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Delibera condominiale nulla: quando è impugnabile?

La Corte di Cassazione chiarisce i confini tra delibera condominiale nulla e annullabile. Una società ha impugnato una delibera che ripartiva i costi per il rifacimento di un solaio e delle strutture portanti di una cantina, applicando erroneamente i criteri di legge. La Corte ha stabilito che la delibera è nulla, e quindi impugnabile senza limiti di tempo, perché l’assemblea ha agito al di fuori delle proprie attribuzioni, decidendo su materie non di sua competenza come la ripartizione delle spese per strutture portanti comuni secondo criteri errati e l’accertamento di responsabilità per danni.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Delibera condominiale nulla: quando è impugnabile senza limiti di tempo?

La distinzione tra una delibera condominiale annullabile e una delibera condominiale nulla è fondamentale per ogni proprietario di immobili. Mentre la prima deve essere contestata entro il termine perentorio di 30 giorni, la seconda può essere impugnata in qualsiasi momento, poiché i suoi effetti sono considerati come mai prodotti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’analisi dettagliata dei casi in cui l’assemblea supera i propri poteri, rendendo le sue decisioni radicalmente nulle. Questo caso specifico riguarda la ripartizione delle spese per lavori su un solaio e strutture portanti, evidenziando come un errore nell’applicazione dei criteri legali possa viziare irrimediabilmente la volontà assembleare.

I Fatti di Causa

Una società commerciale, proprietaria di un locale al piano terra, impugnava una delibera assembleare che approvava importanti lavori di bonifica e ripristino delle strutture portanti del vano cantinato sottostante, di proprietà del Condominio. La spesa totale era stata suddivisa in modo peculiare: una parte era stata posta a carico esclusivo del Condominio a titolo di risarcimento per danni derivanti da cattiva manutenzione delle condotte idriche, mentre la parte restante era stata divisa a metà tra la società e il Condominio, applicando il criterio dell’art. 1125 c.c. relativo a solai, volte e soffitti. La società contestava questa ripartizione, ritenendola illegittima. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le sue richieste, confermando la validità della delibera.

I Limiti del Potere dell’Assemblea e la delibera condominiale nulla

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo il ricorso della società. Il punto centrale della decisione risiede nella qualificazione della delibera come nulla per “difetto assoluto di attribuzioni”. L’assemblea, infatti, aveva travalicato i poteri conferitile dalla legge sotto due aspetti cruciali.

La Ripartizione delle Spese per Strutture Portanti

In primo luogo, la Corte ha chiarito che l’art. 1125 c.c. regola la ripartizione delle spese solo per il solaio che funge da separazione tra due piani. Questo criterio non può essere esteso a elementi strutturali come pilastri e travi portanti. Questi ultimi, essendo parti comuni dell’edificio ai sensi dell’art. 1117 c.c., devono essere manutenuti da tutti i condomini in proporzione ai rispettivi millesimi di proprietà, come previsto dall’art. 1123 c.c. Deliberare una ripartizione diversa, in assenza di un accordo unanime (convenzione), significa invadere un campo non di competenza dell’assemblea, rendendo la delibera condominiale nulla.

L’Accertamento della Responsabilità per Danni

In secondo luogo, la Cassazione ha stabilito che l’assemblea non ha il potere di accertare la responsabilità per danni a carico di un condomino o del condominio stesso e di quantificare il relativo risarcimento. Nel caso di specie, l’assemblea aveva arbitrariamente detratto una somma dall’importo totale dei lavori, imputandola al Condominio per la cattiva manutenzione delle condotte idriche. Questo tipo di valutazione, che implica un accertamento di responsabilità e la liquidazione di un danno, è di esclusiva competenza dell’autorità giudiziaria. Una delibera che si sostituisce al giudice in tale compito è, anche sotto questo profilo, radicalmente nulla.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ribadito i principi, già consolidati dalle Sezioni Unite, che distinguono la nullità dalla semplice annullabilità. Sono nulle le delibere che mancano degli elementi essenziali, quelle con oggetto impossibile o illecito e quelle che incidono sui diritti individuali dei condomini su cose o servizi comuni, o sulla proprietà esclusiva di ciascun condomino. In particolare, è nulla la delibera che, disattendendo i criteri legali o convenzionali, ripartisce le spese in modo errato. L’assemblea non può deliberare a maggioranza su parti di proprietà esclusiva, né può arrogarsi il potere di dirimere controversie sulla responsabilità per danni, che devono essere risolte in sede giudiziale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza è un importante monito per amministratori e condomini. Dimostra che il potere dell’assemblea non è illimitato e deve sempre muoversi entro i binari tracciati dalla legge. Qualsiasi decisione che modifichi i criteri legali di ripartizione delle spese senza un accordo unanime o che si pronunci su questioni di responsabilità civile è una delibera condominiale nulla. Di conseguenza, il condomino che si ritiene leso può impugnarla senza essere vincolato dal breve termine di decadenza di 30 giorni, tutelando così i propri diritti anche a distanza di tempo.

Quando una delibera condominiale è considerata nulla anziché semplicemente annullabile?
Una delibera è nulla quando l’assemblea agisce al di fuori delle proprie attribuzioni legali, ad esempio incidendo sui diritti di proprietà esclusiva dei singoli condomini, modificando i criteri legali di ripartizione delle spese senza l’unanimità, o decidendo su materie di competenza esclusiva dell’autorità giudiziaria, come l’accertamento della responsabilità per danni.

Come vanno ripartite le spese per la manutenzione di un solaio che copre una parte comune (cantina) ma è anche pavimento di una proprietà privata?
Le spese per la manutenzione e ricostruzione del solaio sono a carico per metà del proprietario del locale sovrastante (la società) e per l’altra metà dei condomini (proprietari della cantina). Tuttavia, le spese per elementi strutturali portanti come pilastri e travi non seguono questa regola, ma devono essere ripartite tra tutti i condomini secondo i millesimi di proprietà, come previsto dall’art. 1123 c.c.

L’assemblea di condominio può decidere chi è responsabile per un danno e come ripartire i costi del risarcimento?
No. L’assemblea non ha il potere di accertare la responsabilità per danni causati da un condomino o dal condominio stesso, né di quantificare il relativo risarcimento. Tali questioni devono essere decise in sede giudiziale. Una delibera che provvede ad accertare tale responsabilità e a suddividere i costi a titolo di risarcimento è nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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