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Delegazione di pagamento: differenze e conseguenze

La Corte di Cassazione analizza la distinzione tra delegatio promittendi e delegatio solvendi. In un caso riguardante un appalto e un subappalto, la Corte ha chiarito che una semplice delegazione di pagamento, senza un’esplicita assunzione di obbligo da parte del delegato, si qualifica come delegatio solvendi. Di conseguenza, l’obbligo di pagamento del delegato verso il creditore delegatario non può superare l’ammontare del suo debito originario verso il delegante. La sentenza di merito è stata cassata per non aver correttamente interpretato la volontà delle parti.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Delegazione di Pagamento: la Cassazione chiarisce le differenze tra promittendi e solvendi

La delegazione di pagamento è uno strumento contrattuale fondamentale nel mondo degli affari, specialmente in settori complessi come quello degli appalti. Tuttavia, la sua applicazione pratica può generare incertezze, in particolare riguardo alla natura dell’impegno assunto dal soggetto delegato. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce sulla distinzione cruciale tra delegatio promittendi e delegatio solvendi, sottolineando come un’errata interpretazione possa alterare significativamente gli obblighi delle parti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un rapporto contrattuale a tre: una società committente aveva stipulato un contratto d’appalto con un’impresa appaltatrice, la quale, a sua volta, aveva subappaltato parte dei lavori a una terza società. Per regolare i flussi finanziari, le parti avevano concordato una delegazione di pagamento: la committente avrebbe pagato direttamente la subappaltatrice per conto dell’appaltatrice.

Successivamente, sono sorte contestazioni sull’efficacia di tale accordo. La committente sosteneva che l’accordo fosse una delegatio solvendi, limitando il suo obbligo di pagamento nei confronti della subappaltatrice all’ammontare del suo debito verso l’appaltatrice. Al contrario, la subappaltatrice riteneva che si trattasse di una delegatio promittendi, con la quale la committente si era assunta un’obbligazione diretta e autonoma nei suoi confronti.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla società subappaltatrice, qualificando l’accordo come delegatio promittendi. Secondo i giudici di merito, il fatto che la delegazione fosse ‘titolata’ (cioè menzionasse sia il rapporto di provvista tra committente e appaltatrice, sia quello di valuta tra appaltatrice e subappaltatrice) era sufficiente a configurare un’assunzione diretta di debito da parte della committente.

Delegazione di pagamento: l’Analisi della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato questa conclusione, accogliendo il ricorso della società committente. Gli Ermellini hanno sottolineato la netta differenza tra i due istituti, disciplinati rispettivamente dagli articoli 1268 (delegatio promittendi) e 1269 (delegatio solvendi) del codice civile.

– Nella delegatio promittendi, il delegato si obbliga direttamente verso il delegatario. Il creditore acquisisce così un nuovo debitore e può agire direttamente contro di lui per ottenere il pagamento.
– Nella delegatio solvendi, il delegato riceve semplicemente l’ordine di pagare, senza assumere un’obbligazione personale. Egli agisce come un mero strumento di pagamento del delegante. In questo caso, il creditore delegatario non ha un’azione diretta contro il delegato.

La Corte ha stabilito che, per configurare una delegatio promittendi, non è sufficiente l’accettazione del delegato a pagare, ma è necessaria una chiara ed inequivocabile manifestazione di volontà di assumere un’obbligazione autonoma. La semplice accettazione di estinguere il proprio debito (verso il delegante) pagando il creditore di quest’ultimo non è sufficiente a creare un nuovo rapporto obbligatorio.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda su un’attenta analisi ermeneutica della volontà contrattuale. La Corte d’Appello, secondo i giudici di legittimità, ha commesso un errore cruciale: ha confuso l’accettazione dell’incarico di pagare (tipica della delegatio solvendi) con l’assunzione di un’obbligazione diretta (propria della delegatio promittendi). La sentenza impugnata non ha individuato alcun elemento contrattuale da cui potesse desumersi la volontà della committente di obbligarsi direttamente verso la subappaltatrice, andando oltre i limiti del proprio debito verso l’appaltatrice. La Cassazione ha ribadito che, in assenza di una tale prova, la figura applicabile è quella della delegatio solvendi, con la conseguenza che l’obbligo del delegato è limitato all’ammontare del suo debito verso il delegante (rapporto di provvista).

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e ha rinviato la causa ad un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova valutazione. Il principio di diritto affermato è di fondamentale importanza pratica: per stabilire se una delegazione di pagamento crei un nuovo obbligo in capo al delegato, è necessario accertare la reale volontà delle parti. In mancanza di una chiara promessa di pagamento, l’accordo va inteso come un semplice mandato a pagare (delegatio solvendi), e il delegato non può essere costretto a versare al creditore una somma superiore a quella che deve al proprio debitore originario. Questa decisione rafforza la certezza del diritto e invita gli operatori a redigere clausole contrattuali chiare e precise per evitare future controversie.

Qual è la differenza fondamentale tra “delegatio promittendi” e “delegatio solvendi”?
Nella “delegatio promittendi” (art. 1268 c.c.), il delegato si obbliga direttamente verso il creditore (delegatario), diventando un nuovo debitore. Nella “delegatio solvendi” (art. 1269 c.c.), il delegato non assume alcun obbligo personale, ma agisce solo come un intermediario per eseguire il pagamento per conto del debitore originario (delegante).

In una “delegatio solvendi”, il creditore può agire direttamente contro il delegato per ottenere il pagamento?
No. Come chiarito dalla Corte, nella “delegatio solvendi” è esclusa l’azione diretta del creditore (delegatario) verso il delegato, poiché quest’ultimo non ha assunto un’obbligazione diretta nei suoi confronti.

Cosa è necessario per qualificare una delegazione di pagamento come “delegatio promittendi”?
È necessaria una chiara e inequivocabile manifestazione di volontà da parte del delegato di assumere un’obbligazione diretta e autonoma nei confronti del creditore. La semplice accettazione dell’incarico di pagare non è sufficiente a trasformare una delegatio solvendi in una delegatio promittendi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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