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Delibera condominiale: ratifica lavori urgenti

Un condomino ha impugnato una delibera condominiale che ratificava la sostituzione dell’ascensore, contestando la mancanza di urgenza e vizi procedurali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’assemblea può validamente ratificare spese per lavori straordinari, anche se non strettamente urgenti, e che l’approvazione finale dell’assemblea sana eventuali deleghe al consiglio di condominio, confermando l’ampio potere decisionale dell’organo assembleare.

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La Cassazione sulla validità della delibera condominiale di ratifica lavori

Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui poteri dell’assemblea e sulla validità di una delibera condominiale che approva lavori straordinari. Il caso analizzato riguarda l’impugnazione di una decisione assembleare per la sostituzione dell’ascensore, considerata urgente a causa di problemi di sicurezza. La pronuncia si sofferma sul potere di ratifica dell’assemblea, sui limiti del consiglio di condominio e sulla validità della delibera anche in assenza di un formale piano di riparto.

Il caso: l’impugnazione della delibera per la sostituzione dell’ascensore

Un condomino si opponeva a una delibera assembleare che ratificava una precedente decisione, priva del quorum necessario, relativa alla sostituzione dell’impianto ascensore. I lavori erano stati ritenuti indispensabili a seguito di un verbale ispettivo che evidenziava criticità per la sicurezza dell’impianto, ritenendo gli interventi di adeguamento antieconomici rispetto alla sostituzione integrale. L’assemblea, prendendo atto della situazione, aveva quindi deciso di procedere, ratificando la decisione precedente e approvando l’operato dell’amministratore.

I motivi del ricorso: urgenza, delega di poteri e assenza di riparto

Il condomino ricorrente basava la sua impugnazione su diversi motivi. In primo luogo, contestava il carattere di urgenza dei lavori, sostenendo che l’ascensore fosse rimasto funzionante per molto tempo dopo le prime segnalazioni. In secondo luogo, lamentava l’illegittima delega di poteri al consiglio di condominio per la valutazione delle offerte e la scelta del preventivo migliore, un compito che, a suo dire, spettava esclusivamente all’assemblea. Infine, denunciava l’assenza, nella delibera, di una formale approvazione della spesa e del relativo piano di riparto tra i condomini.

La decisione sulla delibera condominiale e i poteri dell’assemblea

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la validità della delibera impugnata. La sentenza chiarisce tre principi fondamentali in materia di diritto condominiale.

Potere di ratifica dell’assemblea

I giudici hanno stabilito un principio cruciale: l’assemblea condominiale ha il potere di ratificare le spese per lavori di manutenzione straordinaria ordinate dall’amministratore, anche qualora tali lavori non rivestano un carattere di effettiva urgenza. L’urgenza è un presupposto per il diritto dell’amministratore a ottenere il rimborso delle spese anticipate, ma non è una condizione di validità della delibera di approvazione successiva (ex post). Di conseguenza, le contestazioni del ricorrente sull’urgenza sono state ritenute non decisive.

Limiti del consiglio di condominio

La Corte ha ribadito che il consiglio di condominio, ai sensi dell’art. 1130-bis c.c., ha unicamente funzioni consultive e di controllo. Non può quindi esautorare l’assemblea dalle sue competenze inderogabili, come l’approvazione dei lavori straordinari. Tuttavia, nel caso di specie, la decisione finale era stata presa dall’assemblea del 18 gennaio 2016, che aveva ‘ratificato’ la linea d’azione precedente. Questa ratifica ha conferito pieno valore organizzativo e decisionale alla volontà assembleare, sanando di fatto la precedente fase istruttoria delegata al consiglio.

Validità della delibera anche senza piano di riparto

Infine, è stato chiarito che una delibera condominiale che approva un intervento di manutenzione straordinaria non è nulla se manca un dettagliato piano di riparto. La delibera di approvazione dei lavori ha un duplice oggetto: il riconoscimento della necessità della spesa e la sua ripartizione. Quest’ultima ha valore puramente dichiarativo, in quanto discende direttamente dai criteri legali o convenzionali. L’approvazione formale dello stato di ripartizione è, piuttosto, una condizione indispensabile per ottenere un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo, ma la sua assenza non inficia la validità della decisione di eseguire i lavori.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sull’ampia autonomia gestionale attribuita all’assemblea condominiale. L’organo assembleare è sovrano nel decidere in merito alla gestione delle parti comuni e ha il potere di sanare, tramite ratifica, atti compiuti dall’amministratore senza una preventiva autorizzazione. Questo potere di approvazione ex post surroga la mancanza di una delibera preventiva, rendendo legittima la spesa e il conseguente obbligo di contribuzione per tutti i condomini. La Corte ha inoltre sottolineato che l’interpretazione del contenuto di una delibera è un apprezzamento di fatto riservato al giudice di merito e che, nel caso in esame, i giudici di appello avevano correttamente attribuito un immediato valore organizzativo alla decisione assembleare, superando le obiezioni procedurali sollevate dal ricorrente.

Le conclusioni

La sentenza consolida l’orientamento secondo cui il perno del sistema decisionale condominiale risiede nell’assemblea. Il suo potere di ratifica costituisce uno strumento flessibile per garantire l’efficienza della gestione, anche a fronte di eventuali vizi procedurali o di interventi non preventivamente autorizzati. Viene altresì confermato il ruolo meramente consultivo del consiglio di condominio, che non può mai spogliarsi delle competenze decisionali dell’assemblea. Infine, si distingue tra la validità della delibera di spesa e la necessità del piano di riparto ai fini esecutivi, una distinzione cruciale per la gestione pratica dei crediti condominiali.

L’assemblea condominiale può ratificare lavori straordinari eseguiti senza una preventiva autorizzazione?
Sì, la Corte di Cassazione ha affermato che l’assemblea ha il potere di ratificare la spesa effettuata dall’amministratore per lavori di manutenzione straordinaria, anche se questi non erano indifferibili ed urgenti, approvando ex post il consuntivo e sanando la mancanza di una preventiva delibera.

È valida una delibera condominiale che delega al consiglio di condominio la scelta del preventivo per lavori straordinari?
La delibera può essere valida se la decisione finale viene comunque presa o ratificata dall’assemblea. La Corte chiarisce che il consiglio di condominio ha solo funzioni consultive e di controllo e non può sostituirsi all’assemblea nelle sue competenze inderogabili, come l’approvazione di opere di manutenzione straordinaria. Tuttavia, se l’assemblea ratifica l’operato, la decisione acquista piena validità.

Una delibera di approvazione di lavori straordinari è nulla se non contiene anche il piano di ripartizione della spesa?
No, secondo la sentenza, la delibera che approva l’intervento è valida anche senza un esplicito piano di riparto. La delibera ha un duplice oggetto: l’approvazione della spesa e la sua ripartizione, che ha valore dichiarativo secondo i criteri di legge. L’approvazione del piano di riparto è condizione per ottenere un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo, ma la sua assenza non rende la delibera inesistente o nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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