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Delibera condominiale: maggioranze e lavori

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello che aveva convalidato una delibera condominiale per lavori di manutenzione straordinaria. La Corte ha stabilito che per opere di notevole entità economica è sempre necessaria la maggioranza qualificata, ovvero la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio. La delibera era stata approvata con una maggioranza inferiore, rendendola invalida. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Maggioranze in condominio: quando una delibera è nulla?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di diritto condominiale, chiarendo quali maggioranze sono necessarie per l’approvazione di lavori straordinari. Il caso analizzato riguarda l’impugnazione di una delibera condominiale che aveva approvato interventi di ‘manutenzione generale’ senza raggiungere il quorum richiesto per le opere di notevole entità. La decisione sottolinea l’importanza di distinguere correttamente tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione.

I fatti di causa

La vicenda ha origine dall’impugnazione di una delibera assembleare del 2010 da parte di un condomino. La delibera approvava la ‘manutenzione generale dei due corpi di fabbrica’ del condominio. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto la domanda, ritenendo valida la decisione dell’assemblea. Gli eredi del condomino originario hanno quindi proposto ricorso in Cassazione, sollevando quattordici motivi di contestazione, tra cui la violazione delle norme sulle maggioranze necessarie per l’approvazione di lavori straordinari.

La questione delle maggioranze nella delibera condominiale

Il punto cruciale del ricorso, accolto dalla Suprema Corte, riguardava il quinto motivo, incentrato sulla violazione dell’articolo 1136 del codice civile (nella sua formulazione applicabile all’epoca dei fatti, precedente alla riforma del 2012). I ricorrenti sostenevano che i lavori di ‘manutenzione generale’, data la loro natura e il loro costo, dovessero essere qualificati come ‘riparazioni straordinarie di notevole entità’.

Per questo tipo di interventi, la legge richiedeva una maggioranza qualificata: un numero di voti che rappresentasse la maggioranza degli intervenuti all’assemblea e almeno la metà del valore dell’edificio. La delibera impugnata, invece, era stata approvata con la maggioranza prevista per la seconda convocazione (un terzo dei partecipanti e un terzo del valore), ritenuta insufficiente.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato questo motivo. Ha chiarito che il criterio per distinguere tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione non si basa sulla mera definizione data dall’assemblea, ma sulla ‘normalità’ dell’atto di gestione rispetto allo scopo di utilizzo e godimento dei beni comuni. Gli atti che, per la loro particolarità e consistenza, comportano un onere economico rilevante, necessitano sempre della maggioranza qualificata.

La Corte d’Appello, secondo i giudici di legittimità, ha implicitamente qualificato i lavori come ordinari senza però applicare correttamente questo principio. Ha omesso di valutare se la ‘manutenzione generale’ costituisse, in concreto, una spesa di notevole entità, tale da richiedere l’approvazione con un quorum più elevato. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa ad un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo esame che tenga conto del principio di diritto enunciato.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio di tutela per tutti i condomini. Non è sufficiente che una delibera sia approvata per essere valida; è necessario che rispetti le maggioranze previste dalla legge in base alla natura e all’impatto economico degli interventi decisi. Per i lavori straordinari di notevole entità, è indispensabile il consenso di una solida maggioranza che rappresenti almeno la metà del valore dell’edificio. In caso contrario, la delibera condominiale è invalida e può essere annullata. La decisione finale spetterà ora alla Corte d’Appello in sede di rinvio, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questa fondamentale indicazione.

Quale maggioranza è necessaria per approvare lavori di manutenzione straordinaria di notevole entità in condominio?
Secondo la sentenza, per le riparazioni straordinarie di notevole entità è necessaria una delibera approvata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio, come previsto dal secondo comma dell’art. 1136 c.c. (nella formulazione applicabile al caso).

È possibile introdurre nuovi motivi di invalidità della delibera nel corso del giudizio?
No, la Corte ha dichiarato inammissibili diversi motivi di ricorso perché introducevano questioni ‘nuove’, non sollevate nei precedenti gradi di giudizio. La domanda di annullamento deve basarsi su vizi specifici dedotti fin dall’inizio, e non è possibile aggiungerne di nuovi in corso di causa se costituiscono una domanda ulteriore.

Cosa succede se un atto che comporta una spesa rilevante viene qualificato come manutenzione ordinaria?
La qualificazione non è discrezionale. La Corte ha stabilito che il criterio distintivo tra ordinaria e straordinaria amministrazione si basa sulla ‘normalità’ dell’atto e sul suo impatto economico. Se un intervento, pur definito ‘ordinario’, comporta un onere economico rilevante, deve essere approvato con le maggioranze previste per gli atti di straordinaria amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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