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Denuncia vizi costruttivi: quando scatta il termine

Un acquirente cita in giudizio l’impresa costruttrice per gravi difetti (infiltrazioni d’acqua) nel suo immobile. Dopo una prima sentenza sfavorevole, la Corte d’Appello condanna l’impresa al risarcimento. L’impresa ricorre in Cassazione sostenendo che la denuncia vizi costruttivi fosse tardiva. La Suprema Corte rigetta il ricorso, chiarendo che il termine di un anno per la denuncia decorre non dalla prima manifestazione del problema, ma dal momento in cui l’acquirente ha piena e oggettiva consapevolezza della gravità del vizio e della sua causa, momento che può coincidere con una perizia tecnica.

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Denuncia Vizi Costruttivi: Il Momento della Piena Consapevolezza è Decisivo

Quando si acquista un immobile nuovo, la scoperta di difetti può trasformare il sogno in un incubo. Una delle questioni legali più complesse riguarda i termini per effettuare la denuncia vizi costruttivi all’impresa responsabile. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: il termine di un anno per la denuncia non scatta alla prima avvisaglia, ma solo quando si ha piena consapevolezza della gravità e della causa del difetto. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti del Caso

Un acquirente, dopo aver notato delle infiltrazioni d’acqua nella cantina del suo nuovo appartamento nella primavera del 2008, si trovava di fronte a un ripresentarsi del fenomeno, in forma più grave, l’anno successivo. A seguito di questo secondo evento, decideva di agire legalmente contro l’impresa costruttrice, chiedendo il risarcimento dei danni ai sensi dell’articolo 1669 del codice civile, che disciplina la responsabilità dell’appaltatore per gravi difetti di costruzione.

Il Tribunale di primo grado rigettava la domanda, ritenendo l’azione tardiva. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, condannando l’impresa a un risarcimento di oltre 77.000 euro. Secondo i giudici d’appello, la piena consapevolezza della gravità dei vizi era stata raggiunta dall’acquirente solo in occasione del secondo, più esteso, episodio di infiltrazione. L’impresa costruttrice, non accettando la condanna, proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che il termine per la denuncia fosse ormai scaduto, dovendo decorrere dal primo manifestarsi del problema.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’impresa, confermando la sentenza della Corte d’Appello. I giudici hanno stabilito che i motivi presentati dalla società costruttrice miravano a ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato, cruciale per la tutela degli acquirenti di immobili.

Le motivazioni: la denuncia vizi costruttivi e il ‘dies a quo’

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione del ‘dies a quo’, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine annuale per la denuncia dei gravi difetti. La Corte ha spiegato che, ai fini dell’art. 1669 c.c., non sono sufficienti semplici sospetti o manifestazioni di scarsa rilevanza. Il termine decorre, invece, dal giorno in cui il committente ‘consegua un apprezzabile grado di conoscenza oggettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera’.

Questo significa che il momento rilevante non è la prima macchia di umidità, ma il momento in cui l’acquirente comprende, in modo oggettivo, che si trova di fronte a un problema serio e che tale problema è causato da un errore di costruzione. La Corte ha specificato che, in assenza di altri elementi, tale piena conoscenza si presume acquisita solo con una relazione peritale. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto che la piena consapevolezza fosse sorta solo con le infiltrazioni più gravi del secondo anno, giustificando la tempestività della denuncia.

Conclusioni

Questa sentenza rafforza la protezione per chi acquista un immobile. Stabilisce che la diligenza richiesta all’acquirente non impone di attivarsi legalmente al primo, magari piccolo, segnale di un potenziale problema. La legge concede un anno di tempo per la denuncia vizi costruttivi dal momento in cui la gravità e la causa del difetto sono chiare e oggettive. Questa interpretazione impedisce che il diritto al risarcimento venga vanificato da una decorrenza prematura dei termini, garantendo che l’acquirente abbia il tempo necessario per comprendere appieno la situazione, anche avvalendosi di consulenze tecniche, prima di avviare un’azione legale.

Da quando decorre il termine di un anno per la denuncia dei gravi vizi costruttivi?
Secondo la sentenza, il termine decorre dal giorno in cui l’acquirente acquisisce un apprezzabile grado di conoscenza oggettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera. Questo momento può non coincidere con la prima manifestazione del vizio.

Una prima, lieve infiltrazione d’acqua fa scattare immediatamente il termine per la denuncia?
No. La Corte chiarisce che manifestazioni di scarsa rilevanza o semplici sospetti non sono sufficienti a far decorrere il termine. È necessaria una consapevolezza piena della serietà del problema, che nel caso di specie è stata identificata con un secondo e più grave episodio di infiltrazioni.

La valutazione del giudice sul momento esatto in cui l’acquirente ha avuto conoscenza del difetto può essere contestata in Cassazione?
Generalmente no. L’accertamento del momento in cui si acquisisce la conoscenza del difetto è una valutazione di fatto, riservata al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). È insindacabile in sede di Cassazione, a meno che la motivazione della decisione non sia illogica, contraddittoria o del tutto assente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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