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Decreto di respingimento: nullo senza informativa

Un cittadino straniero, raggiunto da un decreto di respingimento dopo essere sbarcato in Italia, ha presentato ricorso. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento, ritenendolo nullo. Le motivazioni si basano sulla mancata traduzione dell’atto nella lingua conosciuta dal ricorrente e, soprattutto, sulla violazione dell’obbligo dell’amministrazione di fornire una completa informativa sul diritto a richiedere la protezione internazionale.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decreto di Respingimento: Quando è Nullo per Vizi di Forma e Sostanza

L’emissione di un decreto di respingimento è un atto amministrativo con profonde conseguenze sulla vita di una persona. Per questo motivo, la legge prevede garanzie procedurali precise a tutela dei diritti fondamentali dello straniero. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con forza che il rispetto di tali garanzie non è una mera formalità. Se l’amministrazione non informa adeguatamente lo straniero del suo diritto a chiedere protezione internazionale e non traduce l’atto in una lingua a lui comprensibile, il provvedimento è nullo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Dall’Arrivo in Porto al Ricorso in Cassazione

Un cittadino di nazionalità bengalese, sbarcato nel porto di Salerno, veniva raggiunto da un decreto di respingimento con accompagnamento alla frontiera emesso dal Questore. Il provvedimento si basava sulla sua permanenza illegittima in Italia, non avendo egli un permesso di soggiorno né avendone fatto richiesta.

L’uomo si opponeva alla decisione davanti al Giudice di Pace, il quale però rigettava il ricorso. Contro questa decisione, il cittadino straniero proponeva ricorso per cassazione, lamentando diversi vizi procedurali, tra cui la mancata traduzione del decreto nella sua lingua madre (il bangla) e la violazione dell’obbligo di informarlo sulla possibilità di richiedere protezione internazionale.

La Decisione della Corte: Annullato il Decreto di Respingimento

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cassando l’ordinanza del Giudice di Pace e rinviando la causa a un nuovo giudice. La Corte ha ritenuto fondati i motivi relativi alla violazione degli obblighi informativi e di traduzione, considerandoli assorbenti rispetto alle altre censure. Secondo i giudici supremi, questi vizi rendono il provvedimento amministrativo nullo.

Le Motivazioni: Violazione dei Diritti Fondamentali

La decisione della Corte si fonda su principi cardine della tutela dei diritti umani e delle garanzie procedurali nel diritto dell’immigrazione. Vediamo i punti chiave.

Il Diritto all’Informativa sulla Protezione Internazionale

La Corte ha sottolineato l’importanza dell’art. 10-ter del D.Lgs. 286/1998, che impone un obbligo specifico all’amministrazione di informare in modo completo ed effettivo lo straniero rintracciato alla frontiera, specialmente se proveniente da operazioni di salvataggio in mare, sulle procedure per chiedere protezione internazionale.

Questo obbligo sussiste a prescindere dal fatto che l’interessato manifesti o meno l’intenzione di fare richiesta. Il silenzio o una dichiarazione generica (come quella di essere venuto in Italia per lavoro) non possono essere interpretati come una rinuncia, se non è provato che la persona sia stata prima compiutamente informata. Una generica affermazione nel decreto che “il soggetto è stato informato” non è sufficiente. L’amministrazione deve dimostrare come, quando e con quali modalità (ad esempio, tramite un interprete) ha fornito l’informativa, garantendone la piena comprensione. La violazione di questo dovere fondamentale si traduce in una causa di nullità del decreto di respingimento.

L’Obbligo di Traduzione del Provvedimento

Un altro punto cruciale è la lingua in cui l’atto viene comunicato. L’art. 13, comma 7, del D.Lgs. 286/1998 stabilisce che il decreto deve essere tradotto in una lingua conosciuta dallo straniero. L’uso di una lingua veicolare (in questo caso, l’inglese) è ammesso solo in via sussidiaria, qualora sia impossibile reperire un traduttore della lingua madre.

Tuttavia, spetta all’amministrazione provare tale impossibilità o, in alternativa, dimostrare che lo straniero conosceva effettivamente la lingua veicolare utilizzata. Nel caso di specie, non vi era alcuna prova che il ricorrente comprendesse l’inglese, né che fosse impossibile trovare un traduttore di lingua bangla. La mancata traduzione in una lingua comprensibile vizia irrimediabilmente il provvedimento.

La Domanda di Asilo Successiva al Respingimento

Infine, la Corte ha chiarito che la presentazione di una domanda di protezione internazionale, anche se successiva all’emissione del decreto di respingimento, ne sospende automaticamente l’efficacia. Il Giudice di Pace aveva errato nel considerare tale domanda “strumentale e con finalità dilatoria”. Il diritto a chiedere asilo può essere esercitato in qualsiasi momento e, una volta manifestata tale volontà, le procedure di espulsione devono essere sospese in attesa della definizione della richiesta di protezione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riafferma con chiarezza che i diritti procedurali dello straniero non sono un orpello, ma costituiscono il nucleo essenziale della sua tutela. Per l’amministrazione, ciò significa che l’obbligo di informare e di tradurre gli atti deve essere adempiuto con la massima diligenza e deve essere adeguatamente documentato. Per i cittadini stranieri, questa decisione rappresenta un’importante garanzia del fatto che il loro diritto a essere informati e a comprendere gli atti che li riguardano è un presupposto imprescindibile per la legittimità di qualsiasi provvedimento restrittivo della loro libertà personale.

Un decreto di respingimento può essere notificato in una lingua veicolare come l’inglese invece che nella lingua madre dello straniero?
No, di regola il provvedimento deve essere tradotto in una lingua conosciuta dallo straniero. L’uso di una lingua veicolare è consentito solo se l’amministrazione dimostra l’impossibilità di trovare un traduttore per la lingua madre o prova che lo straniero comprende effettivamente la lingua veicolare utilizzata.

L’amministrazione ha l’obbligo di informare uno straniero sulla possibilità di chiedere protezione internazionale, anche se non ne fa richiesta?
Sì, l’obbligo di fornire un’informativa completa ed effettiva sulla procedura di protezione internazionale sussiste sempre, specialmente per chi arriva via mare. Il mancato adempimento di questo dovere è una causa di nullità del decreto di respingimento.

Presentare una domanda di protezione internazionale dopo aver ricevuto un decreto di respingimento ne causa l’annullamento?
No, non ne causa l’annullamento automatico, ma ne sospende l’efficacia. L’esecuzione del respingimento viene bloccata in attesa che le autorità competenti decidano sulla domanda di protezione internazionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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