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Denuncia dei vizi: come e quando contestare i difetti

Una società committente si opponeva al pagamento del saldo di una fattura per la riparazione di un macchinario, lamentando vizi nell’opera. La Corte d’Appello ha confermato la decisione di primo grado, rigettando l’appello. La ragione principale è che la denuncia dei vizi è stata ritenuta tardiva e inefficace, in quanto comunicata verbalmente a un dipendente non autorizzato a riceverla e formalizzata via email oltre i termini di legge. La Corte ha inoltre stabilito che i pagamenti parziali effettuati senza riserve e la mancata contestazione immediata della fattura costituiscono un’accettazione dell’opera.

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Pubblicato il 20 luglio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Denuncia dei Vizi: Comunicazione Tardiva e Perdita della Garanzia

Quando si commissiona un lavoro, la speranza è sempre che venga eseguito a regola d’arte. Ma cosa succede se l’opera presenta difetti? Una recente sentenza della Corte di Appello di Bologna ci offre un’importante lezione sulla denuncia dei vizi nel contratto d’opera, chiarendo che una comunicazione sbagliata o tardiva può costare cara, facendo perdere ogni diritto alla garanzia. Questo caso dimostra l’importanza di agire con prontezza e nel modo corretto.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dal rapporto tra una società committente e un’officina meccanica incaricata di riparare una pressa industriale. A seguito della riconsegna del macchinario, la società committente lamentava che le riparazioni erano state eseguite con imperizia, causando malfunzionamenti. Di conseguenza, si rifiutava di saldare l’intera fattura emessa dall’officina.

L’officina, a sua volta, otteneva un decreto ingiuntivo per l’importo non pagato. La committente si opponeva, sostenendo di aver tempestivamente denunciato i vizi e chiedendo non solo la revoca del decreto, ma anche il risarcimento dei danni subiti. Il Tribunale di primo grado rigettava l’opposizione, ritenendo la denuncia dei vizi tardiva. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Appello.

La Decisione della Corte d’Appello sulla Denuncia dei Vizi

La Corte d’Appello ha confermato integralmente la decisione del Tribunale, rigettando l’appello della committente. Il punto cruciale della sentenza riguarda le modalità e la tempistica della denuncia dei vizi.

La legge (art. 2226 c.c.) stabilisce che il committente deve denunciare i difetti al prestatore d’opera entro otto giorni dalla loro scoperta, pena la decadenza dalla garanzia. Nel caso in esame, la committente sosteneva di aver informato verbalmente un dipendente dell’officina (il capo officina) al momento della riconsegna del macchinario. Tuttavia, i giudici hanno stabilito che questa comunicazione non era valida.

La denuncia, per essere efficace, deve essere rivolta al prestatore d’opera, ovvero al legale rappresentante della società o a un soggetto da questi formalmente incaricato. Un semplice dipendente, anche se con un ruolo tecnico di responsabilità, non è automaticamente legittimato a ricevere una contestazione legale che produce effetti giuridici così importanti.

La denuncia formale, inviata via email, era giunta solo mesi dopo, ben oltre il termine di legge, risultando quindi tardiva.

Il Riconoscimento dei Vizi e l’Accettazione dell’Opera

L’appellante ha anche tentato di sostenere che l’officina avesse implicitamente riconosciuto i vizi. Tale riconoscimento avrebbe reso superflua la denuncia formale. Il presunto riconoscimento derivava da un’email in cui l’officina, dopo aver ricevuto la segnalazione, invitava la committente a fermare il macchinario per evitare danni maggiori e si rendeva disponibile per un’ispezione.

La Corte ha respinto anche questa argomentazione. Un comportamento improntato a buona fede e volto a verificare un problema non equivale a un’ammissione di colpa. Anzi, è stato decisivo il fatto che la committente avesse rifiutato di mettere a disposizione la pressa per le verifiche, impedendo di fatto all’officina di accertare l’esistenza e la natura dei presunti difetti.

Infine, la Corte ha sottolineato un altro aspetto: la committente aveva effettuato tre pagamenti parziali dopo aver ricevuto la fattura, senza sollevare alcuna contestazione. Questo comportamento, unito alla tardiva contestazione dell’importo, è stato interpretato come un’accettazione tacita (per facta concludentia) sia delle opere eseguite sia del prezzo richiesto.

Le motivazioni

La Corte di Appello fonda la sua decisione su principi giuridici consolidati. In primo luogo, l’onere della prova della tempestiva denuncia dei vizi ricade sul committente. È lui che deve dimostrare di aver agito entro i termini di legge per conservare il diritto alla garanzia. La denuncia deve essere indirizzata al soggetto giuridicamente obbligato alla prestazione, non a un suo dipendente, a meno che non sia provata una specifica delega a ricevere tali comunicazioni. In secondo luogo, il riconoscimento dei vizi da parte del prestatore d’opera, che esonera dalla necessità di una denuncia formale, deve essere inequivocabile. La semplice disponibilità a verificare un problema segnalato non costituisce ammissione di responsabilità, soprattutto se il committente nega l’accesso al bene per l’ispezione. Infine, il comportamento del debitore post-fatturazione è rilevante. Pagare acconti senza riserve e contestare l’importo solo dopo mesi costituisce un comportamento concludente che la giurisprudenza interpreta come accettazione della prestazione e del relativo corrispettivo.

Le conclusioni

Questa sentenza offre preziose indicazioni pratiche per imprese e privati. Chi commissiona un’opera deve essere estremamente diligente: in caso di difetti, è fondamentale inviare una comunicazione scritta (preferibilmente via PEC o raccomandata A/R) direttamente al legale rappresentante della ditta esecutrice, rispettando scrupolosamente il termine di otto giorni dalla scoperta. Affidarsi a comunicazioni verbali o a intermediari non autorizzati è un rischio che può comportare la perdita totale della garanzia. Per i prestatori d’opera, la sentenza conferma che un atteggiamento collaborativo e disponibile alla verifica non implica un’automatica ammissione di colpa. La corretta gestione delle comunicazioni e delle contestazioni è un elemento chiave per la tutela dei diritti di entrambe le parti contrattuali.

A chi va inviata la denuncia dei vizi per essere valida?
La denuncia dei vizi deve essere inviata direttamente al prestatore d’opera, cioè alla parte contrattualmente obbligata (es. il legale rappresentante della società), o a un soggetto che sia stato formalmente autorizzato a riceverla. Una comunicazione a un semplice dipendente, anche se con mansioni tecniche, non è considerata efficace ai fini di legge.Il pagamento parziale di una fattura impedisce di contestare i lavori?
Secondo la sentenza, effettuare pagamenti parziali di una fattura senza sollevare contestazioni o riserve, unito a una denuncia tardiva, può essere interpretato come un’accettazione tacita dell’opera e del prezzo. Questo comportamento è incompatibile con la successiva contestazione dei lavori.

Cosa succede se il committente rifiuta di far ispezionare l’opera che ritiene difettosa?
Rifiutare di mettere a disposizione l’opera per un’ispezione da parte del prestatore d’opera è un comportamento che gioca a sfavore del committente. Impedisce al prestatore di verificare i presunti vizi e di porvi rimedio, e indebolisce la posizione del committente in un eventuale giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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