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Delibera condominiale nulla: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che una delibera condominiale è nulla se, approvata a maggioranza, priva un singolo condomino del godimento di un bene comune, come l’impianto idrico. Nel caso specifico, un condominio aveva deciso di realizzare un nuovo impianto a servizio dei soli appartamenti, escludendo un’unità commerciale. La Corte ha chiarito che una tale decisione, trasformando un bene comune in bene esclusivo per alcuni, incide sul diritto di proprietà individuale e richiede pertanto il consenso unanime di tutti i condòmini.

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Pubblicato il 28 agosto 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Delibera Condominiale Nulla: Unanimità Necessaria per Escludere un Condomino da un Servizio Comune

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di diritto condominiale: una delibera condominiale nulla è quella che, approvata a semplice maggioranza, lede i diritti individuali di un condomino su una parte comune. Il caso esaminato chiarisce che la decisione di disattivare un impianto comune per sostituirlo con uno a servizio solo di alcuni proprietari richiede il consenso unanime di tutti, non essendo qualificabile come semplice manutenzione straordinaria.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla decisione di un’assemblea condominiale di approvare la disattivazione del vecchio impianto idrico centralizzato e la realizzazione di uno nuovo. La particolarità della delibera risiedeva nel fatto che il nuovo impianto sarebbe stato destinato a servire esclusivamente le unità abitative, escludendo i locali commerciali presenti nell’edificio, tra cui quello di proprietà del condomino che ha dato inizio alla controversia. Di fatto, quest’ultimo si vedeva privato del servizio idrico comune e costretto a realizzare un impianto autonomo a proprie spese.

Il proprietario del locale commerciale ha impugnato la delibera, ritenendola lesiva del suo diritto di comproprietà sull’impianto comune.

Il Percorso Giudiziario

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione al proprietario, dichiarando la nullità della decisione assembleare perché adottata a maggioranza e non all’unanimità, come richiesto per atti che incidono sui diritti dei singoli condòmini.

Successivamente, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione. I giudici di secondo grado hanno qualificato l’intervento come un’opera di manutenzione straordinaria, resa necessaria per adeguare l’impianto alle normative comunali. Secondo questa interpretazione, la decisione non rientrava tra le innovazioni vietate e sarebbe stata sufficiente l’approvazione a maggioranza.

La Delibera Condominiale è Nulla: La Decisione della Cassazione

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del proprietario del locale commerciale, cassando la sentenza d’appello. La Suprema Corte ha chiarito che il punto cruciale non è la qualificazione dell’opera come manutenzione o innovazione, ma l’effetto concreto che essa produce sui diritti dei singoli.

L’esecuzione della delibera, infatti, non si limitava a razionalizzare l’uso del bene comune, ma privava un condomino del suo diritto di godimento su di esso. L’impianto idrico, bene comune a servizio di tutte le unità immobiliari, veniva di fatto trasformato in un bene a servizio esclusivo di una parte dei condòmini.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha ribadito un orientamento consolidato: i poteri dell’assemblea condominiale non possono invadere la sfera di proprietà dei singoli condòmini, a meno che non vi sia il loro consenso unanime, espresso tramite accettazione di una specifica delibera o attraverso un regolamento condominiale di natura contrattuale.

Una decisione che esclude un condomino dalla percezione dei frutti o dall’utilizzo di un bene comune è valida solo se deliberata all’unanimità. In mancanza di tale consenso, la delibera è affetta da nullità per impossibilità dell’oggetto in senso giuridico, riconducibile a un “difetto assoluto di attribuzioni” da parte dell’assemblea.

In altre parole, l’assemblea ha agito al di fuori dei propri poteri, deliberando su una materia che intacca il diritto dominicale del singolo, per la quale non è sufficiente una decisione a maggioranza, per quanto qualificata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza la tutela dei diritti dei singoli proprietari all’interno del condominio, ponendo un chiaro limite al potere decisionale della maggioranza. La conclusione è netta: ogni qualvolta una delibera, pur presentata come intervento di manutenzione o adeguamento normativo, comporta la trasformazione di un bene comune in bene esclusivo per alcuni, sottraendolo al godimento di altri, essa è radicalmente nulla se non approvata all’unanimità.

Questo principio rappresenta una garanzia fondamentale per le minoranze condominiali, impedendo che decisioni maggioritarie possano sacrificare i diritti di proprietà individuali sulle parti comuni dell’edificio.

Può un’assemblea condominiale, a maggioranza, decidere di escludere un condomino da un servizio comune come l’impianto idrico?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che una tale decisione, poiché priva un condomino del godimento di un bene comune, incide sul suo diritto di proprietà e richiede il consenso unanime di tutti i condòmini. Una delibera approvata a sola maggioranza è, pertanto, nulla.

Qual è la differenza tra manutenzione straordinaria e una decisione che lede un diritto individuale?
La manutenzione straordinaria riguarda interventi necessari a mantenere l’efficienza delle parti comuni e può essere decisa a maggioranza. Tuttavia, se l’intervento, anche se qualificato come manutenzione, ha l’effetto di escludere permanentemente un condomino dall’uso di quel bene comune, allora non si tratta più di una semplice gestione del bene, ma di una lesione del suo diritto di proprietà, che richiede l’unanimità.

Perché la delibera in questione è stata considerata nulla e non semplicemente annullabile?
La delibera è stata considerata nulla perché l’assemblea ha agito al di fuori delle proprie attribuzioni. Le delibere annullabili sono quelle che presentano vizi procedurali (es. errori di convocazione), mentre quelle nulle incidono sui diritti reali dei singoli o su beni non condominiali. In questo caso, l’assemblea ha disposto del diritto di proprietà di un condomino senza averne il potere, rendendo la sua decisione radicalmente nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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