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Decreto di espulsione: nullo se emesso prima dei termini

La Corte di Cassazione ha annullato un decreto di espulsione emesso nei confronti di un cittadino straniero lo stesso giorno della notifica del rigetto della sua domanda di protezione internazionale. La Corte ha stabilito che l’ordine di lasciare il territorio nazionale non può essere emesso prima che siano decorsi i termini legali per impugnare il diniego, al fine di garantire il pieno diritto di difesa.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decreto di Espulsione: Illegittimo se Eccessivamente Rapido

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di immigrazione, stabilendo che un decreto di espulsione non può essere emesso prima che sia scaduto il termine per impugnare il diniego di protezione internazionale. Questa decisione rafforza il diritto di difesa dello straniero, garantendo che le procedure amministrative rispettino i tempi processuali previsti dalla legge.

I Fatti del Caso

Un cittadino di nazionalità nigeriana, dopo aver ricevuto la notifica del rigetto della sua domanda di protezione internazionale, si è visto recapitare, nello stesso giorno, un decreto di espulsione emesso dal Prefetto. L’ordine prevedeva l’immediato accompagnamento alla frontiera e l’obbligo di lasciare il territorio nazionale entro sette giorni. Lo straniero ha contestato la legittimità del provvedimento, sostenendo che l’espulsione era stata ordinata prima che egli potesse esercitare il suo diritto di impugnare la decisione negativa sulla sua richiesta di protezione.

Il caso è giunto fino alla Corte di Cassazione dopo che il Giudice di Pace aveva inizialmente respinto l’opposizione, ritenendo formalmente regolare il decreto prefettizio.

Analisi del Decreto di Espulsione e dei Termini di Legge

Il nodo centrale della questione riguarda la tempistica dell’azione amministrativa. La normativa, in particolare l’art. 32 del D.Lgs. 25/2008, stabilisce che l’obbligo per il richiedente asilo di lasciare il territorio nazionale sorge solo dopo la scadenza del termine previsto per l’impugnazione della decisione di rigetto. L’espulsione immediata, pertanto, comprime il diritto del soggetto di contestare efficacemente il diniego ricevuto dalla Commissione Territoriale.

Il ricorrente ha argomentato che l’emissione del decreto di allontanamento, avvenuta contestualmente alla notifica del rigetto, ha violato le norme procedurali e il suo diritto fondamentale alla difesa, sancito anche dall’art. 24 della Costituzione.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente le argomentazioni del ricorrente. Gli Ermellini hanno affermato un principio di diritto chiaro: l’obbligo di lasciare il territorio nazionale per il richiedente la cui domanda è stata respinta diventa effettivo solo dopo il decorso del termine per presentare ricorso. Fino a quel momento, l’espulsione è vietata.

Nel caso specifico, il decreto di espulsione era stato adottato lo stesso giorno della notifica del rigetto, quando i termini per l’impugnazione (15 giorni) non erano evidentemente ancora scaduti. La Corte ha precisato che la normativa non consente all’autorità amministrativa di anticipare gli effetti di un provvedimento non ancora definitivo. Di conseguenza, l’azione del Prefetto è stata giudicata illegittima perché prematura.

La Corte ha inoltre chiarito che le eccezioni che consentono un’efficacia immediata dell’ordine di rimpatrio, previste per specifici casi di domande reiterate, non erano applicabili alla situazione in esame. Il provvedimento di espulsione, pertanto, non avrebbe potuto essere adottato.

Conclusioni

Accogliendo il ricorso, la Corte di Cassazione non solo ha cassato l’ordinanza del Giudice di Pace ma, decidendo nel merito, ha annullato direttamente il decreto di espulsione. Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche: riafferma che la Pubblica Amministrazione deve attendere la scadenza dei termini processuali prima di adottare provvedimenti restrittivi come l’espulsione. La sentenza rappresenta una vittoria per la tutela dei diritti fondamentali, assicurando che il diritto alla difesa non sia svuotato da un’azione amministrativa troppo frettolosa. Viene così garantito a chi richiede protezione un tempo congruo per poter contestare legalmente una decisione negativa prima di essere allontanato dal territorio nazionale.

È legittimo un decreto di espulsione emesso lo stesso giorno della notifica del diniego di protezione internazionale?
No, secondo la Corte di Cassazione tale decreto è illegittimo, in quanto viola il diritto del richiedente di avere a disposizione il termine di legge per impugnare la decisione di rigetto.

Perché il decreto di espulsione è stato annullato in questo caso?
È stato annullato perché è stato emesso prima che scadesse il termine legale per proporre impugnazione avverso il diniego della domanda di protezione, rendendo l’atto amministrativo prematuro e lesivo del diritto di difesa.

Quale principio fondamentale stabilisce questa ordinanza?
La Corte stabilisce che l’obbligo per un richiedente protezione di lasciare il territorio nazionale sorge soltanto dopo che è trascorso il termine per impugnare la decisione di rigetto, e non prima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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