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Decadenza pensione: quando inizia a decorrere?

Un pensionato ha richiesto la retrodatazione della sua pensione. L’ente previdenziale ha riconosciuto il diritto solo parzialmente, applicando una decorrenza successiva a quella richiesta. I giudici di merito hanno respinto la domanda del pensionato, ritenendo maturata la decadenza triennale. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale sulla decadenza pensione: in caso di riconoscimento parziale, il termine di tre anni per agire in giudizio decorre non dalla maturazione dei singoli ratei, ma dalla data del provvedimento con cui l’ente liquida la prestazione.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Decadenza Pensione: La Cassazione Chiarisce il Dies a Quo per l’Azione Giudiziaria

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale per molti pensionati: la decadenza pensione. Nello specifico, i giudici hanno chiarito da quale momento preciso inizi a decorrere il termine di tre anni per contestare giudizialmente un riconoscimento solo parziale della prestazione da parte dell’ente previdenziale. Questa pronuncia offre un’interpretazione fondamentale che tutela i diritti degli assistiti, spostando il focus dal singolo rateo al provvedimento di liquidazione complessivo.

I Fatti di Causa: una Richiesta di Retrodatazione

Il caso ha origine dalla domanda di un cittadino che, dopo aver presentato la richiesta di pensione nel febbraio 2017, si è visto liquidare il trattamento con decorrenza dal marzo 2014. Ritenendo di aver maturato il diritto già dal marzo 2012, il pensionato ha agito in giudizio per ottenere la retrodatazione della pensione e il pagamento dei ratei arretrati per il biennio non riconosciuto. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la sua richiesta, sostenendo che il suo diritto si fosse estinto per decadenza triennale, calcolata dalla data di maturazione dei singoli ratei di pensione.

Il Contesto Normativo e la Decadenza Pensione

La controversia ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 47 del D.P.R. 639/1970, come modificato nel tempo. Questa norma stabilisce i termini di decadenza per le azioni giudiziarie in materia di prestazioni previdenziali. La Corte d’Appello aveva ritenuto che il termine triennale decorresse dalla data di insorgenza del diritto ai singoli ratei, anche in caso di mancata presentazione di un ricorso amministrativo. Il pensionato, invece, sosteneva che il suo ricorso amministrativo e la successiva azione giudiziaria fossero stati tempestivi, e che la decadenza non potesse iniziare a decorrere prima ancora che il diritto alla pensione fosse stato formalmente richiesto e (parzialmente) riconosciuto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del pensionato, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici supremi hanno stabilito un principio di diritto chiaro e innovativo rispetto all’orientamento precedente dei giudici di merito.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha chiarito che l’azione volta a contestare la decorrenza di una pensione già liquidata dall’ente previdenziale non riguarda il diritto alla prestazione in sé, ma la sua riliquidazione. In questi casi, non si applica la vecchia disciplina che legava la decadenza alla maturazione dei singoli ratei. Si applica, invece, la normativa più recente (introdotta dal D.L. 98/2011), pensata specificamente per le azioni relative a prestazioni riconosciute solo in parte.

Secondo l’articolo 47, comma 6, del D.P.R. 639/1970, il termine di decadenza triennale decorre “dal riconoscimento parziale della prestazione ovvero dal pagamento della sorte”. Questo significa che il dies a quo, ovvero il giorno da cui parte il conteggio, non è la data di maturazione di ogni singolo rateo arretrato, ma un momento unico e certo: la data del provvedimento dell’ente previdenziale con cui la pensione viene liquidata, seppur in misura parziale rispetto a quanto richiesto. La Corte d’Appello ha quindi errato nel calcolare la decadenza partendo dai singoli ratei, un criterio che precede logicamente e cronologicamente sia la domanda amministrativa che il provvedimento di liquidazione parziale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti conseguenze pratiche per i pensionati. Stabilisce che, una volta ricevuto il provvedimento di liquidazione parziale della pensione, l’assistito ha tre anni di tempo per impugnarlo e chiedere il pieno riconoscimento del proprio diritto, ad esempio ottenendo una decorrenza più favorevole. Questo approccio garantisce maggiore certezza giuridica, individuando un unico e chiaro momento di partenza per l’azione legale. Inoltre, conferma che non è necessario presentare una nuova domanda amministrativa per contestare una liquidazione parziale, essendo sufficiente quella originaria a manifestare la volontà di ottenere la prestazione nella misura spettante per legge. La decisione rafforza la tutela dei cittadini nei confronti dell’ente previdenziale, assicurando loro un tempo congruo e ben definito per far valere le proprie ragioni in sede giudiziaria.

Quando inizia a decorrere il termine di decadenza per contestare la decorrenza di una pensione riconosciuta solo in parte?
Il termine di decadenza triennale inizia a decorrere non dalla data di maturazione dei singoli ratei, ma dalla data del provvedimento con cui l’ente previdenziale liquida la pensione riconoscendola solo parzialmente (ad esempio, con una decorrenza successiva a quella richiesta).

La vecchia normativa sulla decadenza si applica anche ai casi di riconoscimento parziale della pensione?
No. Secondo la Corte, in caso di contestazione della decorrenza di una pensione già liquidata, si applica la normativa specifica per le prestazioni riconosciute solo in parte, introdotta dal D.L. 6 luglio 2011, n. 98, che fissa il dies a quo al momento del riconoscimento parziale.

Per contestare un riconoscimento parziale della pensione, è necessario presentare una nuova domanda amministrativa?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che il titolare del diritto non ha l’obbligo di presentare una nuova domanda amministrativa, in quanto la richiesta originaria è considerata sufficiente per manifestare la volontà di ottenere la prestazione nella misura interamente spettante per legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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