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Decreto di espulsione: nullo se notificato in fotocopia

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3080/2024, ha stabilito che un decreto di espulsione notificato a un cittadino straniero in semplice fotocopia, priva di attestazione di conformità all’originale, è radicalmente nullo. La Corte ha chiarito che, trattandosi di un atto che incide sulla libertà personale, le garanzie formali di comunicazione sono essenziali e non possono essere sanate dal semplice fatto che il destinatario ne sia venuto a conoscenza.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decreto di espulsione nullo se comunicato in fotocopia: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di immigrazione: un decreto di espulsione, per essere valido, deve rispettare precise formalità di comunicazione. La consegna al cittadino straniero di una semplice fotocopia non autenticata del provvedimento ne determina la nullità insanabile. Questa decisione sottolinea la delicatezza di atti che incidono sulla libertà personale, distinguendoli nettamente dai comuni atti amministrativi.

I fatti del caso

Un cittadino straniero si opponeva a un decreto di espulsione emesso nei suoi confronti. Tra i vari motivi di ricorso, il principale riguardava un vizio di forma radicale: il provvedimento gli era stato consegnato in copia fotostatica, quasi illeggibile e priva di qualsiasi attestazione di conformità all’originale. Il Giudice di Pace, in prima istanza, aveva respinto il ricorso, ritenendo che, nonostante il difetto formale, l’atto avesse comunque raggiunto il suo scopo informativo e che la traduzione fosse legittima. Contro questa decisione, lo straniero ha proposto ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte sul decreto di espulsione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto agli altri. Gli Ermellini hanno cassato il provvedimento del Giudice di Pace e, decidendo direttamente nel merito, hanno dichiarato la nullità del decreto di espulsione opposto. La Corte ha ribadito un principio consolidato nella propria giurisprudenza: la comunicazione di un atto così incisivo come l’espulsione non può avvenire in modo informale.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che il decreto di espulsione e il conseguente accompagnamento coattivo sono misure che incidono profondamente sulla libertà personale dell’individuo. Per questa ragione, non possono essere considerati semplici atti amministrativi tout court. Di conseguenza, non è applicabile il principio della ‘sanatoria per raggiungimento dello scopo’ previsto dall’art. 21-octies della legge sul procedimento amministrativo (L. 241/90).

Questo principio vale per gli atti amministrativi che, pur viziati, possono essere ‘salvati’ se hanno comunque prodotto l’effetto desiderato. Ma per un decreto di espulsione, le garanzie procedurali e le formalità di comunicazione sono poste a tutela di un diritto fondamentale e non possono essere derogate. La consegna di una copia informale, priva dell’attestazione di conformità all’originale apposta da un pubblico ufficiale autorizzato, costituisce un difetto insanabile che comporta la nullità del provvedimento. È irrilevante, a tal fine, che lo straniero abbia comunque proposto opposizione, poiché la validità dell’atto prescinde dalla reazione del suo destinatario.

Le conclusioni

La sentenza in esame rafforza la tutela dei diritti fondamentali degli stranieri sottoposti a procedimenti di espulsione. Stabilisce con chiarezza che la Pubblica Amministrazione deve attenersi scrupolosamente alle formalità previste dalla legge per la comunicazione di atti che limitano la libertà personale. La consegna di una semplice fotocopia non è sufficiente a garantire la certezza giuridica e la piena conoscenza dell’atto da parte del destinatario. Questa pronuncia serve da monito per le autorità competenti, ribadendo che la sostanza di un provvedimento non può mai prescindere dalla correttezza della sua forma, specialmente quando sono in gioco diritti inviolabili della persona.

È valido un decreto di espulsione se viene consegnato in semplice fotocopia?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un decreto di espulsione comunicato in copia informale o fotostatica, priva dell’attestazione di conformità all’originale apposta da un pubblico ufficiale, è nullo.

Perché un vizio di forma nella comunicazione rende nullo il decreto di espulsione?
Perché il decreto di espulsione è un atto che incide sulla libertà personale. Per tali provvedimenti, le formalità di comunicazione non sono un mero adempimento burocratico, ma una garanzia fondamentale per il destinatario, e la loro violazione determina l’invalidità radicale dell’atto.

Il principio della ‘sanatoria per raggiungimento dello scopo’ si applica ai decreti di espulsione?
No. La Corte ha specificato che tale principio, previsto per gli atti amministrativi, non è applicabile ai decreti di espulsione, poiché non sono considerabili meri atti amministrativi ma provvedimenti che limitano la libertà personale, per i quali le garanzie formali sono inderogabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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