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Decadenza sanzioni INPS: i termini per la notifica

La Corte di Cassazione ha confermato la decadenza del potere sanzionatorio dell’INPS per la tardiva notifica di violazioni relative a contributi previdenziali omessi. La sentenza chiarisce che il termine di 90 giorni per la notifica, previsto dalla normativa sulla depenalizzazione (D.Lgs. 8/2016), è un termine perentorio. L’ente impositore ha l’onere di provare di aver agito entro tale scadenza. La decisione si fonda sulla necessità di garantire la certezza del diritto e il diritto di difesa del cittadino, principi costituzionalmente tutelati.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza Sanzioni INPS: La Cassazione Fissa i Paletti sui Termini

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha stabilito un importante principio in materia di decadenza sanzioni INPS. La decisione chiarisce che l’ente previdenziale ha tempi ben precisi e non derogabili per notificare le violazioni relative all’omesso versamento di contributi, soprattutto nei casi interessati dalla depenalizzazione. Questa pronuncia rafforza le tutele per i contribuenti, ancorando l’azione della pubblica amministrazione ai principi di certezza del diritto e del giusto procedimento.

Il Caso: Contributi Omessi e la Contestazione Tardiva

Il caso esaminato trae origine dall’opposizione di due legali rappresentanti di una società contro due ordinanze-ingiunzione emesse dall’INPS. L’ente contestava il mancato versamento delle ritenute previdenziali relative a periodi risalenti al 2011 e 2012. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano accolto le ragioni dei contribuenti, dichiarando l’intervenuta decadenza del potere sanzionatorio dell’INPS. Secondo i giudici di merito, l’ente non aveva rispettato il termine di 90 giorni per la notifica dell’illecito, decorrente dall’entrata in vigore del D.Lgs. n. 8/2016, che aveva depenalizzato la specifica violazione.

Decadenza Sanzioni INPS e Depenalizzazione: L’Interpretazione della Corte

L’INPS ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la normativa sulla depenalizzazione non prevedesse espressamente la decadenza in caso di mancata notifica entro 90 giorni. L’ente riteneva che tale termine fosse meramente ordinatorio e non perentorio. La Suprema Corte ha respinto questa interpretazione. Ha chiarito che il termine di 90 giorni previsto dall’art. 9, comma 4, del D.Lgs. 8/2016 per la notifica degli estremi della violazione da parte dell’autorità amministrativa deve essere letto in combinato disposto con l’art. 14 della legge n. 689/1981. Quest’ultimo è stato costantemente interpretato dalla giurisprudenza come un termine di decadenza, posto a garanzia del diritto di difesa del presunto trasgressore.

L’Onere della Prova sulla Tempestività

Un punto cruciale della decisione riguarda l’onere della prova. La Corte ha ribadito un principio generale secondo cui spetta a chi intende esercitare un diritto dimostrare di averlo fatto entro i termini di decadenza previsti. Nel caso di specie, l’INPS non è stato in grado di provare quando (e se) avesse ricevuto gli atti dalla procura, né di aver notificato la violazione entro il termine di 90 giorni. Tale mancanza di prova è risultata fatale per la pretesa sanzionatoria dell’ente, confermando la decadenza sanzioni INPS.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano su principi costituzionali di primaria importanza. I giudici hanno sottolineato che un’interpretazione diversa, che lasciasse l’amministrazione libera di agire senza limiti temporali stringenti, violerebbe diversi principi fondamentali.

La Certezza del Diritto come Principio Cardine

La Corte ha evidenziato come la previsione di un termine di decadenza sia essenziale per soddisfare l’esigenza di certezza giuridica. Il cittadino ha il diritto di veder definita la propria posizione in un tempo ragionevole, senza rimanere indefinitamente esposto al potere sanzionatorio della pubblica amministrazione. Affidarsi unicamente al più lungo termine di prescrizione sarebbe, secondo la Corte, inidoneo a garantire tale certezza.

Il Termine di 90 Giorni è Perentorio

La sentenza stabilisce in modo inequivocabile che il termine di 90 giorni per la notifica è perentorio. Questa natura deriva dalla necessità di tutelare il diritto di difesa (art. 24 Cost.) e di assicurare il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione (art. 97 Cost.). Un’azione sanzionatoria tempestiva consente all’interessato di difendersi efficacemente, quando i fatti sono ancora recenti e le prove più facilmente reperibili.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza rafforza la posizione del contribuente di fronte al potere sanzionatorio dell’INPS. Viene stabilito che il termine di 90 giorni per la notifica delle violazioni depenalizzate è un termine di decadenza a tutti gli effetti. L’INPS ha l’onere di dimostrare di aver rispettato tale scadenza, pena l’impossibilità di irrogare la sanzione. Questa decisione rappresenta un importante baluardo a tutela della certezza del diritto e del diritto di difesa, costringendo l’amministrazione a un’azione più efficiente e tempestiva.

Quando scatta la decadenza per le sanzioni amministrative dell’INPS per contributi omessi prima della depenalizzazione del 2016?
Secondo la sentenza, la decadenza scatta se l’INPS non notifica gli estremi della violazione entro il termine perentorio di 90 giorni. Il dies a quo, cioè il giorno da cui parte il calcolo, è la data di ricezione degli atti dall’autorità giudiziaria o, in assenza di prova di tale ricezione, la data di entrata in vigore della legge di depenalizzazione.

Il termine di 90 giorni per la notifica della violazione da parte dell’INPS è perentorio?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di 90 giorni, previsto dall’art. 9, comma 4, del D.Lgs. 8/2016, deve essere interpretato come un termine di decadenza, quindi perentorio e non prorogabile, la cui inosservanza comporta la perdita del potere di sanzionare.

Su chi grava l’onere di provare il rispetto del termine di notifica?
L’onere della prova grava interamente sull’amministrazione che esercita il potere sanzionatorio, in questo caso l’INPS. È l’ente a dover dimostrare di aver notificato la contestazione entro il termine di decadenza di 90 giorni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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