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Decorrenza patrocinio a spese dello Stato: la data

La Corte di Cassazione ha chiarito la questione sulla decorrenza del patrocinio a spese dello Stato. L’ordinanza stabilisce che gli effetti del beneficio iniziano dal momento della richiesta orale, purché questa sia seguita dal deposito formale dell’istanza scritta entro venti giorni. La decisione ribalta la precedente interpretazione di un Tribunale, che legava l’inizio del beneficio solo al deposito della documentazione. La Corte ha sottolineato che questa interpretazione garantisce il pieno diritto alla difesa, come previsto dalla Costituzione, coprendo anche le prime e più urgenti attività legali.

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Pubblicato il 21 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decorrenza Patrocinio a Spese dello Stato: La Cassazione Fa Chiarezza sulla Richiesta Orale

Il patrocinio a spese dello Stato, comunemente noto come gratuito patrocinio, è un pilastro fondamentale del nostro sistema giuridico, garantendo a tutti l’accesso alla giustizia. Tuttavia, una questione cruciale ha spesso generato incertezza: da quale preciso momento decorrono i suoi effetti? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo sulla decorrenza patrocinio a spese dello Stato, stabilendo la prevalenza della richiesta orale se seguita correttamente dalla documentazione scritta.

I Fatti del Caso: Una Questione di Tempismo

Il caso ha origine da una vicenda processuale penale. Un avvocato aveva assunto la difesa di un cliente ammesso al patrocinio a spese dello Stato. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, il cliente aveva manifestato verbalmente la volontà di avvalersi del beneficio, con riserva di depositare l’istanza formale. L’avvocato, dopo aver prestato la propria opera professionale in quella sede urgente, vedeva il suo assistito depositare la domanda scritta pochi giorni dopo, nel pieno rispetto dei termini di legge.

Al momento della liquidazione dei compensi, però, il Giudice per le Indagini Preliminari riconosceva il pagamento solo per le attività successive al deposito dell’istanza scritta, escludendo quelle, cruciali, svolte durante l’udienza di convalida. L’avvocato si opponeva, ma il Tribunale Civile confermava la decisione, sostenendo che gli effetti del beneficio potessero decorrere solo dalla data di deposito della documentazione completa. A questo punto, il legale decideva di ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla decorrenza patrocinio a spese dello Stato

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’avvocato, cassando l’ordinanza del Tribunale e rinviando la causa per una nuova valutazione. La decisione si fonda su un’interpretazione chiara e finalistica della normativa di riferimento, in particolare dell’articolo 109 del Testo Unico in materia di Spese di Giustizia (d.P.R. n. 115/2002).

Le Motivazioni: La Ratio dell’Art. 109 T.U.S.G.

La Corte ha evidenziato come la motivazione del Tribunale fosse palesemente contraddittoria e illogica. L’articolo 109, infatti, è esplicito nello stabilire che: “Gli effetti [dell’ammissione] decorrono dalla data in cui l’istanza è stata presentata o è pervenuta all’ufficio del magistrato o dal primo atto in cui interviene il difensore, se l’interessato fa riserva di presentare l’istanza e questa è presentata entro i venti giorni successivi”.

Il legislatore ha introdotto questa norma con una precisa ratio: assicurare una copertura difensiva completa e immediata al cittadino non abbiente, soprattutto in fasi delicate e urgenti del procedimento penale come l’arresto in flagranza o il fermo. Condizionare la decorrenza patrocinio a spese dello Stato al solo deposito documentale creerebbe un “vuoto temporale” in cui l’indagato, pur avendone diritto, non potrebbe beneficiare dell’assistenza legale a carico dello Stato. Ciò contrasterebbe con il principio costituzionale del diritto alla difesa sancito dall’articolo 24 della Costituzione. La presentazione formale dell’istanza è un adempimento successivo necessario, ma la sua funzione è quella di consolidare un effetto che la legge fa retroagire al primo momento di necessità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Avvocati e Assistiti

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza pratica. Gli avvocati che assistono clienti in situazioni di urgenza possono avere la certezza che la loro attività professionale sarà retribuita fin dal primo intervento, a condizione che la riserva di presentazione dell’istanza venga formulata e che il cliente la depositi ritualmente entro i successivi venti giorni. Per i cittadini, si tratta di una garanzia in più che il diritto alla difesa non subisca interruzioni o scoperture, specialmente nei momenti di maggiore vulnerabilità. La decisione riafferma che le norme procedurali devono essere interpretate alla luce dei principi costituzionali che tutelano i diritti fondamentali della persona.

Da quale momento decorrono gli effetti del patrocinio a spese dello Stato se la richiesta viene fatta oralmente?
Gli effetti decorrono dal momento della richiesta orale, a condizione che l’istanza scritta, completa di documentazione, sia depositata entro i venti giorni successivi, come previsto dall’art. 109 del d.P.R. n. 115/2002.

Perché la legge prevede questa possibilità di retroattività?
Per garantire la pienezza del diritto di difesa, sancito dall’art. 24 della Costituzione, sin dal primo momento in cui una persona non abbiente ne ha bisogno, come nei casi urgenti di arresto o fermo, evitando che ci siano periodi di non copertura difensiva.

L’attività difensiva svolta tra la richiesta orale e il deposito dell’istanza scritta è rimborsabile?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che i compensi per l’attività professionale svolta in questo intervallo di tempo sono a carico dello Stato, a condizione che l’interessato abbia fatto riserva di presentare l’istanza e l’abbia poi depositata nei termini di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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