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Deposito tardivo sentenza: ricorso in Cassazione fermato

La Corte di Cassazione ha dichiarato improcedibile un ricorso a causa del deposito tardivo della sentenza impugnata, avvenuto ben oltre il termine di 20 giorni previsto dalla legge. Il caso, originato da una disputa su canoni di locazione non pagati, evidenzia il rigore delle norme processuali e la non sanabilità di tale omissione, anche se la controparte si costituisce. La Corte ha ribadito che il rispetto dei termini è essenziale per la rapida definizione dei giudizi.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Deposito Tardivo Sentenza Impugnata: la Cassazione Conferma l’Improcedibilità

Nel processo civile, il rispetto dei termini non è un mero formalismo, ma un pilastro fondamentale che garantisce la certezza del diritto e la ragionevole durata dei processi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto sia perentorio questo principio, specialmente nel giudizio di legittimità. Il caso in esame riguarda le conseguenze fatali del deposito tardivo della sentenza impugnata, un adempimento che, se omesso o ritardato, preclude ogni possibilità di esame nel merito del ricorso, rendendolo improcedibile. Analizziamo insieme la vicenda e le importanti lezioni che ne derivano.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine nel 2018, quando un locatore ottiene un decreto ingiuntivo dal Giudice di pace nei confronti del proprio inquilino per il mancato pagamento di alcuni canoni di locazione. L’inquilino propone opposizione, ma questa viene respinta.

Non soddisfatto, l’inquilino appella la decisione davanti al Tribunale. Tuttavia, anche in questa fase emergono problemi procedurali: l’appellante si costituisce in giudizio oltre il termine di 10 giorni previsto dalla legge. Di conseguenza, il Tribunale, con sentenza del 2021, dichiara l’appello improcedibile per tardiva costituzione.

Deciso a far valere le proprie ragioni, l’inquilino propone ricorso per cassazione contro la sentenza del Tribunale, sostenendo che il ritardo nella costituzione in appello non avrebbe dovuto inficiare la procedibilità, dato che la controparte si era comunque costituita e difesa ampiamente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso improcedibile. La decisione non si basa sulla questione sollevata dal ricorrente (la tardiva costituzione in appello), ma su un vizio procedurale preliminare e assorbente commesso dallo stesso ricorrente nel giudizio di cassazione: il mancato rispetto del termine per il deposito della copia della sentenza impugnata.

Le Motivazioni della Decisione e il Deposito Tardivo Sentenza Impugnata

Il cuore della pronuncia risiede nell’applicazione rigorosa dell’art. 369, secondo comma, n. 2, del codice di procedura civile. Questa norma impone al ricorrente di depositare, a pena di improcedibilità, la copia autentica della sentenza impugnata entro 20 giorni dalla notifica del ricorso.

Nel caso di specie, il ricorso era stato notificato il 10 settembre 2021, ma la copia della sentenza del Tribunale è stata depositata telematicamente solo il 15 maggio 2024, quasi tre anni dopo la scadenza del termine.

La Funzione del Termine di Deposito

La Corte ha ribadito un principio consolidato: l’onere di depositare tempestivamente la sentenza impugnata serve a consentire alla stessa Corte di verificare illico et immediate (subito e immediatamente) la tempestività del ricorso e la sua ammissibilità, senza dover attendere o ricercare atti nei fascicoli d’ufficio. Un deposito tardivo vanificherebbe l’obiettivo di assicurare un rapido svolgimento del procedimento.

Eccezioni non Applicabili

I giudici hanno chiarito che a questa regola ferrea si può derogare solo in due ipotesi molto specifiche, nessuna delle quali ricorreva nel caso in esame:
1. Quando la relazione di notificazione della sentenza è presente nel fascicolo d’ufficio richiesto dalla parte.
2. Quando la relazione di notifica viene depositata dalla controparte entro i termini di legge.

La Corte ha inoltre sottolineato come questi principi siano coerenti con l’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (diritto a un equo processo), citando una recente sentenza della Corte di Strasburgo (Patricolo e altri c. Italia), la quale ha ritenuto che le formalità procedurali richieste dalla Cassazione non costituiscono un “eccesso di formalismo”, ma perseguono il fine legittimo della certezza del diritto e della corretta amministrazione della giustizia.

Argomentazione Ad Abundantiam

Pur avendo già deciso per l’improcedibilità, la Corte ha aggiunto, a titolo di completezza (ad abundantiam), che il ricorso sarebbe stato comunque manifestamente infondato nel merito. La tardiva costituzione dell’appellante nel secondo grado di giudizio, infatti, comporta ope legis (cioè per diretta previsione di legge) l’improcedibilità dell’appello, indipendentemente dal comportamento processuale della controparte.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito severo sull’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali. Le conseguenze del deposito tardivo della sentenza impugnata in Cassazione sono drastiche e insanabili, portando alla chiusura del processo senza alcun esame delle ragioni di merito. Per gli avvocati e i loro assistiti, emerge con chiarezza la necessità di una gestione meticolosa e impeccabile degli adempimenti procedurali, poiché una svista, anche se apparentemente formale, può vanificare l’intero percorso giudiziario e compromettere irrimediabilmente la tutela di un diritto.

Perché è obbligatorio depositare la sentenza impugnata entro 20 giorni in Cassazione?
Questo onere, previsto dall’art. 369 c.p.c., ha lo scopo di permettere alla Corte di Cassazione di verificare immediatamente la tempestività del ricorso e la sua ammissibilità, garantendo così un rapido svolgimento del procedimento senza ritardi.

Ci sono eccezioni alla regola del deposito tardivo della sentenza impugnata?
Sì, ma sono molto limitate. Si può derogare a questo principio solo se la relata di notifica della sentenza è già presente nel fascicolo d’ufficio (la cui trasmissione sia stata richiesta) o se viene prodotta dalla controparte nei termini previsti per il suo controricorso. Al di fuori di questi casi, il ritardo non è sanabile.

La tardiva costituzione in appello è un vizio che può essere sanato?
No. Secondo la Corte, la tardiva costituzione dell’appellante comporta l’improcedibilità del gravame ope legis, cioè per diretta applicazione della legge. L’atteggiamento della controparte, anche se si costituisce e si difende nel merito, è irrilevante e non può sanare il vizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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