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Decreto di espulsione nullo senza traduzione adeguata

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione del Giudice di Pace che aveva dichiarato inammissibile, per tardività, il ricorso di un cittadino straniero contro un decreto di espulsione. La Corte ha stabilito che il giudice di merito avrebbe dovuto prima valutare l’eccezione sulla mancata traduzione del provvedimento in una lingua comprensibile al ricorrente, elemento che incide direttamente sulla validità della notifica e sui termini per impugnare. La mancata traduzione del decreto di espulsione lede il diritto di difesa e ne causa la nullità, salvo che l’amministrazione non provi la conoscenza della lingua da parte del destinatario.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decreto di Espulsione Nullo se Non Tradotto: La Cassazione Rafforza il Diritto di Difesa

Un decreto di espulsione deve essere compreso dal suo destinatario per essere valido. Sembra un’ovvietà, ma è un principio fondamentale del diritto di difesa che la Corte di Cassazione ha recentemente ribadito con forza. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ha cassato la decisione di un Giudice di Pace, il quale aveva respinto il ricorso di un cittadino straniero considerandolo tardivo, senza però esaminare la questione cruciale: il provvedimento era stato notificato in una lingua a lui sconosciuta?

I Fatti del Caso: Una Notifica in Lingua Sconosciuta

Un cittadino di nazionalità georgiana, in Italia da soli tre mesi, riceveva un decreto di espulsione. Il documento gli veniva notificato in lingua italiana e inglese. L’uomo, non conoscendo né l’una né l’altra lingua, presentava ricorso al Giudice di Pace oltre i termini previsti dalla legge. Nel suo ricorso, sollevava la nullità del provvedimento per mancata traduzione nella sua lingua madre, il georgiano, e chiedeva la rimessione in termini, sostenendo che l’impossibilità di comprendere l’atto gli aveva impedito di difendersi tempestivamente.

La Decisione del Giudice di Pace: Un Ricorso Tardivo?

Il Giudice di Pace, tuttavia, non entrava nel merito delle eccezioni sollevate. Si limitava a dichiarare il ricorso inammissibile per superamento dei termini, assorbendo di fatto ogni altra questione, inclusa quella sulla validità della notifica. Una decisione che non ha retto al vaglio della Corte di Cassazione.

L’Analisi della Cassazione sul decreto di espulsione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del cittadino straniero, censurando l’operato del giudice di primo grado. Secondo gli Ermellini, il giudice non può ignorare l’eccezione relativa alla mancata traduzione, in quanto essa è pregiudiziale rispetto alla questione della tardività del ricorso.

Il Principio della Traduzione Obbligatoria

La Corte ha ribadito un principio consolidato: il provvedimento di espulsione è nullo se non viene tradotto in una lingua conosciuta dallo straniero o, in alternativa, in una delle principali lingue veicolari (inglese, francese, spagnolo). Tuttavia, l’uso di una lingua veicolare non è automatico. Deve essere accertato che lo straniero la comprenda, o che gli sia stata data la possibilità di scegliere tra la lingua d’origine e quella veicolare.

L’Onere della Prova a Carico dell’Amministrazione

Un punto cruciale sottolineato dalla Cassazione riguarda l’onere della prova. Non spetta allo straniero dimostrare di non conoscere la lingua. È l’Amministrazione (Prefettura o Questura) che deve provare che il destinatario del decreto di espulsione conosceva l’italiano o la lingua veicolare utilizzata per la notifica. In assenza di tale prova, il provvedimento è illegittimo e, di conseguenza, nullo.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Cassazione si fonda sulla tutela del diritto di difesa, sancito dall’articolo 24 della Costituzione e da norme internazionali. Un atto che impone un obbligo così grave come l’espulsione deve essere pienamente comprensibile per consentire all’interessato di esercitare il proprio diritto di impugnazione. Il Giudice di Pace, dichiarando l’inammissibilità per tardività senza prima verificare la legittimità della notifica, ha implicitamente dato per scontato che la notifica in inglese fosse valida, senza alcun accertamento in merito e senza considerare l’istanza di rimessione in termini. Questo approccio, secondo la Corte, costituisce una violazione di legge, poiché l’omesso esame di un’eccezione così rilevante vizia l’intera decisione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la garanzia del diritto di difesa per i cittadini stranieri. Stabilisce chiaramente che i giudici di merito, di fronte a un’eccezione di mancata traduzione di un decreto di espulsione, hanno il dovere di esaminarla con priorità. Non possono trincerarsi dietro la tardività del ricorso se la causa di tale ritardo potrebbe essere proprio la violazione delle norme sulla lingua dell’atto. La palla torna ora al Giudice di Pace di Roma, che dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi enunciati dalla Suprema Corte, verificando se il diritto del cittadino georgiano a comprendere l’atto che lo riguardava sia stato effettivamente rispettato.

Quando un decreto di espulsione è considerato nullo?
Un decreto di espulsione è considerato nullo se non è tradotto in una lingua che il destinatario straniero comprende. La traduzione può essere nella sua lingua madre o in una lingua veicolare (come l’inglese), ma solo a condizione che sia provato che lo straniero conosca tale lingua.

A chi spetta l’onere di provare che lo straniero conosce la lingua in cui è redatto il provvedimento?
L’onere di provare che il cittadino straniero conosce l’italiano o la lingua veicolare in cui è stato notificato il provvedimento spetta alla Pubblica Amministrazione (Prefettura o Questura). Non è il cittadino a dover dimostrare di non conoscere la lingua.

Cosa deve fare un giudice se in un ricorso viene contestata la mancata traduzione di un decreto di espulsione?
Il giudice non può dichiarare il ricorso inammissibile per tardività senza prima aver esaminato nel merito l’eccezione sulla mancata traduzione. Questa questione è prioritaria, poiché la validità della notifica è un presupposto per il decorrere dei termini di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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