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Demanio marittimo: darsena privata diventa pubblica

Una società nautica realizza una darsena sul proprio terreno, collegandola alla foce di un fiume. La Cassazione stabilisce che la darsena, essendo funzionalmente inseparabile dalla foce, acquisisce la natura di demanio marittimo per accessione. Di conseguenza, viene negato alla società il diritto a un indennizzo per la perdita della proprietà, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Demanio Marittimo: Quando una Darsena Privata Diventa Bene Pubblico

Introduzione al caso: la disputa sulla natura di una darsena

La questione di quando un bene costruito su un’area privata possa essere attratto nella sfera del demanio marittimo è un tema complesso e di grande rilevanza pratica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi, stabilendo che una darsena privata, se funzionalmente collegata e indistinguibile dalla foce di un fiume, acquisisce natura demaniale per accessione, senza che al privato spetti un indennizzo. Analizziamo questa importante decisione.

I fatti: dalla costruzione alla controversia legale

Una società, proprietaria di un’area adiacente alla foce di un fiume, aveva realizzato e ampliato una darsena per l’ormeggio di imbarcazioni. Per anni, la società aveva versato i canoni di concessione all’Amministrazione Statale, pur ritenendo che l’area fosse di sua esclusiva proprietà. Successivamente, ha agito in giudizio per far accertare la sua proprietà e ottenere la restituzione dei canoni indebitamente versati.

La difesa dello Stato sosteneva che la darsena, in quanto collegata al mare tramite la foce del fiume, facesse parte del demanio marittimo necessario. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte d’Appello ha dato ragione all’Amministrazione, ritenendo l’area di natura demaniale. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

L’analisi della Corte sul demanio marittimo

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando la natura demaniale della darsena sulla base di principi consolidati.

L’irrilevanza dell’origine artificiale

Il primo punto chiave affrontato è stato quello dell’origine artificiale dell’opera. La società sosteneva che, essendo la darsena stata scavata su un terreno privato, non potesse essere considerata un bene pubblico. La Corte ha ribadito un orientamento costante: ai fini della qualificazione di un bene come demaniale ai sensi dell’art. 28 del Codice della Navigazione, è irrilevante che la sua comunicazione con il mare sia stata assicurata dall’opera dell’uomo. Ciò che conta è la sua attuale funzionalità e connessione con il demanio naturale.

Il principio di indistinguibilità e accessione

Il secondo e cruciale argomento è quello del rapporto di accessione e indistinguibilità tra la darsena e la foce del fiume. La Corte d’Appello aveva accertato che la darsena non era un’opera autonoma, ma un’estensione, un’ulteriore articolazione della foce del fiume. Essa ne sfruttava l’indole di porto naturale e partecipava della sua stessa natura.

La Cassazione ha confermato questa valutazione, spiegando che quando esiste una prossimità e comunicazione diretta tale da rendere la darsena un’appendice dello specchio d’acqua demaniale, essa stessa diventa demaniale. Non si tratta di un’espropriazione, ma di una trasformazione della natura del bene, che assume i connotati della demanialità a causa delle opere realizzate dal privato stesso.

La questione dell’indennizzo e il rigetto del ricorso

La società ricorrente aveva chiesto, in subordine, il riconoscimento di un indennizzo per la perdita della proprietà, assimilando la vicenda a un’espropriazione. La Corte ha respinto anche questa tesi. Poiché la demanialità deriva da una trasformazione intrinseca del bene, che assume i caratteri di un bene pubblico per accessione, non si configura un’espropriazione per pubblica utilità. Il diritto di proprietà privato subisce una “contrazione” fino a estinguersi di fronte alla prevalente natura pubblica che il bene ha acquisito. Inoltre, la Corte d’Appello aveva evidenziato che la società stessa, chiedendo l’autorizzazione all’ampliamento, aveva rinunciato alla proprietà e accettato l’incorporazione dei beni nel demanio.

Le motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda sull’interpretazione sistematica delle norme sul demanio marittimo (art. 822 c.c. e art. 28 c.n.) e sui principi giurisprudenziali in materia di accessione. Il punto centrale è la valutazione fattuale dell'”indistinguibilità” idrogeologica e funzionale tra l’opera privata e il bene demaniale. Se l’opera privata diventa parte integrante del bene pubblico, ne condivide la natura giuridica. La Corte ha ritenuto che il giudice di merito avesse correttamente applicato questi principi, accertando che la darsena era a tutti gli effetti una “ulteriore articolazione” della foce del fiume. La richiesta di indennizzo è stata respinta perché non si tratta di un atto autoritativo di esproprio, ma di una conseguenza della trasformazione del bene stesso, che perde la sua autonoma individualità per diventare parte del demanio.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio fondamentale: un privato che realizza un’opera sul proprio fondo, ma la connette in modo inscindibile a un bene del demanio marittimo, come la foce di un fiume, ne determina la trasformazione in bene pubblico. Questa trasformazione non dà diritto a un indennizzo, poiché non deriva da un’espropriazione, ma dall’applicazione del principio di accessione. La sentenza sottolinea l’importanza della destinazione funzionale e della connessione fisica nel definire la natura giuridica di un bene al confine tra proprietà privata e pubblica.

Una darsena costruita da un privato su terreno privato può diventare demanio marittimo?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, una darsena privata può diventare demanio marittimo se, a seguito delle opere realizzate, risulta funzionalmente e strutturalmente connessa a un bene demaniale (come la foce di un fiume) al punto da costituirne un’appendice o un’estensione, perdendo la propria autonomia.

L’origine artificiale di una darsena impedisce che essa diventi un bene pubblico?
No, la giurisprudenza costante, confermata da questa ordinanza, stabilisce che l’origine artificiale di un bacino d’acqua è irrilevante ai fini della sua qualificazione come demaniale. Ciò che conta è la sua effettiva e libera comunicazione con il mare e la sua idoneità agli usi pubblici marittimi.

Se una proprietà privata diventa demaniale per accessione, spetta un indennizzo al proprietario?
No, la Corte ha chiarito che in questo caso non si tratta di un’espropriazione per pubblica utilità che fa sorgere il diritto a un indennizzo. La perdita della proprietà privata è una conseguenza della trasformazione del bene stesso, che assume i connotati naturali e giuridici del demanio pubblico a cui è connesso. Il diritto di proprietà si “contrae” fino a recedere di fronte alla natura pubblica acquisita dal bene.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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