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Delibera condominiale nulla: quando e come impugnarla?

Due condomini si opponevano a un decreto ingiuntivo per spese condominiali, sostenendo l’invalidità della notifica e la nullità della delibera di approvazione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che una delibera condominiale nulla è un’ipotesi residuale, mentre nel caso di specie si trattava di annullabilità, e l’impugnazione era tardiva. Anche il vizio di notifica è stato ritenuto sanato dalla costituzione in giudizio delle parti.

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Delibera condominiale nulla: quando e come impugnarla?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sulla distinzione tra delibera condominiale nulla e annullabile, delineando i corretti strumenti processuali e i termini per la loro impugnazione. La pronuncia analizza il caso di due condomini che si sono opposti a un decreto ingiuntivo per oneri condominiali, sollevando questioni sia sulla validità della delibera sia sulla regolarità della notifica dell’atto giudiziario. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso

La controversia nasce dall’opposizione a un decreto ingiuntivo emesso per il pagamento di oneri condominiali. I due condomini opponenti chiedevano la revoca del decreto, sostenendo in primo luogo l’inesistenza della notifica, avvenuta con la consegna di una sola copia dell’atto a entrambi, sebbene conviventi. Nel merito, contestavano la validità della delibera assembleare del 13 febbraio 2015, posta a fondamento della richiesta di pagamento.

Secondo i condomini, la delibera era affetta da nullità assoluta perché approvata senza che fossero stati messi a disposizione documenti essenziali (come preventivi, registri contabili e note esplicative), impedendo loro di comprendere e verificare la correttezza della gestione economica. Inoltre, lamentavano un’errata ripartizione delle spese per lavori straordinari relativi a una parte dell’edificio da cui i loro immobili non traevano alcun beneficio.

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale in appello avevano rigettato le loro istanze, confermando la validità del decreto ingiuntivo. I condomini decidevano quindi di ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei precedenti gradi di giudizio e fornendo chiarimenti su due punti fondamentali: la validità della notifica e la distinzione tra nullità e annullabilità delle delibere condominiali.

La Notifica del Decreto Ingiuntivo: Nullità Sanabile

Sul primo motivo di ricorso, la Corte ha stabilito che la notifica di un atto giudiziario a più destinatari conviventi, eseguita mediante la consegna di una sola copia, non costituisce un’ipotesi di inesistenza giuridica della notifica. Si tratta, invece, di una nullità, un vizio meno grave che può essere sanato. Nel caso specifico, la nullità è stata sanata con effetto retroattivo (ex tunc) dalla costituzione in giudizio degli opponenti. Tale atto, infatti, dimostra che la notifica ha comunque raggiunto il suo scopo, ovvero portare l’atto a conoscenza dei destinatari e consentire loro di difendersi.

Analisi della delibera condominiale nulla o annullabile

Il cuore della pronuncia riguarda il secondo e terzo motivo di ricorso, con cui si denunciava la pretesa delibera condominiale nulla. La Cassazione, richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite (n. 9839/2021), ha ribadito che la nullità delle delibere condominiali rappresenta un’ipotesi residuale e circoscritta a casi di particolare gravità. Sono nulle le delibere prive degli elementi costitutivi essenziali, con oggetto impossibile o illecito, o che incidono sui diritti individuali dei condomini su cose o servizi comuni.

Sono invece meramente annullabili le delibere che, pur assunte nell’ambito delle attribuzioni dell’assemblea, violano la legge o il regolamento di condominio. Tra queste rientrano proprio quelle che ripartiscono le spese in violazione dei criteri legali o convenzionali.

Le Motivazioni

Sulla base di questa distinzione, la Corte ha qualificato i vizi lamentati dai ricorrenti come cause di semplice annullabilità e non di nullità. Sia la mancata allegazione dei documenti contabili alla convocazione, sia l’eventuale errata applicazione dei criteri di ripartizione delle spese per i lavori straordinari, costituiscono violazioni che rendono la delibera annullabile.

Di conseguenza, la delibera avrebbe dovuto essere impugnata nel termine perentorio di 30 giorni, come previsto dall’art. 1137 del codice civile. Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, tale impugnazione deve avvenire tramite una specifica domanda riconvenzionale. I ricorrenti, avendo notificato l’atto di citazione in opposizione ben oltre il termine di 30 giorni dalla data della delibera, erano ormai decaduti dalla possibilità di farne valere l’invalidità.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale per la gestione del contenzioso condominiale: è cruciale distinguere correttamente tra cause di nullità e di annullabilità di una delibera. Mentre una delibera nulla può essere contestata in qualsiasi momento, una delibera annullabile deve essere impugnata entro il breve termine di decadenza di 30 giorni. La mancata osservanza di tale termine preclude definitivamente la possibilità di contestare la validità della decisione assembleare e, di conseguenza, l’obbligo di pagare le spese approvate.

Quando una delibera condominiale è nulla e quando è solo annullabile?
Una delibera è nulla solo in casi eccezionali e gravi: mancanza degli elementi essenziali, oggetto illecito o impossibile, o quando incide sui diritti individuali dei singoli condomini. In tutti gli altri casi di violazione della legge o del regolamento, come l’errata ripartizione delle spese per un caso specifico, la delibera è semplicemente annullabile.

La notifica di un decreto ingiuntivo con una sola copia a più debitori conviventi è valida?
No, non è una notifica perfetta, ma non è nemmeno inesistente. Si tratta di una nullità, un vizio che viene sanato con effetto retroattivo se i destinatari si costituiscono in giudizio, poiché questo dimostra che l’atto ha raggiunto il suo scopo informativo.

È possibile contestare l’annullabilità di una delibera condominiale nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo?
Sì, è possibile, ma a una condizione precisa: l’opposizione deve contenere una specifica domanda riconvenzionale di annullamento e deve essere notificata entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data della delibera (o dalla sua comunicazione per gli assenti). Superato tale termine, non è più possibile contestarne l’annullabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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