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Decadenza sanzioni INPS: il termine di 90 giorni

La Cassazione ha stabilito che la decadenza sanzioni INPS scatta dopo 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di depenalizzazione, se l’ente era già a conoscenza dell’illecito. Il termine per notificare l’omesso versamento di contributi, trasformato in illecito amministrativo, non attende la trasmissione degli atti dalla Procura se questa non è mai avvenuta. La notifica tardiva estingue l’obbligo di pagare le sanzioni.

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Decadenza Sanzioni INPS: Quando Scatta il Termine di 90 Giorni?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9015/2025, ha affrontato un’importante questione relativa alla decadenza sanzioni INPS in seguito alla depenalizzazione di alcuni illeciti contributivi. La decisione chiarisce da quale momento decorre il termine perentorio di 90 giorni per la notifica delle violazioni, specialmente nei casi in cui l’illecito, un tempo penale, non sia mai stato oggetto di un procedimento giudiziario. Questa pronuncia offre una tutela fondamentale per i cittadini contro l’incertezza giuridica e l’inerzia della pubblica amministrazione.

I Fatti di Causa: Dall’Omissione Contributiva alla Depenalizzazione

Il caso riguarda un’imprenditrice a cui l’INPS aveva notificato due ordinanze ingiunzione nel febbraio 2022 per il pagamento di sanzioni amministrative. Le violazioni contestate consistevano nell’omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali sulle retribuzioni dei propri dipendenti per i periodi dal gennaio al novembre 2014 e dal dicembre 2014 al novembre 2015.

All’epoca dei fatti, tale omissione costituiva un reato. Tuttavia, con il Decreto Legislativo n. 8 del 2016, entrato in vigore il 6 febbraio 2016, l’illecito è stato depenalizzato per importi inferiori a 10.000 euro annui, trasformandosi in una violazione amministrativa.

L’imprenditrice si è opposta alle ordinanze, sostenendo che l’INPS avesse notificato la contestazione ben oltre il termine di decadenza di 90 giorni previsto dall’articolo 14 della Legge n. 689/1981.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di Aosta che la Corte d’Appello di Torino hanno dato ragione all’imprenditrice. I giudici hanno ritenuto che, poiché l’INPS era a conoscenza dell’illecito da tempo (avendo emesso i verbali di accertamento già nel marzo 2017), il termine di 90 giorni per la notifica doveva essere calcolato a partire dalla data di entrata in vigore della legge di depenalizzazione (6 febbraio 2016). Di conseguenza, la notifica effettuata nell’aprile 2017 era tardiva, e l’obbligo di pagare le sanzioni si era estinto.

Il Ricorso in Cassazione sulla Decadenza Sanzioni INPS

L’INPS ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su un unico motivo. L’ente previdenziale sosteneva che, per gli illeciti depenalizzati, si applicasse una disciplina speciale (articoli 8 e 9 del D.Lgs. 8/2016). Secondo questa tesi, il termine di 90 giorni avrebbe dovuto decorrere non dall’entrata in vigore della legge, ma dalla data in cui l’autorità giudiziaria penale avesse trasmesso gli atti del procedimento all’INPS. Poiché nel caso specifico non c’era mai stata una segnalazione alla Procura e, quindi, nessuna trasmissione di atti, secondo l’INPS il termine non era mai iniziato a decorrere.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’INPS, confermando la decisione dei giudici di merito. I giudici hanno chiarito che il termine di 90 giorni previsto dall’art. 14 della L. 689/1981 è un termine di decadenza, posto a garanzia della certezza del diritto e del diritto di difesa del cittadino.

La Corte ha spiegato che la norma speciale invocata dall’INPS (art. 9, D.Lgs. 8/2016) si applica solo quando un procedimento penale è stato effettivamente avviato e gli atti vengono trasmessi dal giudice all’amministrazione. Nel caso in esame, invece, non vi era stata alcuna trasmissione, poiché la posizione della contribuente non era mai stata segnalata all’autorità giudiziaria prima della depenalizzazione.

Lasciare l’INPS libera di agire senza limiti di tempo, in attesa di una trasmissione di atti che non sarebbe mai avvenuta, creerebbe una situazione di perenne incertezza per il cittadino, in palese contrasto con i principi costituzionali di legalità (art. 23 Cost.), diritto di difesa (art. 24 Cost.) e buon andamento della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.).

Per risolvere la questione, la Cassazione ha applicato un principio di portata generale: quando una nuova legge introduce un termine di decadenza per una situazione giuridica già pendente, tale termine inizia a decorrere dalla data di entrata in vigore della nuova legge. Nel caso specifico, la depenalizzazione ha conferito all’INPS il potere di agire autonomamente per irrogare la sanzione amministrativa. Poiché l’ente era già in possesso di tutti gli elementi per contestare la violazione, il dies a quo (giorno di partenza) del termine di decadenza di 90 giorni andava individuato nel 6 febbraio 2016, data di entrata in vigore del D.Lgs. n. 8/2016.

Le Conclusioni: il Principio di Diritto

La Corte ha quindi rigettato il ricorso e ha enunciato un principio di diritto di fondamentale importanza: il termine di 90 giorni per la notifica della violazione amministrativa per omesso versamento di ritenute previdenziali, in caso di depenalizzazione e in assenza di trasmissione degli atti da parte dell’autorità giudiziaria, decorre dal momento di entrata in vigore della legge di depenalizzazione. Ciò vale soprattutto quando l’ente impositore, come l’INPS, dispone già di tutte le informazioni necessarie per procedere alla contestazione senza bisogno di ulteriori attività istruttorie. La notifica effettuata oltre questo termine è inefficace e determina l’estinzione del diritto a riscuotere la sanzione.

Da quando decorre il termine di 90 giorni per notificare una sanzione amministrativa dopo una depenalizzazione?
Secondo la Corte, se non c’è stato un procedimento penale e quindi nessuna trasmissione di atti dall’autorità giudiziaria, il termine di 90 giorni per la notifica della sanzione decorre dalla data di entrata in vigore della legge di depenalizzazione, a condizione che l’ente sanzionatore fosse già in possesso degli elementi per contestare la violazione.

Cosa succede se l’autorità giudiziaria non trasmette mai gli atti all’ente sanzionatore?
L’inerzia nella trasmissione degli atti non può danneggiare il cittadino, lasciandolo in uno stato di incertezza a tempo indeterminato. Se la violazione non è mai stata segnalata alla Procura, il termine di decadenza per l’ente amministrativo non attende la trasmissione, ma inizia a decorrere dal momento in cui l’ente ha il potere di agire autonomamente, ovvero dall’entrata in vigore della norma che gli conferisce tale potere.

La notifica tardiva di una sanzione amministrativa ha delle conseguenze?
Sì, la notifica effettuata oltre il termine di decadenza di 90 giorni è inefficace. La conseguenza principale è l’estinzione del diritto dell’amministrazione di riscuotere la sanzione e, di conseguenza, l’annullamento dell’obbligo di pagamento a carico del cittadino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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