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Demanio marittimo: scogliera alta non è suolo statale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22103/2024, ha stabilito che un’area su una scogliera alta e inaccessibile, su cui sorge un condominio, non appartiene al demanio marittimo se non presenta le caratteristiche fisiche per l’uso pubblico del mare. La Corte ha chiarito che le caratteristiche oggettive del bene prevalgono su atti formali come le autorizzazioni edilizie. La precedente decisione della Corte d’Appello è stata cassata per ‘falsa applicazione di legge’, poiché aveva erroneamente qualificato l’area come demaniale nonostante le evidenze tecniche contrarie.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Demanio Marittimo: Una Scogliera Alta Non è Automaticamente Suolo Statale

La definizione di demanio marittimo è al centro di una recente e significativa ordinanza della Corte di Cassazione, che ha chiarito un punto fondamentale: una scogliera alta e rocciosa, per quanto vicina al mare, non rientra automaticamente nella proprietà dello Stato se non possiede le caratteristiche fisiche per un uso pubblico legato al mare. Questa decisione ribalta le sentenze precedenti e stabilisce il primato della realtà fattuale sulla qualificazione formale.

I Fatti del Caso: Un Condominio Sulla Scogliera

La vicenda ha origine negli anni ’60, con la costruzione di un complesso condominiale sulla sommità di un’alta e ripida scogliera a picco sul mare. Per decenni, i proprietari hanno goduto pacificamente dei loro immobili. Tuttavia, a seguito di un processo di informatizzazione dei beni demaniali, l’Amministrazione statale ha iniziato a sostenere che parte degli edifici insistesse su suolo appartenente al demanio marittimo.

Ne è scaturita una causa in cui i condomini hanno chiesto di accertare la natura privata delle aree in questione. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione allo Stato, basando la loro decisione su elementi formali come una vecchia autorizzazione della Capitaneria di Porto e le mappe catastali, ritenendo l’area demaniale e quindi non soggetta a usucapione.

La Controversia sulla Definizione di Demanio Marittimo

Il cuore del problema legale ruotava attorno alla corretta interpretazione degli articoli 822 del Codice Civile e 28 del Codice della Navigazione. Questi articoli definiscono il demanio marittimo includendo il lido, la spiaggia e altre aree funzionali agli usi pubblici del mare (navigazione, pesca, balneazione).

I proprietari, forti di una consulenza tecnica d’ufficio (CTU), hanno sempre sostenuto che la scogliera, per la sua altezza (fino a 20 metri sul livello del mare) e la sua conformazione verticale, non potesse essere raggiunta dalle mareggiate né utilizzata in alcun modo per gli usi del mare. Di conseguenza, non avrebbe mai posseduto le caratteristiche intrinseche del demanio.

Il Ricorso in Cassazione e l’Applicazione della Legge

La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione. I ricorrenti hanno lamentato una ‘falsa applicazione di legge’ da parte della Corte d’Appello. A loro avviso, i giudici di merito erano caduti in una palese contraddizione: pur riconoscendo le conclusioni della CTU sulla totale inidoneità dell’area all’uso marittimo, avevano comunque concluso per la sua natura demaniale, basandosi sulla necessità di un atto formale di ‘sdemanializzazione’ che, secondo i proprietari, non era mai stato necessario in quanto l’area non era mai stata demaniale ab origine.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha accolto il motivo principale del ricorso, concordando pienamente con la tesi dei proprietari. La Corte ha ravvisato una chiara ‘falsa applicazione di legge’, un errore che si verifica quando un giudice, pur accertando correttamente i fatti, li inquadra in una norma sbagliata o ne trae conseguenze giuridiche scorrette.

I giudici supremi hanno sottolineato che, per stabilire se un’area appartenga al demanio marittimo, sono decisive le sue caratteristiche naturali e la sua attitudine, anche solo potenziale, a soddisfare gli interessi pubblici legati al mare. La CTU aveva inequivocabilmente escluso tali caratteristiche per la scogliera in questione.

La Corte d’Appello, quindi, ha commesso un errore logico e giuridico nel ritenere che l’area fosse demaniale ‘per il solo fatto di appartenere al demanio marittimo’, creando un ragionamento circolare e ignorando le prove fattuali. La Cassazione ha ribadito che se un bene è privo ab origine dei caratteri demaniali, non è necessaria alcuna procedura di sdemanializzazione per accertarne la natura privata. L’autorizzazione della Capitaneria di Porto del 1961, inoltre, non aveva alcun valore ai fini dell’accertamento della proprietà, essendo un atto relativo alla sicurezza della navigazione e non al regime dominicale del suolo.

Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza stabilisce un principio di diritto di grande importanza pratica: la qualificazione di un bene come appartenente al demanio marittimo dipende dalle sue caratteristiche fisiche e funzionali oggettive, non da presunzioni o atti formali che non incidono sulla natura proprietaria. La realtà dei luoghi prevale sulla carta.

La sentenza della Corte d’Appello è stata quindi cassata, e il caso è stato rinviato a un’altra sezione della stessa Corte per una nuova decisione che dovrà attenersi scrupolosamente ai principi enunciati dalla Cassazione. Questa vittoria per i proprietari riafferma che la proprietà dello Stato non può estendersi a quelle porzioni di costa che, per conformazione naturale, sono estranee a qualsiasi uso pubblico del mare.

Una scogliera molto alta su cui è costruito un immobile fa parte del demanio marittimo?
No, secondo la Cassazione non ne fa parte se, per le sue caratteristiche oggettive come l’altezza, la conformazione e l’impossibilità di essere raggiunta dalle mareggiate, risulta inidonea, neanche potenzialmente, a soddisfare gli usi pubblici del mare.

La richiesta di un’autorizzazione alla Capitaneria di Porto per costruire su un’area vicina al mare implica il riconoscimento che l’area è demaniale?
No, la Corte ha chiarito che tale autorizzazione, prevista dall’art. 55 del Codice della Navigazione, ha lo scopo di tutelare altri interessi pubblici e non produce alcun effetto sul regime di proprietà del suolo. Non costituisce quindi un’ammissione della natura demaniale dell’area.

Un bene che non ha mai avuto le caratteristiche del demanio marittimo necessita di un atto di sdemanializzazione per essere considerato privato?
No. La Corte ha stabilito che se un’area era priva sin dall’origine dei caratteri propri del demanio, non è mai entrata a far parte della proprietà pubblica. Di conseguenza, non è necessario alcun provvedimento formale di sdemanializzazione per riconoscerne la natura privata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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