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Denuncia vizi immobile: i termini per non perdere i diritti

Un acquirente cita in giudizio il venditore per gravi difetti (infiltrazioni) scoperti dopo l’acquisto di un immobile. Il Tribunale respinge la domanda perché la denuncia vizi immobile è stata inviata oltre il termine di 8 giorni dalla scoperta, come previsto dalla legge. La sentenza sottolinea che l’onere di provare la tempestività della comunicazione ricade sull’acquirente e una raccomandata non consegnata non ha valore. Di conseguenza, l’acquirente perde il diritto a qualsiasi risarcimento o riduzione del prezzo a causa della decadenza.

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Denuncia Vizi Immobile: Come e Quando Agire per Non Perdere la Garanzia

L’acquisto di una casa è un passo importante, ma la scoperta di difetti nascosti può trasformare il sogno in un incubo. Una recente sentenza del Tribunale di Milano offre una lezione cruciale sull’importanza della tempistica nella denuncia vizi immobile. Il caso dimostra come il mancato rispetto del termine di 8 giorni dalla scoperta possa comportare la perdita totale di ogni diritto al risarcimento o alla riduzione del prezzo, anche a fronte di difetti gravi e comprovati. Analizziamo insieme la vicenda e le regole da seguire per tutelarsi efficacemente.

I Fatti di Causa: L’Acquisto e la Scoperta dei Difetti

La vicenda ha origine con l’acquisto di una villetta a schiera. Poco dopo l’immissione in possesso, a seguito di forti piogge nell’ottobre 2019, l’acquirente scopriva gravi vizi: rotture del pluviale, infiltrazioni d’acqua in taverna, cedimento del marciapiede e ristagni nella rete fognaria. Successivamente, nel febbraio 2020, venivano riscontrate ulteriori infiltrazioni sotto il ballatoio della cucina e nel sottoscala. L’acquirente, sentendosi leso, avviava un’azione legale contro la parte venditrice per ottenere una riduzione del prezzo e il risarcimento dei danni patrimoniali e non.

La Denuncia Vizi Immobile e l’Eccezione di Decadenza

La difesa della parte venditrice si è basata su un’eccezione procedurale decisiva: la decadenza. Secondo l’art. 1495 del Codice Civile, l’acquirente ha l’obbligo di denunciare i vizi al venditore entro 8 giorni dalla loro scoperta. In caso contrario, perde il diritto alla garanzia.

Nel caso specifico, l’acquirente aveva scoperto i primi vizi tra il 21 e il 22 ottobre 2019. Una prima raccomandata di denuncia era stata inviata il 28 ottobre, ma era tornata al mittente perché il destinatario risultava ‘sconosciuto’. Una seconda raccomandata, andata a buon fine, era stata spedita solo il 6 novembre 2019, quindi oltre il termine di 8 giorni. Per i vizi scoperti successivamente, la denuncia era avvenuta il 20 febbraio 2020, ma anche in questo caso il Tribunale l’ha ritenuta tardiva.

Le Motivazioni del Tribunale: la Prova della Tempestività è Cruciale

Il Tribunale ha accolto l’eccezione della parte convenuta, respingendo tutte le domande dell’attore. La decisione si fonda su principi giuridici rigorosi in materia di onere della prova e validità delle comunicazioni.

L’inefficacia della Notifica Non Recapitata

Il primo punto chiave è che la raccomandata del 28 ottobre, pur essendo stata spedita entro i termini, non ha prodotto alcun effetto giuridico perché non è mai giunta all’indirizzo del destinatario. La legge (art. 1335 c.c.) presume la conoscenza di un atto quando questo giunge all’indirizzo del destinatario. Il semplice tentativo di spedizione, se fallito, non è sufficiente. L’onere di dimostrare che la comunicazione è stata effettivamente recapitata spetta a chi la invia. Di conseguenza, l’unica comunicazione valida è stata quella del 6 novembre, palesemente tardiva.

L’Onere della Prova sulla Data di Scoperta

Il secondo aspetto fondamentale riguarda l’onere della prova. È l’acquirente che deve dimostrare non solo l’esistenza del vizio, ma anche la data esatta della sua scoperta, per provare di aver rispettato il termine di 8 giorni. L’attore si era limitato a indicare genericamente i giorni ’21 e 22 ottobre’ senza fornire prove concrete a supporto. Anche per i vizi successivi, l’indicazione generica ‘nelle more’ tra dicembre 2019 e febbraio 2020 è stata giudicata insufficiente a stabilire con certezza il ‘dies a quo’, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio del termine.

Le Conclusioni: Agire Subito e in Modo Documentato

La sentenza è un monito per chiunque acquisti un immobile: la tempestività è tutto. La scoperta di un vizio deve essere seguita immediatamente da una denuncia vizi immobile formale e tracciabile, preferibilmente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC, da inviare entro e non oltre 8 giorni. Non basta accorgersi del problema; è necessario attivarsi subito e nel modo corretto. La negligenza o il ritardo, anche di pochi giorni, possono comportare la perdita totale della garanzia, vanificando qualsiasi successiva richiesta di risarcimento, come accaduto in questo caso. L’acquirente, pur avendo subito un danno reale, è stato condannato a pagare anche le spese legali della controparte perché ha fallito nel primo e più importante passo: la denuncia tempestiva dei vizi.

Quando inizia a decorrere il termine di 8 giorni per la denuncia dei vizi di un immobile?
Il termine decorre dal giorno della ‘scoperta’ del vizio. Secondo la giurisprudenza, questo momento coincide con quello in cui l’acquirente acquisisce la certezza oggettiva dell’esistenza del vizio, non essendo necessaria la piena conoscenza delle sue cause tecniche.Cosa succede se la prima raccomandata di denuncia dei vizi viene restituita al mittente?
Se la raccomandata non viene recapitata all’indirizzo del destinatario, essa è giuridicamente inefficace. La legge non considera sufficiente il tentativo di spedizione. L’onere di provare che la comunicazione sia stata consegnata spetta al mittente (l’acquirente).

Su chi ricade l’onere di provare che la denuncia dei vizi è stata fatta in tempo?
L’onere della prova ricade interamente sull’acquirente. Egli deve dimostrare in giudizio non solo l’esistenza del vizio, ma anche di averlo comunicato al venditore entro il termine di 8 giorni dalla sua scoperta, fornendo prova della data esatta in cui ne è venuto a conoscenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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