell’obbligo di procedere attivamente alla demolizione e alla cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico (P.R.A.).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha chiarito che, secondo la legge, trascorsi 60 giorni dalla notifica al proprietario (o dal rinvenimento), il veicolo si considera a tutti gli effetti una res nullius, ovvero una cosa abbandonata. Da quel momento, non esiste più alcuna giustificazione causale per un deposito in custodia che si protragga nel tempo. L’obbligo del centro di raccolta è quello di procedere alla demolizione e al recupero dei materiali.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che, già all’epoca dei fatti, la normativa non prevedeva più la cancellazione dal P.R.A. come un prerequisito indispensabile per la demolizione. Le due attività, sebbene entrambe a carico del gestore, sono indipendenti. Pertanto, l’inerzia del centro di raccolta nel procedere alla demolizione non può essere posta a carico dell’amministrazione pubblica per giustificare una richiesta di compenso per la custodia prolungata.

Sulla base di queste premesse, la Cassazione ha stabilito che la prescrizione decennale del credito del custode inizia a decorrere dalla scadenza del termine di 60 giorni previsto dalla legge. È in quel momento che il gestore deve attivarsi per la demolizione e, di conseguenza, matura il suo diritto al compenso. L’eccezione di prescrizione sollevata dalla Provincia era quindi fondata, poiché il diritto a richiedere il pagamento per le attività relative al deposito veicoli abbandonati era sorto ben oltre dieci anni prima dell’azione legale.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: il gestore di un centro di raccolta di veicoli abbandonati ha un ruolo attivo e non può rimanere inerte in attesa di istruzioni dall’amministrazione. Il suo compito è procedere alla demolizione dopo 60 giorni, e il suo diritto al compenso sorge e si prescrive a partire da tale momento. L’inerzia nel compiere le operazioni di smaltimento non genera un diritto a un compenso indefinito per la custodia, ma, al contrario, può portare alla perdita del diritto al pagamento per prescrizione.

Chi è responsabile della demolizione di un veicolo abbandonato conferito a un centro di raccolta?
Il gestore del centro di raccolta. Secondo la Corte, il suo incarico non è la mera custodia, ma l’obbligo di procedere alla demolizione e al recupero dei materiali una volta trascorsi 60 giorni dal rinvenimento o dalla notifica al proprietario.

Da quando decorre la prescrizione per il credito del centro di raccolta per le sue attività?
La prescrizione decennale decorre dalla scadenza del termine di 60 giorni dal conferimento del veicolo. In quel momento, il gestore deve procedere alla demolizione e sorge il suo diritto al compenso, che quindi diventa esigibile.

Il centro di raccolta ha diritto a un compenso per la custodia prolungata di un veicolo che non viene demolito per inerzia?
No. La Corte ha stabilito che una custodia che si protragga oltre il termine di 60 giorni non ha più giustificazione causale. L’inerzia del gestore nel procedere alla demolizione non può essere compensata, e il relativo credito per la custodia prolungata non è dovuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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