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Demanio marittimo: nullo il processo senza lo Stato

Una società immobiliare ha rivendicato la proprietà di una fascia di terreno costiero, citando in giudizio diverse società titolari di concessioni balneari. Queste ultime hanno sostenuto che l’area fosse diventata parte del demanio marittimo a causa dell’erosione. La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha annullato le precedenti decisioni e ha rinviato la causa al Tribunale di primo grado. La ragione fondamentale è la mancata partecipazione al processo delle amministrazioni pubbliche competenti (Comune e Agenzia del Demanio), la cui presenza è obbligatoria (litisconsorzio necessario) quando si deve accertare la natura demaniale di un bene, trattandosi di una questione preliminare e decisiva.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Demanio marittimo: nullo il processo senza la partecipazione dello Stato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale nelle controversie sulla proprietà di terreni costieri: quando si discute se un’area appartenga al demanio marittimo, il processo deve necessariamente coinvolgere le amministrazioni pubbliche competenti. In caso contrario, l’intero procedimento è nullo e deve essere celebrato nuovamente fin dal primo grado. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Una Disputa sulla Proprietà di un Terreno Costiero

Una società immobiliare citava in giudizio diverse altre società, titolari di concessioni balneari, e l’associazione nautica locale. L’obiettivo era ottenere il riconoscimento del suo diritto di proprietà esclusiva su una fascia di terreno situata in una nota località balneare, compresa tra la spiaggia e il lungomare. La società chiedeva il rilascio dell’area e il risarcimento dei danni.

I convenuti si difendevano sostenendo che l’area in questione fosse, in realtà, parte del demanio statale. In particolare, uno di essi evidenziava come, nel corso degli anni, avesse esteso la propria occupazione fino a un muretto costruito dal Comune per contenere la sabbia, chiedendo di accertare l’usucapione della porzione non demaniale e l’integrazione del contraddittorio nei confronti del Comune e del Ministero competente.

La Decisione della Corte d’Appello e i Ricorsi in Cassazione

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione alla società immobiliare, ordinando il rilascio delle aree. I giudici di merito avevano ritenuto che l’area non potesse essere considerata automaticamente parte del demanio marittimo in assenza di un provvedimento amministrativo specifico e che, di conseguenza, non fosse necessario coinvolgere lo Stato nel giudizio.

Contro questa decisione, due delle società soccombenti proponevano ricorso in Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, proprio la mancata integrazione del contraddittorio nei confronti delle pubbliche amministrazioni, nonostante la questione della demanialità del bene fosse centrale e pregiudiziale per decidere sulla titolarità della proprietà.

Il Principio del Demanio Marittimo Necessario

La Corte di Cassazione accoglie i ricorsi, basando la sua decisione su un principio consolidato in giurisprudenza. Il demanio marittimo include non solo il lido (la parte di riva a contatto con l’acqua), ma anche la spiaggia, cioè quei tratti di terra che, pur non essendo costantemente coperti dalle mareggiate ordinarie, sono soggetti a quelle straordinarie o comunque sono funzionali agli usi pubblici del mare.

Quando un bene, a causa di fenomeni naturali come l’erosione, acquisisce le caratteristiche oggettive del lido o della spiaggia, esso entra a far parte del demanio marittimo necessario. Questo passaggio avviene indipendentemente da un atto formale della Pubblica Amministrazione. Di conseguenza, il preesistente diritto di proprietà privata si riduce o si estingue, poiché il bene non può più formare oggetto di proprietà privata.

Le Motivazioni della Cassazione: Il Litisconsorzio Necessario

La Corte Suprema ha stabilito che l’accertamento sulla natura demaniale o privata del terreno era una questione pregiudiziale, cioè una questione che doveva essere risolta prima di poter decidere sulla domanda di rivendicazione della proprietà. Poiché la decisione su questo punto avrebbe avuto effetti diretti sulla sfera giuridica dello Stato, la sua partecipazione al giudizio era indispensabile.

Perché il Processo Era Nullo?

La mancata citazione in giudizio del Comune (che aveva rilasciato le concessioni) e del Ministero delle Finanze (oggi Agenzia del Demanio), quale ente gestore dei beni immobili dello Stato, ha violato il principio del litisconsorzio necessario (art. 102 c.p.c.). Questo principio impone che, quando la decisione deve essere pronunciata nei confronti di più parti, queste devono tutte partecipare al processo. L’assenza di un litisconsorte necessario determina la nullità della sentenza e dell’intero procedimento.

Le Conclusioni: Processo da Rifare

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato la nullità della sentenza impugnata e ha rinviato la causa al Tribunale di primo grado. Il processo dovrà essere celebrato nuovamente, questa volta garantendo la partecipazione di tutte le parti necessarie, incluse le amministrazioni pubbliche, affinché la questione della natura del terreno – se privata o appartenente al demanio marittimo – possa essere accertata correttamente e con effetti vincolanti per tutti i soggetti coinvolti.

Quando un terreno privato vicino al mare può diventare parte del demanio marittimo?
Un terreno privato acquisisce la connotazione di bene del demanio marittimo necessario quando, per fenomeni naturali come l’erosione, assume le caratteristiche oggettive del lido (riva a contatto con l’acqua) o della spiaggia. Questo passaggio avviene automaticamente, indipendentemente da un atto costitutivo della Pubblica Amministrazione, e il diritto di proprietà privata preesistente si estingue.

Perché il processo è stato dichiarato nullo e rinviato al primo grado?
Il processo è stato dichiarato nullo perché si è svolto senza la partecipazione delle amministrazioni pubbliche competenti (Comune e Agenzia del Demanio), la cui presenza era obbligatoria. Poiché la decisione sulla proprietà del terreno dipendeva dall’accertamento preliminare della sua eventuale natura demaniale, la mancata integrazione del contraddittorio con lo Stato, quale proprietario dei beni demaniali, costituisce un vizio insanabile che impone di ripetere il giudizio dall’inizio.

Chi deve obbligatoriamente partecipare a una causa se si discute della natura demaniale di un bene?
In una causa dove si discute se un bene appartenga o meno al demanio naturale, è obbligatoria la partecipazione (litisconsorzio necessario) dell’ente territoriale che ha stipulato eventuali concessioni (in questo caso, il Comune) e dell’amministrazione che gestisce i beni immobili dello Stato (oggi l’Agenzia del Demanio), oltre ovviamente alle parti private coinvolte nella disputa sulla proprietà.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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