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Decreto di espulsione: illegittimo se soccorsi in mare

Un cittadino straniero, soccorso in mare e identificato dalle autorità, era stato colpito da un decreto di espulsione e trattenuto in un CPR. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento, stabilendo che il decreto di espulsione era manifestamente illegittimo. Essere soccorsi e identificati è incompatibile con la motivazione di aver eluso i controlli di frontiera, che è il presupposto necessario per l’espulsione. Di conseguenza, anche il trattenimento basato su tale decreto è illegale.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decreto di espulsione: illegittimo se lo straniero è stato soccorso in mare

Con l’ordinanza n. 6020/2024, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale in materia di immigrazione: un decreto di espulsione non può essere emesso nei confronti di un cittadino straniero che, soccorso in mare, sia stato successivamente identificato dalle autorità. Questo perché l’atto del soccorso e della successiva identificazione esclude il presupposto della “sottrazione ai controlli di frontiera”, elemento essenziale per la legittimità del provvedimento espulsivo. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Corte.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un cittadino straniero giunto in Italia via mare. Dopo essere stato soccorso, veniva condotto presso l’Hotspot di Lampedusa, dove veniva identificato e fotosegnalato. Nonostante ciò, le autorità emettevano nei suoi confronti un decreto di espulsione, motivato dal fatto che si fosse sottratto ai controlli di frontiera. Sulla base di tale decreto, ne veniva disposto il trattenimento presso un Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR).

Il Tribunale di Torino, chiamato a convalidare il trattenimento, respingeva le obiezioni del difensore, ritenendo che il proprio esame dovesse limitarsi alla regolarità formale del provvedimento di trattenimento, senza entrare nel merito della legittimità del presupposto decreto di espulsione. Contro questa decisione, il cittadino straniero proponeva ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte e l’illegittimità del decreto di espulsione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ribaltando la decisione del Tribunale. Il punto centrale della sentenza è che il sindacato del giudice sulla convalida del trattenimento non può essere meramente formale. Al contrario, il giudice ha il dovere di verificare anche la “manifesta illegittimità” del provvedimento di espulsione, poiché esso costituisce il presupposto indefettibile del trattenimento stesso.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto palesemente insussistente la base giuridica del decreto di espulsione. Lo straniero non si era “sottratto ai controlli di frontiera”; al contrario, era stato proprio a seguito di un’operazione di soccorso marittimo che era stato identificato e fotosegnalato dalle forze dell’ordine. L’essere sottoposto a tali procedure ufficiali è l’esatto opposto di una condotta elusiva.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha chiarito che il provvedimento di espulsione è un atto a contenuto vincolato, le cui ipotesi sono rigorosamente definite dalla legge. La motivazione addotta dall’amministrazione, ovvero l’ingresso irregolare con sottrazione ai controlli, deve corrispondere alla realtà dei fatti. Poiché nel caso di specie i fatti dimostravano che un controllo era avvenuto (proprio a seguito del soccorso), la fattispecie contestata era palesemente erronea.

La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata e i principi derivanti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), la quale consente la detenzione a fini di espulsione solo se la procedura è “regolare”. Una procedura basata su un presupposto fattuale inesistente non può essere considerata tale. Pertanto, il decreto di espulsione era da considerarsi manifestamente illegittimo.

Conclusioni

La sentenza ha conseguenze pratiche di grande rilievo. Innanzitutto, riafferma che la libertà personale è un diritto inviolabile che non può essere compresso sulla base di provvedimenti amministrativi palesemente infondati. In secondo luogo, definisce con chiarezza l’ampiezza del controllo giurisdizionale sui provvedimenti di trattenimento, che deve necessariamente estendersi alla validità sostanziale del presupposto atto di espulsione.

In conclusione, un cittadino straniero soccorso in mare e sottoposto alle procedure di identificazione da parte delle autorità italiane non può essere considerato come una persona che ha eluso i controlli di frontiera. Di conseguenza, un decreto di espulsione emesso su tale base è illegittimo, e rende a sua volta illegittimo qualsiasi provvedimento di trattenimento che ne derivi. La Corte di Cassazione ha quindi annullato l’ordinanza del Tribunale e il relativo trattenimento.

È legittimo un decreto di espulsione per chi viene soccorso in mare e poi identificato?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che un decreto di espulsione basato sull’aver eluso i controlli di frontiera è manifestamente illegittimo se la persona è stata soccorsa in mare, condotta a terra dalle autorità e sottoposta a procedure di identificazione e fotosegnalamento.

Il giudice che convalida il trattenimento può esaminare la legittimità del decreto di espulsione?
Sì, secondo la Corte il giudice ha il dovere di estendere il suo controllo alla verifica della manifesta illegittimità del provvedimento di espulsione, che è il presupposto indispensabile per il trattenimento. Non può limitarsi a un esame puramente formale.

Cosa succede se il decreto di espulsione è ritenuto illegittimo?
Se il decreto di espulsione, che è l’atto presupposto del trattenimento, è manifestamente illegittimo, anche il conseguente provvedimento di trattenimento viene annullato in quanto privo della sua base giuridica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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