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Delibera condominiale: nullità e annullabilità

Una condomina si oppone a un decreto ingiuntivo per spese condominiali, sostenendo la nullità della delibera condominiale sottostante. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, ribadendo un principio fondamentale: i vizi relativi alla ripartizione delle spese o alla mancata contabilizzazione di versamenti rendono la delibera annullabile, non nulla. Di conseguenza, l’impugnazione deve avvenire entro il termine perentorio di 30 giorni, ormai scaduto nel caso di specie.

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Delibera Condominiale: Nullità vs Annullabilità, la Cassazione fa Chiarezza

Comprendere la differenza tra nullità e annullabilità di una delibera condominiale è fondamentale per ogni proprietario di immobili. Un errore di valutazione può costare caro, precludendo la possibilità di contestare una ripartizione di spese ingiusta. Con l’ordinanza n. 21244/2024, la Corte di Cassazione torna su questo tema cruciale, offrendo un’analisi chiara dei termini e delle modalità di impugnazione.

I Fatti del Caso: un’Opposizione a Decreto Ingiuntivo per Spese Condominiali

La vicenda ha origine nel 2005, quando un Condominio ottiene un decreto ingiuntivo contro una condomina per il mancato pagamento di circa 2.700 euro di spese condominiali. Tali spese erano state approvate con una delibera dell’ottobre 2004, relativa alle gestioni 2002/2003 e 2003/2004.

La condomina si oppone al decreto, sostenendo che la delibera fosse nulla perché basata su un bilancio non veritiero. In subordine, lamentava la mancata contabilizzazione di alcuni suoi versamenti e chiedeva l’esonero dalle spese di riscaldamento centralizzato, avendo distaccato il proprio impianto anni prima.

Tanto il Tribunale quanto la Corte d’Appello respingono l’opposizione, qualificando i vizi lamentati come motivi di semplice annullabilità. Poiché la condomina non aveva impugnato la delibera entro il termine di legge, ogni vizio si era ormai sanato. La questione giunge così dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: la Differenza tra Vizi della Delibera Condominiale

La Suprema Corte rigetta il ricorso, cogliendo l’occasione per ribadire i principi consolidati dalle Sezioni Unite (sentenza n. 9839/2021) sulla distinzione tra delibere nulle e annullabili.

Quando una Delibera Condominiale è Nulla?

La nullità rappresenta l’eccezione, un’ipotesi residuale che si verifica solo in casi di vizi particolarmente gravi. Una delibera è nulla quando:
– Manca degli elementi costitutivi essenziali (es. la volontà dei partecipanti).
– L’oggetto è impossibile o illecito (contrario a norme imperative, all’ordine pubblico o al buon costume).
– Esula dalle attribuzioni dell’assemblea, ad esempio modificando a maggioranza i criteri generali di ripartizione delle spese previsti dalla legge o dal regolamento.

Quando una Delibera è Annullabile?

L’annullabilità è la regola generale. Riguarda tutte le delibere che, pur rientrando nelle competenze dell’assemblea, sono state adottate in violazione della legge o del regolamento di condominio. Tipici esempi sono proprio quelli oggetto del caso in esame: errori nella ripartizione concreta delle spese per una specifica gestione annuale o la mancata contabilizzazione di pagamenti.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione spiega che le contestazioni sollevate dalla ricorrente – relative alla ripartizione delle spese di riscaldamento e alla contabilizzazione dei suoi versamenti – non integrano un vizio di nullità. Si tratta, invece, di classiche ipotesi di annullabilità, in quanto concernono l’applicazione concreta dei criteri di riparto delle spese nell’ambito delle attribuzioni dell’assemblea.
Il punto cruciale è che, per far valere un vizio di annullabilità in sede di opposizione a decreto ingiuntivo, non è sufficiente una semplice eccezione. Il condomino deve proporre una specifica domanda riconvenzionale di annullamento, rispettando il termine perentorio di 30 giorni previsto dall’art. 1137 del Codice Civile. Nel caso di specie, la delibera era dell’ottobre 2004, mentre l’atto di opposizione era stato notificato quasi un anno dopo, nel settembre 2005, ben oltre il termine di decadenza.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale per la vita condominiale: non tutti i vizi di una delibera sono uguali. Distinguere tra nullità e annullabilità è essenziale per agire correttamente e nei tempi previsti dalla legge. Le contestazioni sulla gestione ordinaria e sulla ripartizione delle spese per una data annualità, se non impugnate entro 30 giorni, diventano definitive e non possono più essere messe in discussione, neppure in sede di opposizione a un decreto ingiuntivo. Questa pronuncia serve da monito per tutti i condomini: la tempestività nell’agire è cruciale per tutelare i propri diritti.

Qual è la differenza principale tra nullità e annullabilità di una delibera condominiale?
La nullità riguarda vizi gravissimi, come decisioni su materie che esulano dalle competenze dell’assemblea o con oggetto illecito, e può essere fatta valere senza limiti di tempo. L’annullabilità, invece, è la regola per i vizi meno gravi, come errori nella ripartizione delle spese di una singola gestione, e deve essere contestata entro il termine perentorio di 30 giorni.

Entro quale termine bisogna impugnare una delibera condominiale che si ritiene solo annullabile?
L’impugnazione deve essere proposta entro il termine perentorio di 30 giorni, che decorre dalla data della deliberazione per i dissenzienti o astenuti e dalla data di comunicazione del verbale per gli assenti.

In un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, si possono far valere i vizi di annullabilità della delibera?
Sì, ma a una condizione precisa: il condomino opponente deve presentare una specifica domanda riconvenzionale di annullamento della delibera, e deve farlo entro il termine di 30 giorni previsto dalla legge. Una semplice eccezione o una domanda presentata tardivamente è inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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